«È evidente che sono molto felice per come vanno le cose», esordisce Michelle. «Il merito è sempre di un gruppo: va bene il talento, ma se sbagli progetto...». Se al cinema si è accostata «con grande ansia», a Striscia, che condurrà fino a fine marzo (quando arriveranno Ficarra e Picone) non vedeva l?ora di tornare: «Lì mi sento a casa, perchè la sensazione di leggerezza che provo con Ezio è come un respiro. Non abbandonerò la mia Losanna, ma sto lavorando anche a un nuovo personaggio, che bolle in pentola. Insomma, idee ce ne sono tante e la chiave resta la spontaneità».
Poi sarà la volta dei Telegatti, di nuovo con Baudo: «Devo dire che non ero molto sicura di accettare. Poi mi ha convinto proprio l?idea di riproporre la coppia di Sanremo: a Pippo voglio un bene pazzesco, al di là della stima reciproca. Con lui e per lui farei questo ed altro».
La Hunziker racconta invece volentieri i suoi progetti teatrali: «Ho una nostalgia pazzesca del teatro, lo sogno anche di notte». Dopo Cabaret e Tutti insieme appassionatamente, rifarebbe ancora un musical, «genere nel quale l?Italia ha ancora tanta strada da fare. Per il 2009 sto preparando un nuovo lavoro, tratto da una storia di Walt Disney. Il mio sogno è esibirmi con un?orchestra enorme dal vivo, recitare, cantare, coinvolgere il pubblico».
È destinata invece a rimanere un?esperienza episodica quella del cd From noon to midnight, uscito due anni fa per un?etichetta tedesca. Su Youtube circola il video esplicitamente sexy e pieno di sospiri dell?omonimo brano: «In verità le scollature - precisa Michelle - le porto anche in Italia. Quel cd è pieno di normalissimi pezzi pop e l?ho fatto solo per studiare prima di affrontare Cabaret: non c?è scuola migliore che stare in studio, a impegnarsi nel canto puro, otto o nove ore al giorno. È stata forse una mia follia ma ne sono orgogliosissima».
Nel suo futuro, forse, ancora cinema: «Mi è piaciuto moltissimo, con Natale in crociera, entrare nella commedia in modo non volgare. Ora ho tante proposte, anche di fiction tv: vedremo», conclude.
"Il Giornale"