«Il telegiornale? Per me è come tornare al primo amore». È proprio da un Tg per ragazzi, nel '77, quando lui stesso era poco più che bambino, che è iniziata la carriera di Alessandro Cecchi Paone. Negli anni, poi, c'è stato il Tg2 «dei 10 milioni di ascolto», le esperienze a Canale 5 News e Studio Aperto. Fino al cambio pagina, con i programmi di divulgazione scientifica, l'intrattenimento (ben due volte sull'Isola dei famosi), le battaglie per i diritti civili e l'ambiente. Vent'anni dopo, Cecchi Paone torna al telegiornale, chiamato come vicedirettore e volto dell'edizione serale del nuovo Tg4, da lunedì alle 19.
«Sarà la mia Macchina del tempo dell'informazione», spiega all'ANSA, citando la sua creatura più celebre di questi ultimi anni. «Lo scopo è 'spiegare' le notizie, approfondirle, divulgando l'informazione classica - dice - Sempre più spesso, sentiamo parlare di luoghi e popoli lontani. Ma poi i curdi, ad esempio, quanti sanno davvero chi sono? Oppure i termini stranieri e le scoperte scientifiche: vanno spiegati per essere capiti». Ecco perchè il nuovo Tg4 sarà lungo addirittura un'ora («forse solo Barbato aveva osato tanto»), divisa equamente tra una prima parte di notiziario e una seconda di approfondimento, «con esperti, scienziati e uomini di cultura». Si parte subito premendo sull'acceleratore con Cecchi Paone in diretta 7 giorni su 7, almeno i primi tempi, «per dare un imprinting forte. L'idea - racconta - è tornare a identificare anchorman e Tg, all'americana». Nessun confronto con Emilio Fede, storico padrone di casa. «Tra la direzione Giovanni Toti e ora quella di Mario Giordano, non ho trovato più traccia del suo passaggio», dice.
Semmai con Enrico Mentana, «l'unico che in Italia segue questa linea. Lo stimo molto. Siamo due cavalli di razza, forse più simili prima, quando anch'io usavo una conduzione così ritmata. Ora stupirò, con un Tg più ragionato e raccontato». Ma in vent'anni, quanto è cambiata l'informazione in Italia? «Tra internet e canali all news - dice - la corsa a dare per primi la notizia non ha più molto senso. Per questo noi cercheremo di offrire un servizio diverso, solido, sostanzioso. La gente non ama i giornalisti? Il problema è che l'Italia è un paese piccolo, dove i poteri sono concentrati e sembrano parte dello stesso sistema. Poi forse, dopo Biagi, Montanelli, Bocca, non è ancora fiorita una nuova generazione di personalità di spicco».
Per l'informazione politica si lascerà guidare dal direttore Mario Giordano. Pur con il referendum sulle trivelle e la campagna per le amministrative ormai nel vivo, infatti, «la politica - ammette - non è mai stata la mia passione, nè gli scoppiettii di superficie. Sono più esperto di esteri, molto poco battuti dall'informazione italiana. Invece si deve mostrare quanto il mondo non abbia più frontiere e quali potrebbero essere le conseguenze di alcune decisioni». Ci sarà poi spazio per i temi che lo vedono in prima linea, dalle battaglie per i gay all'ambiente. «Chi ha fortuna nella vita dovrebbe mettersi a disposizione, come fanno gli attori americani - spiega - Ora avrò un ruolo diverso, ma si sa chi sono e come la penso. Sarà un Tg moderno, libertario e attento alle nuove generazioni». La notizia che spera di dare presto? «La vittoria definitiva sul cancro - conclude - Mai invece vorrei annunciare una guerra alle porte di casa con i nostri ragazzi che vanno a morire nel deserto».
«Cecchi Paone farà quello che dovrà fare, nel racconto, se ritiene, di quello che ho già fatto io, il cambiamento, nella vita , non sempre è utile, ma comunque va accettato e rispettato». Lo afferma Emilio Fede, storico direttore del Tg4, a proposito del nuovo conduttore dell'edizione serale del telegiornale di Retequattro «Nei confronti di Alessandro Cecchi Paone c'è assoluto rispetto umano e professionale, il resto lascia spazio al gossip, qualche volta di cattivo gusto - ha aggiunto - Ho fiducia nella redazione che è cresciuta con me, che saprà essere all'altezza di quello che con me hanno vissuto».