Tuttavia il nodo 'nomine' ha fatto comunque capolino. A casa del premier, all'ora di pranzo, si sono ritrovati i ministri leghisti Maroni e Calderoli, il responsabile delle Politiche europee Andrea Ronchi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, quello alle comunicazioni Paolo Romani, il sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher, e il quadrumvirato dei capigruppo Pdl di Camera e Senato, Cicchitto, Bocchino, Gasparri e Quagliariello.
La partita delle nomine non sarebbe comunque stata chiusa, ma si sarebbe consolidata la pole position di Clemente Mimun per la direzione del Tg1, così come resta forte in campo il nome del direttore del 'Mattino' Mario Orfeo alla guida del telegiornale della seconda rete.
Per l'attuale direttore del Tg2, Mauro Mazza, si profila il ruolo di direttore di Rai Uno, mentre candidata a guidare la seconda rete sarebbe Susanna Petruni (vice sarebbe Ida Colucci). Ma sull'incontro che si è tenuto a palazzo Grazioli sono piovute le critiche del Partito democratico che, con Paolo Gentiloni, ha parlato di vertice "indecente" e di "esibizione del conflitto di interessi". Replica del Pdl: "Gentiloni si metta l'anima in pace, a casa di Berlusconi non si è tenuto nessun vertice sulle nomine Rai".