News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: La Stampa
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Televisione
venerdì, 31 ottobre 2008 | Ore: 00:00

Ma l'accusa di Calabro è rivolta alla tv in generale, che può soltanto far del male alle giovani generazioni. «L'Autorità ha in animo di avviare uno studio specifico che analizzi la programmazione televisiva (e l'uso dei media vecchi e nuovi), verifichi la sua qualità e se essa possa produrre effetti sui cosiddetti "comportamenti sociali". Penso al bullismo o al consumo di alcol da parte dei minori. La tv propone modelli che possono indurre all'emulazione da parte dei giovani». Obiettivo finale: «Redigere un Libro bianco sugli effetti della programmazione nei confronti dei bambini e sulla qualità della tv». Parole subito applaudite (da Antonio Diomede presidente della Rea, Radiotelevisioni europee associate; da Luca Borgomeo, presidente del Consiglio nazionale degli utenti) ma non certo originali.
Ma Calabro non è che attacchi la tv dei ragazzi o dica che non c'è, attaccarla tv, questa tv, che fa male anche ai ragazzi. Le prime serate sono spesso raccappriccianti, inutili, ebbene sì, diseducative: come negarlo? «Sì, ma in tv c'è molto altro - aggiunge Mussi Bollini, capostruttura per la tv dei ragazzi di Raitre -, Provare ad accendere il televisore, prima di criticate?». Le accuse le sembrano senza motivo? «Mi sembrano le accuse di chi ricorda gli Anni Sessanta con la tv dei ragazzi sul primo canale. Adesso le cose sono cambiate, e vogliamo metterci in testa che siamo i primi in Europa? Sono amareggiata perché c'è un grande sforzo da parte della rete, anche di Raidue, e sembra che non facciamo mai niente. Noi, a Trebisonda e a Gran concerto mostriamo i ragazzi come sono veramente. E non sono dei bellimbusti obesi, ottusi e bulli».
Alessandra Comazzi
per "La Stampa"
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