Rai, la sfida di Zavoli e della Vigilanza: ''Rifondare il servizio pubblico
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: AGI

L’iniziativa è stata presentata con una conferenza stampa tenuta dallo stesso Zavoli, la prima da quando è presidente della Vigilanza. Con lui anche Lainati e Merlo. "Riprendiamo il ruolo che è della commissione sulle strategie, programmi e attività della Rai, azienda incaricata di servizio pubblico, e a questa notazione tengo molto", ha detto Zavoli. I tre seminari (il secondo si terrà il 19 gennaio prossimo e il terzo il 23 febbraio) vogliono essere qualcosa di “inedito”, che può anche “comportare qualche rischio”. L’obiettivo è "entrare in sintonia con il mondo che ci sta intorno, per capire il significato dell’essere servizio pubblico in un sistema dove il monopolio e’ finito e dove sono entrati soggetti nuovi, più articolati e laboriosi”.
I seminari hanno quindi “l’ambizione di alzare il livello del confronto, di uscire dalla querelle delle cose che prima o poi vengono contraddette, per stare invece sulle questioni di sistema: mercato, doverosità della Rai di ottemperare a servizi per la collettività in ragione di un canone”, ha aggiunto. Per Zavoli “c’è in giro una domanda sul dubbio che qualcosa possa essersi guastato tra servizio pubblico e opinione pubblica, e allora bisogna indagare, stare ai problemi non maniera faziosa, capire quale sia l’identità della Rai alla luce di un quadro mutato, complicato dalla presenza di altri soggetti sul mercato”. Il senatore ha sottolineato “vogliamo tenerci lontani dalla tentazione di ricadere nelle questioni ricorrenti, c’è bisogno di alzare l’asticella” ed ha ricordato di quando da presidente a viale Mazzini “alla prima riunione del Cda il discorso cadde subito sulla nascita del mercato. Bisognava immaginare come difendersi da questo. Ma il mercato in sé non è una parola indecente, è anzi il volano intorno al quale si realizzano cose, altrimenti sarebbe un’anarchia. Il mercato è suscitatore di occasioni. Dissi allora che ‘non voler stare nel mercato significa premeditare un suicidio’. Non si può da un lato essere contenti che il monopolio sia finito e poi impaurirci perché altri soggetti entrano in gioco”.
Zavoli ha rilevato che è importante “la tenuta della struttura, collegandola con i doveri che derivano per la Rai dal ricevere un canone, e compatibilmente con la raccolta pubblicitaria”. Non ha mancato di rilevare che “bisognava competere, non venir meno a quella opportunità, ma distinguendosi e non appiattendosi sulla concorrenza tradendo le caratteristiche di servizio pubblico”. E l’occasione storica era che “il palinsesto della concorrenza ci arricchiva perché ci diceva cosa non andava fatto. E invece in noi veniva meno. L’immaginazione è andata al potere forse con gli ingredienti non adatti…”.
I tre seminari serviranno a determinare “necessità e tipo d’intervento della Vigilanza per fornire alla Rai un indirizzo vincolante”, perché solo in questo modo si può “rifondare”. Anche i due vicepresidenti hanno sottolineato l’importanza di questi tre appuntamenti inconsueti della commissione. Lainati ha detto che “mettere a fuoco l’evoluzione del servizio pubblico in questi 50 anni è un obiettivo ambizioso e anche raggiungibile. Se non ci fossero 16 milioni di famiglie che pagano il canone, il servizio pubblico non esisterebbe”. C’e’ stata nel tempo per la Rai “una rendita di posizione che si è alimentata ed ha imposto di stare al passo con il competitore”, e qui Zavoli è intervenuto ricordando che ciò è però avvenuto “a scapito della qualità”.
A sua volta Merlo ha parlato di iniziativa “forte ed inusuale nella storia della Vigilanza, riportando questa al centro dell’attenzione e ribadendone il ruolo di indirizzo e non solo di controllo. Questi seminari contribuiranno a riscoprire le ragioni, l’identità del servizio pubblico, identità che non si deve ridurre a una sommatoria di faziosità”. Il grande obiettivo è “spronare la politica ad assumere le decisioni, il grande interlocutore è il legislatore, e auspico che arrivi una proposta concreta capace di innescare un meccanismo riformatore, con la Vigilanza come strumento per rifondare il servizio pubblico” attraverso un atto d’indirizzo.