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Adusbef e Federconsumatori parlano rincarando la dose, sottolineando che si aspettavano «una diminuzione di un canone che non ha più ragione di esistere a fronte di un servizio pubblico che sembra aver perso la sua missione, di informare e fare cultura a prescindere dal feticcio dell'Auditel e della schiavitù degli ascolti»; e sottolineano che il rincaro «farà incassare circa 33 milioni di euro in più ad un servizio pubblico, per finanziare programmi diseducativi e pacchi, che non aiutano specie le giovani generazioni, alla formazione di una coscienza che non può essere basata sull'effimero e sulle scorciatoie dei facili guadagni». Ora, pur facendo la tara a quel briciolo di demagogia che in Italia non ci facciamo mai mancare, non c'è dubbio che chiedere più soldi per «certa» televisione pubblica, è un azzardo da guasconi che non tengono in minimo conto l'opportunità del momento. à anche vero che in Italia si paga il canone più basso dell'Europa occidentale. Ma è altrettanto oggettivo che la Rai incassa in pubblicità cifre che in altri Paesi europei non osano incassare e non si mettono in condizione di incassare perché non fanno troppi programmi mirati soltanto ad acchiappare audience da vendere agli inserzionisti pubblicitari (come invece fa la nostra tv di Stato).
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Ma a proposito di «tassa» odiosa, neanche sul fronte della modernissima e libera pay-tv pari si va meglio. Nell'ultimo giornalino dei programmi di Sky, infatti, si è riusciti a fare quel che - che io ricordi - finora nessuno aveva fatto; far pagare un house organ, una pubblicazione mirante a propagandare i propri prodotti e a fare da servizio a chi è già proprio cliente.
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Non mancano dunque, sia chiaro, le alternative. Né la rivista è fatta male, anzi. Però mi sa tanto che questo è un modo indiretto per aumentare il canone mensile degli abbonamenti. A meno che, tra poco, non arrivi anche la notizia dell'aumento pure di quelli. Sky, benemerita per la quantità e qualità offerta, aveva proprio bisogno di quegli 0,90 euro in più al mese? Beh, se si moltiplicano per 4 milioni di abbonati, si capisce che il gioco vale la candela. Anzi che la «furbata» vale la figura inelegante. Ma si sa: business is business. A Sky come in Rai.
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Articolo tratto da
"Il Giornale di Brescia"
"Il Giornale di Brescia"
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