Per Alessandro Borghese 4 Ristoranti inizia un nuovo viaggio tra i ristoratori italiani. Tornano le sfide secondo l’iconico e irresistibile meccanismo che ha reso lo show un cult della televisione italiana, ma stavolta si oltrepassano i confini nazionali alla scoperta anche dei migliori ristoranti italiani all’estero. Da domenica 27 novembre, su Sky e in streaming su NOW, chef Alessandro Borghese tornerà a bordo del suo van in giro per l’Italia, ma dovrà anche prendere dei voli per esportare le sue sfide all’estero, a Fuerteventura, location della prima puntata, ed Edimburgo.
Ritorna così, con episodi inediti, il programma – produzione originale Sky realizzata da Banijay Italia – che ha creato un’abitudine e ha trasformato semplici ristoratori in determinati e agguerriti concorrenti di una sfida senza esclusione di colpi, con l’irrinunciabile pagella da stilare a fine pasto. In questo nuovo viaggio Chef Borghese oltre alle due tappe straniere visiterà alcuni dei luoghi più affascinanti e caratteristici d’Italia: tra gli altri, Napoli, Bologna, Ortigia (Siracusa), le Cinque Terre, Livorno.
A Fuerteventura, nel primo episodio di questo nuovo ciclo – al via dal 27 novembre ogni domenica in prima serata su Sky Uno, sempre disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW – Alessandro Borghese cercherà il miglior ristorante italiano dell’isola. Luogo ideale di vacanza ricca di paesaggi diversi tra loro, nella seconda isola più grande delle Canarie della Spagna – nonché la più antica tra loro – è estate tutto l’anno. Le spiagge chilometriche di sabbia dorata con scogliere laviche, la natura incontaminata, le acque turchesi rendono Fuerteventura meta preferita dagli appassionati di sport acquatici, e più in generale è frequentatissima dagli italiani: a poche ore di volo da noi, quasi 10mila nostri connazionali l’hanno addirittura scelta come luogo in cui vivere. La comunità tricolore è vivacissima, e ovviamente i ristoranti italiani sono il suo fulcro nonché mete ambitissime e amatissime da tutti gli altri isolani e da tutti i turisti, di qualsiasi nazionalità siano: promettono autentiche tagliatelle al ragù ma spesso la sbandierata cucina italiana si mischia con la tradizione spagnola. Eleggere il miglior ristorante italiano di Fuerteventura, quindi, è una missione meno semplice del previsto.
In gara in questo episodio ci sono “Mi Casa” di Alessandro, “Mar.ni” di Nicoletta, “Pasqualina Bistrot” di Massimo e “Locanda Il Gatto Rosso” di Giovanni.
Immutate le regole, semplici e ipnotiche, alla base di Alessandro Borghese 4 Ristoranti: quattro ristoratori con qualcosa in comune, ognuno desideroso di dimostrare di essere il migliore in una determinata categoria, sono in gara per ottenere l’agognato, amatissimo e inconfondibile “dieci” dello chef. Ogni ristoratore invita gli altri tre che, accompagnati da Borghese, commentano e votano con un punteggio da 0 a 10 location, menu, servizio, conto del ristorante che li ospita e la categoria Special, che cambia di puntata in puntata: tutti e quattro gli sfidanti, infatti, dovranno confrontarsi su uno stesso piatto, protagonista di quella puntata, così da rendere la gara tra loro sempre più diretta e intensa, senza esclusione di colpi. A Fuerteventura si fronteggeranno su una celebrità locale, il formaggio Queso Majorero, talmente usato da avere un museo dedicato sull’isola: prodotto con latte di capra di razza Majorera, ha un sapore piccante e leggermente acidulo.
In palio per il vincitore di ciascuna puntata, l’ambitissimo titolo di miglior ristorante e un contributo economico da investire nella propria attività.
Come da tradizione, ogni pasto è preceduto dalla scrupolosa ispezione dello chef Borghese della cucina del ristorante. Tutto viene osservato nei minimi dettagli, per un’analisi che prosegue poi anche durante il pasto, concentrandosi sul personale di sala, messo alla prova su accoglienza, servizio al tavolo, descrizione del piatto e del vino. Solo alla fine si scopre il giudizio di chef Borghese, che con i suoi voti può confermare o ribaltare l’intera classifica.
Tutti i ristoranti che partecipano al programma sono identificabili attraverso un “bollino” 4 RISTORANTI esposto all’esterno, una rete di locali testati da chi se ne intende: i ristoratori stessi.
I RISTORANTI IN GARA NELL’EPISODIO DI FUERTEVENTURA
- “Mi Casa” di Alessandro: sorge sul lungomare di Corralejo, è una location chic e raffinata con vista mare. Alessandro, bolognese DOC, è ristoratore da quasi 25 anni. Secondo lui, «a Fuerteventura sono fermi agli anni 2000»; ammette di essere un po’ fighetto. Nel suo ristorante è un jolly: crea la linea del menu del ristorante e spesso sta in sala ad accogliere i clienti. Il Mi Casa propone «pochi piatti che girano spesso», una fusione tra cucina italiana e tradizionale delle Canarie: non possono mancare le classiche paste (ci sono la cacio e pepe rivisitata con l’aggiunta di tartare di gamberoni oppure l’amatriciana con il tonno fresco). Una cucina espressa, con materie prime comprate quotidianamente, «dove non mancano mai tortellini, tortelloni e tagliatelle». Si considera leale e oggettivo, ma è sicuro della bellezza del suo ristorante: anzi, secondo è «il più bello di Fuerteventura». Il locale ha colori tenui che sembra in linea con i colori di un locale in spiaggia, con uno stile che mischia mobili antichi a oggetti più moderni.
