Il flop del Bagaglino, Martufello: ''E' vero, ma non me ne capacito''
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Il Secolo d'Italia / Leggo
T
Televisione
martedì, 28 aprile 2009 | Ore: 00:00

Per qualcuno costituisce addirittura la prova che l'aria sta cambiando. C'è stata una certa soddisfazione a sinistra nel leggere i dati dell'Auditel, manco si trattasse dei risultati elettorali: l'11,41 per cento di share con appena 2.358.000 spettatori. Un crollo. Il parallelo è motivato dal fatto che la "satira cortigiana" - com'è etichettata da Repubblica - non può che essere "di destra". Come scrive Michele Serra, vuol dare «un'idea allegra e piaciona dell'Italia» e piace a «quella Roma dei palazzi inciuciona, spiritosa più per mondanità che per talento», della quale il Bagaglino «è stato per decenni uno dei ritrovi più accoglienti e fedeli».

Il Bagaglino non è una sorta di spettacolo di stampo territoriale, un po' com'è in politica la Lega Nord?
Macché, il nostro è uno spettacolo che penetra ovunque, in ogni angolo del Paese. E non è certo catalogabile come un fenomeno di quartiere. Facciamo circa 130 repliche all'anno dello show principale, il pubblico arriva da tutta l'Italia, ci si organizza con i pullman. I nostri spettatori se ne vanno a notte fonda, soddisfatti per aver trascorso una serata piacevole, all'insegna del sorriso. È chiaro che la presenza dei romani al Salone Margherita è massiccia, lavoriamo nel cuore della Capitale da tantissimi anni, esiste un rapporto d'amicizia profonda con la città.
E allora, che cos'è successo, c'è qualcosa che non ha funzionato?
Siamo ancora convinti, nonostante i dati dell'Auditel e la scelta della chiusura anticipata, di aver messo in scena un programma bello, di ottima fattura, elegante. In queste ore stiamo riflettendo, ma non cambiamo certo opinione sul livello qualitativo della trasmissione. Siamo altrettanto convinti che il format funzioni ancora, non è possibile che tanta gente ci abbia voltato le spalle dopo un flirt col pubblico durato un'eternità.
Sì, però le cifre restano quelle, l'undici per cento non è certo un exploit, considerando che Canale 5 è la rete più importante di Mediaset...
Senza dubbio ci sono stati anche fattori negativi. In primis, la concorrenza. Si sa che fare un programma con i bambini come quello trasmesso da Raiuno (e ci tengo a sottolineare che è uno show convincente) significa anche godere, già ai blocchi di partenza, di un vantaggio negli ascolti. Questo era ampiamente preventivato. Peraltro, il nostro programma e quello della Clerici sono ambedue indirizzati alle famiglie, pescano nello stesso bacino. Poi siamo incappati in un sabato santo, c'è stato il terremoto, c'è stato il weekend del 25 aprile...
Ma la gente si è sintonizzata altrove...
Questo è un giallo. Sono ventidue anni che andiamo in onda in prima serata con successo, ottenendo sempre ascolti notevoli. Mi sembra davvero strano che, nel giro di otto mesi, due milioni e mezzo di spettatori abbiano deciso di darci il benservito. Tutti sanno, infatti, che il nostro zoccolo duro è ampio, che per tantissime persone siamo un riferimento. I tradimenti sono all'ordine del giorno, ma questo è davvero troppo.
Non griderà mica al complotto...
No, ma certi commenti apparsi sui giornali non fanno bene a chi ha lavorato per anni a spettacoli importanti, come restano quelli del Bagaglino...
Probabilmente, però, occorrerebbe rinnovare la formula, magari adeguandosi ai palati di un pubblico televisivo che oggi premia i talent show o gli sguardi impauriti di Ferdi, il vincitore del Grande fratello.
Tutto è migliorabile. Ma stavolta credo che siano i critici a non aver visto il rinnovamento. Abbiamo voluto un ritmo più svelto, poca politica e più satira di costume, in poche parole un programma snello, capace di dare un po' di tranquillità alla gente.
Forse la satira è stata poco pungente...
Anche qui c'è da riflettere. Berlusconi sta al governo, non ci sono stati episodi grossolani su cui fare battute, la sinistra è pressoché scomparsa. Con chi te la vai a prendere?
Le famose otto donne, però, davano l'idea di essere imbalsamate, anche quelle dei reality erano più spumeggianti. Non è sitato un boomerang?
So solo che con quattro di loro abbiamo mandato avanti uno spettacolo di successo: fino all'ultima serata il teatro ha fatto registrare il tutto esaurito. Alle due di notte la gente aspettava che uscivamo dai camerini per gli autografi e le fotografie... E adesso che cos'è successo? Non ci hanno guardato in tv? Mi sembra davvero strano...
E in futuro?
Ci penseremo, noi ci organizziamo volta per volta. Una cosa però è certa: siamo e restiamo il Bagaglino. E questa è una garanzia, comunque la si pensi.
Siamo ancora convinti, nonostante i dati dell'Auditel e la scelta della chiusura anticipata, di aver messo in scena un programma bello, di ottima fattura, elegante. In queste ore stiamo riflettendo, ma non cambiamo certo opinione sul livello qualitativo della trasmissione. Siamo altrettanto convinti che il format funzioni ancora, non è possibile che tanta gente ci abbia voltato le spalle dopo un flirt col pubblico durato un'eternità.
Sì, però le cifre restano quelle, l'undici per cento non è certo un exploit, considerando che Canale 5 è la rete più importante di Mediaset...
Senza dubbio ci sono stati anche fattori negativi. In primis, la concorrenza. Si sa che fare un programma con i bambini come quello trasmesso da Raiuno (e ci tengo a sottolineare che è uno show convincente) significa anche godere, già ai blocchi di partenza, di un vantaggio negli ascolti. Questo era ampiamente preventivato. Peraltro, il nostro programma e quello della Clerici sono ambedue indirizzati alle famiglie, pescano nello stesso bacino. Poi siamo incappati in un sabato santo, c'è stato il terremoto, c'è stato il weekend del 25 aprile...
Ma la gente si è sintonizzata altrove...
Questo è un giallo. Sono ventidue anni che andiamo in onda in prima serata con successo, ottenendo sempre ascolti notevoli. Mi sembra davvero strano che, nel giro di otto mesi, due milioni e mezzo di spettatori abbiano deciso di darci il benservito. Tutti sanno, infatti, che il nostro zoccolo duro è ampio, che per tantissime persone siamo un riferimento. I tradimenti sono all'ordine del giorno, ma questo è davvero troppo.
Non griderà mica al complotto...
No, ma certi commenti apparsi sui giornali non fanno bene a chi ha lavorato per anni a spettacoli importanti, come restano quelli del Bagaglino...
Probabilmente, però, occorrerebbe rinnovare la formula, magari adeguandosi ai palati di un pubblico televisivo che oggi premia i talent show o gli sguardi impauriti di Ferdi, il vincitore del Grande fratello.
Tutto è migliorabile. Ma stavolta credo che siano i critici a non aver visto il rinnovamento. Abbiamo voluto un ritmo più svelto, poca politica e più satira di costume, in poche parole un programma snello, capace di dare un po' di tranquillità alla gente.
Forse la satira è stata poco pungente...
Anche qui c'è da riflettere. Berlusconi sta al governo, non ci sono stati episodi grossolani su cui fare battute, la sinistra è pressoché scomparsa. Con chi te la vai a prendere?
Le famose otto donne, però, davano l'idea di essere imbalsamate, anche quelle dei reality erano più spumeggianti. Non è sitato un boomerang?
So solo che con quattro di loro abbiamo mandato avanti uno spettacolo di successo: fino all'ultima serata il teatro ha fatto registrare il tutto esaurito. Alle due di notte la gente aspettava che uscivamo dai camerini per gli autografi e le fotografie... E adesso che cos'è successo? Non ci hanno guardato in tv? Mi sembra davvero strano...
E in futuro?
Ci penseremo, noi ci organizziamo volta per volta. Una cosa però è certa: siamo e restiamo il Bagaglino. E questa è una garanzia, comunque la si pensi.
Girolamo Fragalà
per "Il Secolo d'Italia"
per "Il Secolo d'Italia"
«Il pubblico era stanco del Bagaglino»
Nathalie Caldonazzo sulla chiusura di Bellissima: «Senza Lionello...»

