L'Uefa 'ripulisce' le immagini degli Europei, protestano le televisioni
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: La Repubblica

Il direttore generale dell'autorità televisiva elvetica (Ssr Srg), Armin Walpen, in un'intervista pubblicata dal settimanale «Sonntags Zeitung»ha preso posizione contro ogni forma di censura nelle trasmissioni sportive. «Le grandi organizzazioni tentano sempre più di assicurarsi con produzioni proprie la sovranità mediatica delle immagini» ha detto Walpen. «Questa situazione è davvero preoccupante. Presenterò una memoria scritta all'Uefa».
In particolare, sono sotto accusa le mancate riprese dell'invasore di campo solitario durante Austria-Croazia: potrebbe passare alla storia come il primo teppista oscurato, una specie di ultra criptato alla fonte che tuttavia nessuno vedrà mai (e secondo una legge ormai consolidata nel mondo dello spettacolo, se non appari non esisti). Allo stesso modo, neppure una scena degli incidenti dopo Germania-Polonia è mai andata in onda, compresi i cento naziskin che sono stati arrestati e che urlavano tremendi slogan contro gli ebrei.
Ma è davvero impossibile aggirare l'ostacolo della censura? «In parte si può» risponde Bruno Gentili, vicedirettore di Rai Sport e «team leader» del gruppo che si occupa della nazionale.
«Noi abbiamo riprese "dedicate", cioè effettuate tramite i nostri operatori, solo per le gare degli azzurri. Infatti abbiamo mostrato l'errore del guardalinee in occasione del gol irregolare di Van Nistelrooy, una ripresa inedita dal basso. Invece, per quanto riguarda le dirette delle partite non si può che accettare le immagini dell'Uefa e trasmetterle a nostra volta, con un parziale oscuramento alla fonte. Nulla di clamoroso, però qualche ombra in effetti c'è».
Diverso il caso delle immagini fuori dagli stadi. Lì, ogni emittente può muoversi come crede. «Noi abbiamo troupe d'assalto» spiega ancora Gentili, «tecnici abituati a muoversi in scenari di guerra. Non a caso sono riusciti a riprendere gli incidenti tra tifosi dopo Italia-Romania». Una scelta non proprio condivisa dalle televisioni di altri paesi, visto che nessun episodio di violenza (e ce ne sono stati, anche se non plateali) ha avuto l'onore di qualche misero minuto in differita. Neanche un fumogeno, tra quelli sparati dalla polizia, è mai andato in onda.
Se una cosa del genere fosse accaduta in Cina, accusata da mesi di oscuramenti (se non addirittura di oscurantismi) preolimpici, ci sarebbe stata una sollevazione mondiale. Nulla di tutto questo in Svizzera, patria dei diritti civili e sede di molte organizzazioni internazionali. Eppure i diritti del telespettatore appartengono, anche se in minima parte, alla più ampia categoria dei diritti dell ' uomo, e certo a pieno titolo a quella del diritto di cronaca.
Forse l'Uefa di Michel Platini, dopo avere scelto «rispetto» come parola d'ordine degli Europei, potrebbe rispettare un po' di più anche gli appassionati del telecomando. Senza tagli a comando.
Maurizio Crosetti
per "La Repubblica"