Dice il proverbio che partire è un poco come morire. Bettega se ne andrà dalla sua casa di origine, nella quale aveva fatto ritorno tredici anni fa, sicuramente con una grande amarezza nel cuore. Ma esiste anche un altro modo di dire secondo il quale dopo ciascun chiudersi di porta subito se ne apre un'altra.
Ammesso che si abbia la voglia e la capacità di affrontare una nuova avventura, naturalmente. Roberto Bettega, in questo senso, non ha nessuna intenzione di prepensionarsi o di cedere alla naturale depressione da ulteriore cambio di vita.
Del resto tutta la sua esistenza, prima di campione in piena attività agonistica e successivamente di uomo di calcio in senso ampio, è stata caratterizzata da un susseguirsi quasi fatale di cadute e di risalite.
Uomo di grande esperienza settoriale e personaggio di indiscusso appeal, l'ex vicepresidente bianconero potrà fin da subito valutare se, per lui, sia il caso di accettare o meno un suggestivo ritorno al passato.
Silvio Berlusconi, sempre attento a tutto ciò che di eccellente è in grado di proporre l'attualità di mercato, avrebbe già fatto sapere ai suoi funzionari Mediaset di gradire assai un ritorno di Bettega nella "grande famiglia televisiva" per la quale lo stesso campione aveva lavorato sotto regolare contratto.
Per lui sarebbe pronto un ingaggio, economicamente non indifferente e di ottima immagine, come "opinion leader" sportivo del potente network. Dunque è proprio il caso di dire che il futuro prossimo di Bettega si trova nelle sue stesse mani.
Estratto di un articolo
di Marco Bernardini
per "Tuttosport"