Il Seme della Follia, su La7 il film sui fatti al G8 di Genova del 2001
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Digital-Sat (com.stampa)

Gli autori, premio Ilaria Alpi 2007 per il documentario "Stato di Paura. Scontro di civiltà" (sempre in onda su LA7), e attualmente impegnati per la rete con "Istantanea" sulle emergenze del nostro paese, hanno realizzato "Il seme della follia" dopo aver ascoltato oltre seicento ore di comunicazioni, telefoniche e via radio, avvenute tra il 20 e 21 luglio 2001. Tra i punti sui cui viene focalizzata l'attenzione, l'impunità dei black bloc e l'assalto al corteo autorizzato delle Tute bianche, che diede poi il via agli scontri sfociati nella morte di Carlo Giuliani.
Grazie all'utilizzo di materiali video esclusivi, il documentario raccoglie centinaia di drammatiche, a volte surreali, telefonate tra genovesi terrorizzati e un centralino della questura sempre più confuso. Il filmato mette poi in evidenza le difficili, spesso inutili comunicazioni tra la centrale operativa e i funzionari delle forze dell'ordine sul campo: informazioni di servizio, a volte grottesche, da cui affiorerebbero per l'ignoranza, cinismo, violenza verbale e disprezzo delle regole.
Ne emerge un quadro di caos totale. La cronaca di un assedio le cui responsabilità sono ancora da chiarire, in cui coloro che avrebbero dovuto garantire l'ordine e la legalità hanno invece perso il controllo della situazione, lasciando i cittadini inermi dinnanzi alla furia di chi stava devastando la loro città.
LA TRAMA DEL FILM
I tre capitoli che riguardano i tre momenti fondamentali che hanno determinato i fatti del G8.
I Black bloc devastano la città
La mattina del 20, molto prima dell'inizio delle manifestazioni programmate, compaiono i black bloc, in circa 200 in piazza Paolo da Novi.
Piazza Paolo da Novi è un rettangolo con sette uscite. In quel momento dislocati in varie parti della città ci sono diverse migliaia di uomini delle forze dell'ordine, i cortei autorizzati devono ancora partire, la piazza dei black bloc è l'unico focolaio di violenza.
L'Ansa registra scontri e devastazioni in piazza savonarola, via Casaregis, piazza Tommaseo, su fino a via Tolemaide e Corso Gastaldi, dove è previsto, il passaggio del corteo autorizzato delle tute bianche.
Ad un certo punto, il grosso del gruppo scende verso piazzale Kennedy la gamma 3 del commissario di polizia Angelo Gaggiano li insegue. In fondo al viale c'è un intero battaglione di carabinieri del Tuscania, il gruppo più equipaggiato che c'è a Genova per questo genere di interventi. Gaggiano via radio chiede ripetutamente il loro intervento: "chiudeteli in mezzo", "stanno in trappola". Ma i carabinieri non si muoveranno, decideranno di non intervenire. I black bloc si disperdono di nuovo per le strade di Genova.
I carabinieri attaccano il corteo autorizzato
I Black bloc sconvolgono la sceneggiatura del G8: il Viminale si era preparato a fronteggiare un assalto, più simbolico che reale, alla zona rossa.
I cortei si sarebbero fermati davanti al muro di ferro, avrebbero tentato qualche sortita, sarebbero comparsi gli idranti, forse qualche manifestante avrebbe varcato la zona proibita con una bandiera, e tutto sarebbe finito lì. Questi erano gli accordi.
Ma nessuno aveva fatto i conti con i black bloc. Il gruppo,si dirige verso il carcere di Marassi; sulla strada distrugge tutto ciò che incontra, un piccolo supermercato viene saccheggiato, all'arrivo dei neri a Marassi i contingenti che proteggono il carcere si allontanano. I pacifico corteo partito dal Carlini - ventimila persone con in testa i disobbedienti di casarini - scende da via Tolemaide. Per motivi mai chiariti, il capitano dei carabinieri Picozzi, decide di caricare il corteo autorizzato, dando inizio agli scontri che porteranno alla morte di Carlo Giuliani.
All'uscita dal carlini le tute bianche si mischiano alla moltitudine dei ventimila che assaliranno i potenti della terra. Casarini racconta lo stato di tensione positiva, la sensazione di vivere una giornata importante. Poi l'arrivo quasi all'incrocio con corso Torino, i lacrimogeni, l'inattesa carica dei carabinieri, mentre il commissaro Gaggiano grida inutilmente di togliersi da lì, di lasciarli passare,bardature e scudi si rivelano inutili, le prime file dei manifestanti vengono travolte, chi finisce oltre il cordone dei carabinieri viene massacrato di botte.
Nel frattempo però i disobbedienti si sono organizzati, e hanno reagito alle cariche. Si è scatenata la guerriglia urbana.
L'irruzione della polizia nella scuola Diaz
Cosa accadde alla Diaz è ormai chiaro: un brutale pestaggio, una sospensione della stato di diritto che portò al ferimento di 96 persone e al processo per 29 tra funzionari e agenti di polizia.
Perché ciò accadde invece non è ancora chiaro: errore di valutazione sulla presenza di violenti nella scuola; voglia di prendersi una rivincita dopo il disastro del pomeriggio; sabotaggio organizzato per mettere in cattiva luce la catena di comando delle operazioni; momento di follia collettiva in cui le peggiori pulsioni all'interno degli apparati di polizia ebbero libero sfogo.
Il settimo nucleo del Primo Reparto Mobile di Roma è davvero - come sostiene la magistratura - responsabile di quel massacro?...