«Sono affezionata a tutto il gruppo e spero che la loro avventura non finisca qui. Il Bagaglino mi ha dato tanto e ancora adesso, che ho scelto strade meno in vista, vivo della rendita di quella popolarità». Perché, che piacesse o meno, il Salone Margherita era un'istituzione della tv italiana, nata 36 anni fa su Raiuno e poi passata su Mediaset: «Ho bei ricordi di quel periodo - ha detto la Caldonazzo - noi donne eravamo trattate da regine. Penso a quando mi sono arrivate al bar del Margherita 1100 rose da un fan. È stato un record, nessuna al Bagaglino ne ha mai ricevute tante: me le avevano mandate su un camion, e il giorno dopo Martufello per gelosia mi ha spedito una cassa di frutta e verdura da Sezze, il suo paese».
Amarcord anche per Ramona Badescu, primadonna di Marameo nel 2002 e il prossimo ottobre in tv con Lo scandalo della Banca Romana: «Oreste per Natale regalava a tutti delle monetine d'oro, io ho dovuto insistere per fargli un regalo. Gli ho detto che glielo dovevo in cambio di tutti i soldi che gli avevo rubato: stando accanto a lui avevo aumentato le serate, ero cresciuta, lui era il mio maestro». Anche per lei l'avventura di Pippo Franco e Pingitore non può finire qui: «Il Bagaglino è una tradizione, un bene nazionale».
Ilaria Ravarino
per "Leggo"
per "Leggo"