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Foto - Rai senza diritti tv Champions: «Abbiamo tanto calcio e non solo».

Rai senza diritti tv Champions: «Abbiamo tanto calcio e non solo».

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Fonte: Adnkronos

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Sport
  venerdì, 16 agosto 2019
18:14

Con l'ultima sentenza, venuta oggi da Milano, la Rai deve rinunciare alle partite della Champions per i prossimi due anni: è stato infatti respinto il suo ricorso in materia contro Sky e Mediaset, chiudendo una vicenda iniziata con la precedente direzione Rai. Uno stop che sembra essere stato incassato senza troppi patemi a viale Mazzini: fonti qualificate della Rai sottolineano infatti che l'azienda ha, «nel calcio di club, l'esclusiva della Coppa Italia, la serie B, la serie C e il calcio a 5, siamo i primi a trasmettere in chiaro gli highlights della serie A», cui sommare «l'esclusiva delle Nazionali di Calcio A maschile e femminile, dell'Under 21 e delle Nazionali 'minori', poi le migliori 27 partite dell'Europeo 2020».

«Ma non c'è solo il calcio - scandiscono da viale Mazzini - La Rai si impegna per mettere in luce il grande sport nelle sue moltissime discipline, facendo servizio pubblico: abbiamo gli europei di volley maschile e femminile, il beach volley, la coppa del mondo e i mondiali di sci, nordico e alpino, il grande rugby in Giappone, i maggiori eventi di nuoto, pallanuoto e tuffi, i campionati di volley e basket, la ginnastica, l'atletica, il pattinaggio, il motocross e il rally, abbiamo tutto il ciclismo nazionale, europeo e mondiale», e, ancora, «i giochi Olimpici e Paralimpici con oltre 12 ore di programmazione giornaliera», quanto basta per dire che «tutte le discipline sono rappresentate e trasmesse dalla Rai, con una programmazione che non ha pari tra le emittenti pubbliche europee».

Tornando alla sentenza milanese, Sky aveva disdettato il contratto con la Rai adducendo i cambiamenti del mercato effetto dell'entrata nello stesso di Dazn ed aveva raggiunto un accordo con Mediaset per la trasmissione da parte di quest'ultima di alcune partite della Champions nel biennio. Il ricorso della Rai contro questo accordo non ha trovato ascolto. Nel merito della vicenda, dalle fonti Rai si sottolinea che se, dal punto di vista dello spettatore, Sky offre un numero inferiore di partite, dal punto di vista del broadcaster, Sky ha aumentato la dimensione dei propri diritti, raddoppiando il numero di gare da poter trasmettere in esclusiva assoluta, potendo contare su una esclusiva assoluta riguardo a tutte le piattaforme utilizzabili, avendo il diritto di trasmettere le riprese televisive di 16 dei 20 'top match' di Serie A, e potendo offrire i prodotti del calcio Serie A su canali Dtt pay. Non a caso, sempre secondo la Rai, per il triennio in corso, Sky ha pagato l'80 per cento del totale monte diritti (20% Dazn) mentre nel triennio precedente ha pagato il 60% con il 40% a carico di Mediaset Premium. Non solo: il prezzo pagato da Sky per l'acquisto dei diritti relativi al triennio 2018-2021, in termini di controvalore assoluto, è superiore di oltre il 36% rispetto a quello pagato per il triennio 2015-2018. Se prima, dunque, un tifoso delle prime otto squadre con bacino di utenza più ampio aveva la possibilità di seguire le partite della propria squadra potendo scegliere tra offerta Sky e Mediaset Premium, quest'ultima a valori molto più contenuti, ora, si argomenta dalla Rai, l'utente non ha altra opzione che transitare da Sky, magari acquisendo sempre nell'offerta Sky anche le poche partite della propria squadra che transiteranno su Dazn.

Dalle fonti Rai viene poi ricordato che «l'antitrust ha sanzionato Sky per le ingannevoli modalità con cui ha presentato la propria offerta ai nuovi possibili abbonati e le aggressive tecniche per trattenere i propri clienti già abbonati». Il 25 gennaio la Rai ha esercitato l'opzione, il 30 Sky ha replicato di non considerare efficace l'opzione esercitata da Rai, è seguito un incontro a fini conciliativi il 7 febbraio (obbligatorio perché imposto dal contratto lo imponeva prima) e, a distanza di meno di 60 giorni (il 5 aprile), è stato depositato il ricorso. Insomma per le fonti Rai «i soldi sono stati trovati, e i diritti sono stati comprati. È Sky che ha arbitrariamente negato l'efficacia dell'acquisto, avendo ricevuto una offerta superiore da Rti. Lo sforzo economico di Rai è stato notevole; se Sky avesse rispettato l'accordo, saremmo stati l'unico servizio pubblico in Europa A trasmettere le gare di Ucl in chiaro». Quanto allo spendere di più, «avendo un contratto scritto con Sky per la trasmissione delle gare di Ucl, abbiamo ritenuto inaccettabile alzare la posta. Peraltro, come concessionaria del servizio pubblico non ci è consentito spendere più di quanto già concordato», sottolineano dalla Rai, rivendicando comunque che l'azienda si è attivata per garantire ai propri telespettatori la visione delle gare di Ucl in modo tempestivo, puntuale e rigoroso«.

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