- “Mar.ni” di Nicoletta: anche questo ristorante sorge tra le vie di Corralejo, ma non ha la vista mare. Su questo punto Nicoletta, chef tutto fare e molto diretta, ha le idee chiare: «La gente non deve cadere nel mio ristorante, deve venire nel mio ristorante – dice – e molti locali sul mare perdono di qualità per potersi permettere di stare lì». Nicoletta è arrivata sull’isola solo da pochi anni, dopo una vita da grafica a Roma insieme al marito architetto; autodidatta, ha imparato a cucinare in Italia organizzando eventi enogastronomici legati alla sua ex attività e qui ha portato una cucina «unicamente italiana» quasi esclusivamente di pesce. Ci sono tanta pasta fresca, dall’amatriciana alla cacio e pepe; ci sono antipasti e secondi di mare, ma anche tapas con innesti italiani come quelle a base di caponata. La location ha un arredamento essenziale e riflette il carattere di Nicoletta: hanno stampato loro le tovagliette con un loro disegno e anche il bancone ha la stessa grafica.
- “Pasqualina Bistrot” di Massimo: si trova a El Cotillo, un piccolo paese di pescatori a strapiombo sull’Atlantico dove Massimo, che si definisce «encantado della vita», ha aperto solo un anno fa il suo Bistrot. Pasqualina è sua nonna, lui l’ha portata sull’isola per aprire un ristorante: Massimo, infatti, è stato uno dei primi italiani ad avere un locale di cucina tradizionale a Corralejo, che poi ha deciso di lasciare perché «ora sono in troppi e non mi piace la piega critica che ha preso la ristorazione qui sull’isola». Massimo è un tuttofare di natura, si occupa della cucina e della sala. Nel menu ci sono la parmigiana di melanzane, la carbonara e gli spaghetti alle vongole, mentre i secondi prendono più spunto dalle tradizioni di Fuerteventura (come il Pincho Moruno, carne di maiale marinata con specie, cannella e curcuma), oppure costine al forno e il pesce al cartoccio. Si ritiene il numero uno della pasta fresca. Il “Pasqualina Bistrot” ha la maggior parte dei coperti all’esterno, con cucina a vista; arredato secondo i gusti di Massimo, molti dei quadri che sono appesi sono dei dipinti della nonna. Affaccia su un panorama mozzafiato: il deserto e i vulcani dell’entroterra dell’isola.
- “Locanda Il Gatto Rosso” di Giovanni: lui è il titolare e lo chef di questa trattoria-pizzeria che si trova a Villa Verde, località dell’entroterra e frazione del comune della Oliva, nel nord dell’isola, e che gestisce insieme alla moglie. Giovanni propone una cucina prevalentemente italiana con prodotti anche originari di Fuerteventura: i piatti sono quelli della tradizione italiana del sud ma anche i grandi classici italiani – dalle lasagne alla bolognese (anche nella versione con ragù di capra di Fuerteventura) o il pesto alla genovese. La ricerca di prodotti di qualità italiani e altri a km0 è continua. Nel menù c’è anche la pizza e «per me da napoletano la pizza è sacra», pure se utilizza farine locali. Giovanni non è un uomo di grandi pretese, per lui la famiglia è il valore più importante: pensa di poter accettare le critiche costruttive perché «c’è sempre da imparare» ma non quelle dettate solo dalla strategia. Il locale è circondato dal deserto e dai vulcani, in una zona estremamente suggestiva; arredato in stile vintage, Giovanni ha rimaneggiato autonomamente tutti gli arredi già presenti per dargli un tocco personale. Da buon napoletano, il nome della Locanda è ispirato al film “Non ci resta di piangere” di Roberto Benigni e Massimo Troisi.
Il programma è stato realizzato nel pieno rispetto della sicurezza dei partecipanti e delle normative relative alle misure di contenimento del contagio da Virus Sars - Cov2 come da DPCM vigenti durante le registrazioni. Sky Brand Solutions, dipartimento di Sky Media, insieme a Banijay Italia ha portato a bordo dei nuovi episodi di “Alessandro Borghese 4 Ristoranti” Generali Italia, RCH - registratori di cassa, Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg. “Alessandro Borghese 4 Ristoranti” è una produzione originale Sky realizzata da Banijay Italia. Scritto da Alessandro Borghese, Nicola Lorenzi e Marco Tangerini. La regia è di Gianni Monfredini.
ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI è in onda dal 27 novembre
ogni domenica in prima serata su Sky Uno e in streaming su NOW, sempre disponibile on demand e visibile su Sky Go
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