La tv in tempo di crisi, con i reality che perdono audience mentre sale quella dei talent show, dei factual e decu-reality può diventare una sorta di moderno ufficio di collocamento, dove chi ha un'arte, un mestiere o semplicemente una passione, può torvare occupazione, oltre alla notorietà? è il tema attorno al quale si è sviluppata una tavola rotonda nell'ambito di 'Iolavoro' , lajob fair in programma fino a domani allo Juventus Stadium di Torino.
Al centro del dibattito, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Bruno Barbieri, giudice di Masterchef, il primo vincitoredella manifestazione, Spyros Theodoridis, 'I Sempreverdì Matteo Martinelli e Nicola Caffi Avogadri, Riccardo Chiattelli direttore contenuti di LaEffe, Simona Ercolani di Stan by Me e Pietro Grignani del Centro di produzione Rai di Torino, le ragioni per cui un esercito di eccellenze selezionate, messe al lavoro, premiate, sacrificate ma anche apprezzate per quello che sanno fare, diventano star.
«I talent - ha sottolineato Barbieri - sono programmi in cui non solo si ricercano talenti, ma in cui si raccontano delle storie,di giovani, di persone, di persone della strada che magari non ce l'hanno fatta nel mestiere che stanno facendo e che attraverso il talent raccontano qualcosa che avrebbero voluto fare. Quello che è importante, però - aggiunge - è sapere che la televisione non è il punto di partenza nè di arrivo, ma un mezzo, io per esempio ho un percorso di 30 anni nel mondo della ristorazione che, oggi, con Masterchef ho coronato con una ciliegina ma dietro ci sono tanti anni di tanto lavoro».
«Su venti partecipanti a un talent - ha aggiunto Simona Ercolani - magari uno, due o tre avendo una sorta di campagna pubblicitaria a loro disposizione, riescono ad accedere più facilmente al mondo del lavoro, per gli altri resta una grande avventura che comunque è formativa perchèmette in campo valori essenziali del mondo del lavoro, la meritocrazia , la sana competizione anche se tutto questo, bisogna esserne consapevoli, è al servizio dello spettacolo, dell'intrattenimento che è lo scopo dei talent show, che non hanno quello di creare lavoro».
«Se ieri il canale televisivo faceva a stagione 15 produzioni, oggi con la crisi ne fa cinque, quindi il lavoro si è ridotto di un terzo e accedervi è molto più difficile - ha proseguito Ercolani - per questo bisogna essere più bravi e più tenaci, bisogna studiare e saper fare più cose: oggi le nuove tecnologie, che sono un'opportunità non un nemico, consentono di ridurre le figure professionali, il fatto che si possa fare più cose con meno persone però non è detto che si sappia fare, per questo bisogna essere figure a tutto tondo con una formazione continua a tutto tondo».
Per Chiattelli di LaEffe, uno dei segreti è fare il mestiere «con passione», mentre il direttore del Centro di produzione Rai di Torino. Grignani, ha inviatato a non perdere mai il contatto con la realtà, mentre Spyros, ha ricordato che la vittoria a Masterchef «è stata un a grande opportunità ma poi tutto dipende da te, quando il programma finisce sei solo e solo se lo vuoi davvero ce la fai».