L'Amministratore Delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, è stato ospite della puntata n.711 de ‘La Politica nel Pallone’ di Emilio Mancuso, in onda su Rai Gr Parlamento. Questi i principali temi trattati nell’intervista da De Siervo.
SUL CAMPIONATO - "È un Campionato straordinario, in tre punti abbiamo Inter, Juventus e Milan, non succedeva da anni. La lotta al vertice è entusiasmante, ma anche a Cagliari si è disputata una partita incredibile, con la rimonta di 4 goal da parte dei padroni di casa in svantaggio di tre reti, e non scordiamoci il gol straordinario di Zirkzee, se l'avesse fatto Messi ne parlerebbero i giornali di tutto il mondo. Il Campionato sta crescendo, c'è grande competitività e le partite di ieri ne sono state un esempio. Siamo molto contenti e soddisfatti, non dimentichiamoci che siamo reduci da 4 anni in cui hanno vinto 4 squadre diverse, siamo l'unico Campionato che vanta questo dato, dobbiamo quindi essere contenti dello stato di salute del nostro calcio".
SULLE DICHIARAZIONI DI MOURINHO - "Stimo molto Mourinho per quello che ha fatto per il calcio mondiale e italiano e per la Roma adesso. Le sue dichiarazioni, però, sono suonate come un alibi, è un professionista che conosce le regole del nostro mondo. Faccio solo un esempio, quello del Barcellona: ha giocato in Champions League mercoledì alle 21 e poi ha giocato il Classico sabato alle 16.15 contro il Real Madrid. Il tema del recupero non poteva essere gestito meglio da parte della Lega Serie A, una partita importante come Inter-Roma deve giocarsi nel momento di maggior picco degli ascolti, quindi di domenica".
SUL VALORE DELLA SERIE A - "Onestamente non capisco chi pensa che la Serie A non abbia valore, non è così, i numeri dicono il contrario. Il nostro calcio è in grande ripresa in termini di risultati, è sotto gli occhi di tutti. La scorsa stagione abbiamo raggiunto tre finali europee e siamo in lizza per ottenere il quinto posto in Champions League il prossimo anno. Siamo in una condizione di salute come non c'è mai stata negli ultimi anni, questa è la realtà".
SULLA VENDITA DEI DIRITTI TV INTERNAZIONALI - "La situazione di mercato è complicatissima, non soltanto per la crisi economica in Italia e per l'inflazione crescente, ma anche e soprattutto per la parte internazionale. Tutte le grandi Leghe calcistiche, europee e in generale, stanno incontrando incredibili difficoltà, dopo la bolla esplosa con il boom delle OTT post pandemia Covid. Noi restiamo ottimisti, riusciremo a fare molto meglio del mercato poiché abbiamo un prodotto di grande qualità e livello. In tutto il mondo si riconosce all'Italia la qualità del proprio calcio, che risale alla nostra storia e tradizione dei nostri Club e soprattutto all'entusiasmo del nostro pubblico che sa accompagnare e seguire la propria squadra dando forza come un dodicesimo uomo in campo. I risultati saranno migliori degli altri, in un mercato e contesto molto complicato".
SUGLI STADI - "È un tema che conosciamo bene, è un problema che risale agli anni 90, quando abbiamo saputo ristrutturare in maniera maldestra gli impianti. Sono tutte strutture datate, a parte qualche rara e felice eccezione, per cui abbiamo l'obbligo assoluto di ristrutturarli, se non di ricostruirli in maniera completa. La fortuna è che abbiamo delle proprietà illuminate che hanno messo a disposizione budget e progetti giusti e corretti perché questo avvenga in tempi brevi. Le proprietà internazionali in questo stanno spingendo tanto quanto, se non di più, di quelle italiane. L'Europeo del 2032 rappresenta una grande occasione, ci obbligherà a fare gli impianti in tempi brevi e sono assolutamente convinto che l'esperienza del Ministro dello Sport Abodi saprà vigilare affinché tutto avvenga in tempi stretti e necessari. Resto moderatamente ottimista, anche se per tanto tempo abbiamo chiesto a gran voce un Commissario per gli stadi che aiuti nella parte di relazione con tutte le Amministrazioni coinvolte, dato che da noi la burocrazia rende complesso tutto".
SULL'ACCORDO DI REVENUE SHARING CON DAZN E SULLA PIRATERIA - "Credo che in Italia il numero di abbonati al calcio e alla Serie A crescerà in questi 5 anni. Siamo l'unica Lega al mondo ad avere gli standard produttivi della Premier League, con un prodotto di grande valore avendo tante piazze che concorrono fino all'ultimo su tutti gli obiettivi. Abbiamo quindi qualità tecnica e di trasmissione, e qualità di prodotto e di quello che si vede sul campo. L'accordo di durata medio/lunga serve a stabilizzare il mercato, ma il problema principale del nostro Paese è quello della pirateria. Siamo tristemente noti per essere il Paese con il maggior numero di atti di pirateria, di consumo di calcio illegale sul famoso 'pezzotto', sulle IPTV che consentono la visione pirata delle nostre immagini. Di fatto questo nel tempo ha ridotto sensibilmente il numero di persone che pagano regolarmente un abbonamento. Il calcio è un'industria, si ragiona quindi di fatturati, che crescono con gli sponsor, e questi a loro volta crescono in funzione delle audience. Se il nostro prodotto viene saccheggiato da presunti tifosi che continuano a pagare il pezzotto per vedere illegalmente le partite, non fanno altro che alimentare i soldi della malavita organizzata, che gestisce questo business multimilionario. La Serie A perde non meno di 300 milioni l'anno, tutti gli anni, per questo fenomeno. Il nostro Paese è stato troppo silente finora, fortunatamente nel corso di questa legislatura siamo riusciti a far approvare all'unanimità a Camera e Senato una Legge ritenuta da tutti estremamente all'avanguardia in Europa. In questi giorni sono in discussione gli ultimi emendamenti per renderla più efficace, di fatto l'Autorità per le Comunicazioni avrà a disposizione una piattaforma tecnologica con cui, entro 30 minuti dalla segnalazione, sarà possibile far cadere i segnali pirata. Purtroppo gli utenti finali non sempre hanno la percezione di compiere un atto illegale. Il calcio in Italia e nel mondo per sopravvivere ha bisogno della pay-tv, che presuppone un pagamento. Se fossimo tutti a pagare in modo regolare, evidentemente sarebbe possibile anche abbassare i prezzi, uno degli obiettivi importanti dei prossimi anni".
