Il cda della Rai ha approvato a maggioranza le deleghe dei quattro vicedirettori generali, dando anche mandato al direttore generale Mauro Masi di continuare il negoziato con Sky. Sulle deleghe hanno votato a favore i cinque consiglieri della maggioranza, voto contrario da Nino Rizzo Nervo e Girorgio Van Straten, mentre il centrista Rodolfo De Laurentiis non ha partecipato al voto e il presidente Paolo Garimberti si è astenuto.
Le deleghe dei quattro vicedirettori generali. Quattro i filoni seguiti nell'assegnazione delle deleghe ad Antonio Marano, Giancarlo Leone, Lorenza Lei e Gianfranco Comanducci. Il coordinamento dell'offerta, sempre più articolata, va a Marano; lo sviluppo del digitale terrestre e le strategie multipiattaforma, a Leone; la strategia di 'cost saving' nell'area del prodotto, con la razionalizzazione e l'ottimizzazione dei costi di funzionamento, a Lorenza Lei; l'approvvigionamento e la competenza sul patrimonio immobiliare, a Comanducci. L'articolazione delle deleghe dovrebbe garantire una maggiore rapidità decisionale. Il potere di firma resterebbe nelle mani di Masi.
Sky. La linea è di proseguire nella trattativa con la piattaforma che fa capo a Rupert Murdoch, valorizzando però l'offerta free, in particolare i tre canali generalisti Raiuno, Raidue e Raitre, che non potranno più restare nel bouquet di Sky a titolo gratuito.
Rizzo Nervo: Marano nuovo dg ombra. Il consigliere Nino Rizzo Nervo commenta le decisioni parlando di «negazione di qualsiasi regola di buona organizzazione aziendale». Rizzo Nervo definisce Antonio Marano il nuovo «direttore generale ombra. Faccio i miei complimenti e gli auguri di buon lavoro soprattutto ad Antonio Marano che, a dispetto del mio voto negativo, è da oggi il plenipotenziario, anzi il direttore generale ombra, di tutta l'offerta radiofonica e televisiva del servizio pubblico. Mai nella storia della Rai un vicedirettore generale ha avuto il controllo dell'intero patrimonio editoriale, nazionale ed internazionale, dell'azienda: a lui fanno capo, infatti, le direzioni palinsesto e marketing, diritti sportivi, Rai fiction, Rai cinema, Rai sat, Newco Rai international ed il coordinamento della radiofonia con buona pace di quanti in questi anni hanno invece sostenuto la necessità che la radio deve avere maggiore autonomia per non continuare ad essere la sorella povera della televisione. Cosa dire del resto se ad un altro vice direttore generale riportano importanti centri di spesa dell'azienda ma nello stesso tempo ha competenza sulla direzione Pianificazione e controllo che tra le sue funzioni ha anche quella del controllo sui centri di spesa? O del vice direttore generale che si deve occupare delle 'strategie multipiattaforme' senza avere però alcun rapporto neanche funzionale con le direzioni Nuovi media e Strategie tecnologiche? O del quarto che reintrodurrà probabilmente in azienda la pratica del baratto visto che riunirà sotto di sè le responsabilità di acquisto e vendita? Più che una riorganizzazione sembra la conclusione di una partita a Risiko: c'è chi ha conquistato l'America e chi si è dovuto accontentare della Kamchatka».
Dall'Agcom diffida al rispetto del pluralismo. Intanto l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni ha «diffidato oggi la Rai ad assicurare, per il futuro, un effettivo rispetto dei principi del pluralismo informativo», come stabilito dal contratto di servizio e dal Codice etico dell'azienda. L'Autorità, ha spiegato il presidente Corrado Calabrò in Vigilanza, ha così concluso «un'istruttoria per l'inadempimento dei compiti di servizio pubblico, aperta su istanza dei rappresentanti del movimento radicale, che avevano denunciato una 'lesione strutturale' del pluralismo nei loro confronti, dimostrata anche dalle numerose delibere che l'Agcom ha emanato su loro denuncia nei confronti dell'azienda pubblica».
Nell'istruttoria sono state prese in considerazione «tutte le decisioni adottate dalla commissione Servizi e Prodotti dell'Autorità (d'ufficio o su segnalazione), in materia di pluralismo informativo nell'arco di vigenza dell'attuale contratto di servizio 2007-2009». Nella diffida viene anche invitata la Rai a «predisporre, entro la scadenza dell'attuale contratto di servizio, criteri idonei per definire le modalità di concreta attuazione dei principi di libertà di espressione e di autonomia editoriale e le relative responsabilità aziendali», criteri che poi l'azienda dovrà trasmettere anche alla Vigilanza. Spesso, ha spiegato Calabrò, nei procedimenti intentati dall'Autorità, la Rai si è detta «estranea alle contestazioni mosse perchè le trasmissioni interessate erano prodotte all'esterno o erano poste sotto la responsabilità del conduttore che a sua volta rispondeva al direttore di rete o di testata». Di qui la necessità di «fare chiarezza sulle sfere di responsabilità».