Quattro ore negli uffici della Lega per definire la proposta da portare martedì in Assemblea. I club medio-piccoli della serie A si sono ritrovati ieri in via Rosellini.
C'erano Cellino, presidente del Cagliari e di categoria ma anche leader riconosciuto del gruppo, Torino, Parma, Udinese, Genoa, Palermo, Livorno e Sampdoria.
Altre società erano in collegamento telefonico, mentre, a causa dell'impegno in Champions, non era coinvolta la Lazio. La riunione ha prodotto un proposta di ripartizione dei proventi derivanti dalla vendita dei diritti televisivi che, secondo i partecipanti, dovrebbe sposare le indicazioni della ministro Melandri.
Una quota (percentuale fra il 50 e il 45%) verrebbe divisa in parti uguali, mentre il resto, per una fetta (25-30%), secondo bacino di utenza e tifosi, e per l'altra (25-30%), secondo la classifica dell'ultima stagione (2 milioni di euro a salire per ogni posizione).
Le grandi (Inter, Milan, Juve, Roma, Napoli e Fiorentina) non sono d'accordo, anche perché in uno scenario simile sarebbero proprio nerazzurri e rossoneri a perdere di più (circa una ventina di milioni), mentre i bianconeri, potendo contare su più tifosi, se la caverebbero con una perdita di 7 milioni. Su queste basi, per martedì prossimo si attende un'Assemblea particolarmente accesa.
I club medio-piccoli contano, infatti, di far valere la propria maggioranza per l'approvazione della loro proposta. Ma non è detto che la Melandri dia l'ok a una sistema appoggiato sì dalla maggioranza delle società, ma non da quelle più importanti e con più tifosi.
La partita insomma resta molto delicata. La Melandri, inoltre, ha indicato il 4 novembre come data di scadenza concessa alla Lega per arrivare a una soluzione. Il tempo stringe, dunque. 3,7-3,8.
Pietro Guadagno
per "Il Corriere dello Sport"