SUL CANALE DELLA SERIE A - "Credo che il Presidente De Laurentiis avesse in testa un modello distributivo nuovo, assolutamente interessante e l'abbiamo valutato per mesi. È sicuramente una scelta visionaria, che sarei stato ben felice di interpretare nei prossimi anni. Può essere il futuro, ma nelle condizioni attuali del mercato la maggioranza dei Club ha ritenuto più prudente fare scelte diverse. Questo non significa che il processo di trasformazione della Lega Serie A in Media Company si sia arrestato, anzi. Da Lissone produciamo già contenuti live e da due mesi abbiamo lanciato la Radio TV Serie A con RDS, in onda 17 ore al giorno, ritenuta da DAZN un elemento essenziale e ha voluto assicurarsela per poter arricchire la propria offerta di contenuti. La Lega, quindi, prosegue questo percorso, ma il fatto di diventare imprenditori di noi stessi, un'idea ambiziosa e condivisibile, non ha trovato il consenso di tutti. Alcuni Presidenti hanno saputo spiegare quanto la complessità del sistema televisivo avrebbe rappresentato un'ulteriore incognita in un mercato complesso come quello attuale, oltre al fatto che ogni anno le proprietà devono fare i conti con il rischio sportivo di raggiungere o meno i propri obiettivi".
SULL'APERTURA DI NUOVE SEDI - "Negli anni in cui eravamo in cima al mondo, fine anni '90, si è ritenuto di dover concentrare tutte le attenzioni soltanto sull'Italia e non sull'estero, mentre le altre Leghe come quelle inglese e spagnola andavano in giro per il mondo investendo tempo e risorse in quella direzione, sviluppando attività che intercettassero la voglia di calcio dei Paesi emergenti. L'Italia nel periodo della globalizzazione non è stata presente nei mercati internazionali, oggi il percorso è molto più difficile, dobbiamo recuperare. Lo stiamo facendo, abbiamo aperto due uffici in due aree strategiche, negli USA a New York e ad Abu Dhabi. Per il futuro puntiamo ad aprire almeno altri tre/quattro uffici, in Asia a Singapore e a Tokyo, visto che il Giappone ha un mercato maturo che merita un'attenzione specifica. In Sud America stiamo pensando di aprire a Buenos Aires, mentre in Africa stante le complessità e incertezza politiche in corso vorremmo aprire una sede in Ghana. L'Assemblea non ha preso ancora nessuna decisione, ma nel nostro piano strategico questi sono gli obiettivi che abbiamo definito. Sull'estero comunque cresceremo, mi auguro un risultato non inferiore al 20% rispetto all'attuale, sarebbe un risultato importante in un contesto in cui altri perderanno".
SULLA LEGGE MELANDRI - "Fosse per noi aboliremmo la legge Melandri perché è l'unica Legge al mondo che disciplina i diritti sportivi di un Campionato privato come il nostro, non si capisce quale sia il valore pubblico per cui debba essere disciplinato da una Legge, che ci vincola in mille passaggi formali e rende molto più complesse le fasi di commercializzazione, penalizzandoci. Molto è stato fatto con alcuni passaggi rispetto al tema delle durate, ma è una Legge ormai superata dai tempi".
SUL CANALE DATI - "Stiamo lavorando per essere pronti per l'inizio della prossima stagione ad un nuovo canale dati da poter consultare durante la partita, che consenta di mettere a disposizione di tutto il pubblico i dati guidati da un'intelligenza artificiale che li trasforma con degli elementi predittivi. Abbiamo testato questo strumento per due anni sulla panchina dei nostri allenatori, che ne usufruiscono tutti per le proprie valutazioni in corso alla gara. Stiamo quindi lavorando ad un prodotto per i tifosi, al fine di rendere sempre più interattiva e accattivante la visione della partita, puntando ad intercettare le nuove generazioni che hanno grande familiarità con l'utilizzo di più device contemporaneamente. L'obiettivo quindi è quello di rendere la Serie A sempre più interattiva e sempre più vicina ai nostri tifosi".
SUGLI EPISODI DI VIOLENZA IN FRANCIA - "Purtroppo sono episodi che ricorrono, i colleghi francesi sapranno affrontare con la durezza che merita questo fatto, gravissimo. Dobbiamo continuare ad essere rigidi, abbiamo un rapporto straordinario con le forze dell'ordine, spesso non si vede il lavoro che svolgono tutte le settimane per cercare di rendere gli stadi dei luoghi migliori, dove poter trascorrere due ore con la famiglia. Purtroppo in alcune grandi città, non solo in Francia, ci sono delle frange di tifo non organizzato, dei criminali, che si mischiano ai tifosi e colgono l'occasione per fare guerriglia urbana. Facciamo i migliori auguri a Fabio Grosso, sappiamo quanto sia forte professionalmente e umanamente, sono sicuro che si riprenderà presto. Resta una bruttissima pagina di calcio europeo".