
Gli italiani popolo di concorrenti: tutti pazzi per i quiz in tv
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Repubblica.it
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Televisione
martedì, 11 novembre 2008 | Ore: 00:00

Si intitola "Un popolo di concorrenti" l'interessante libro di Ferdinando Sallustio (Bompiani, pagg. 361, euro 12) dedicato ai quiz a premi della televisione. Cinquant'anni di storia d'Italia che si snodano tra una domanda e una risposta, tra gettoni d'oro e singhiozzi, jingle e appalusi. Un affresco, prima in bianco e nero, successivamente a colori di un paese che, stando all'Istat, ormai di veri alfabeti non ne ha più, ma pullula di quelli cosiddetti di "ritorno". Confrontando infatti il livello delle domande a cui erano sottoposti i concorrenti di "Lascia o raddoppia" con le attuali richieste dei conduttori è come passare dall'Enciclopedia Treccani al Bignami.
Dice però Renzo Arbore nell'introduzione: "Difendo i quiz perché sono tornati ad essere un tributo all'informazione, una ginnastica mentale esemplare". Sarà, però è difficile credere che oggi ci sia qualcuno in grado di rispondere in diretta a interrogativi del tipo: "Quale imperatore concesse nel 313 la libertà di culto ai cristiani?", oppure "Che cosa sono sauri, ofidi, cheloni e loricati?". E' più facile azzeccare il pacco giusto e portarsi a casa una manciatona di euro.
L'autore del volume, Sallustio, ai quiz ci ha partecipato e anche molte volte (è stato supercampione di "Passaparola", Canale 5), ha scritto testi di canzoni e realizzato cortometraggi; il mondo della tv in pillole di cultura lo conosce molto bene e lo racconta come fosse un reportage documentatissimo, con tanto di testimonianze. Cino Tortorella ricorda "Chi sa chi lo sa" (in quel periodo l'Indice di gradimento funzionava): "Abbiamo avuto in studio personaggi come Giorgio Bocca e Salvatore Quasimodo"; loro facevano gli "arbitri". Alberto Pozzolini invece fu l'eroe di "Scommettiamo" nel'78 : "Ho ancora i gettoni della Rai nel caveau di una banca".
Scorrendo le pagine del volume si incontrano Ettore Andenna, Febo Conti, un giovane Fabio Fazio che su RaiTre conduceva "Porca miseria", Luciano Rispoli, Massimo Inardi che conosceva alla perfezione 60 materie, la signora Longari (sembra che la celebre battuta di Mike Bongiorno sull'uccello non compaia in nessuna registrazione del programma); si ripercorrono i passaggi della nascita della Fininvest, si ritrovano trasmissioni d'archivio ("Help", "Zig Zag" con Raimondo Vianello, "Urka", surreale gioco con Paolo Bonolis).
L'amara parabola del "Quiz Show" di Robert Redford si trasforma nel format condotto da Amadeus, su RaiUno, che del film ha solo il titolo ma che, insieme a "Chi vuol essere milionario?" su Canale 5 schiacciò il debutto quizzistico di Luca Barbareschi con "Greed" su RaiDue, che chiuse dopo una stagione.
Non è mancato nemmeno un quiz a carattere religioso: nel 2006 Mike Bongiorno invitò a "Il migliore" sedici sacerdoti. Vinse Don Pino Nigro. Tra le domandine del catechismo di Mike si segnalano: "Quali sono le opere di misericordia corporale?; Quale sacramento è anche detto Confermazione?".
Alessandro Rota
per
"Repubblica.it"