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Fiorello: 'In tv solo incursioni, Sanremo aspettami!'

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Fonte: La Repubblica

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Televisione
  giovedì, 22 febbraio 2007

«Non sto lontano dalla tv: ce l'ho in salotto, in cucina, la tengo a portata di mano. E poi sto sempre in televisione, faccio pure gli spot. Ormai l'ho capito: il mio modo di fare televisione non è classico, preferisco le incursioni, una serie di sorprese, qua e là, che possono spiazzare il pubblico». Fiorello ride. È a Torino, in giro per la città con mamma e autori, un gruppo di turisti che non passa inosservato: stasera farà lo spettacolo al PalaMazda. E stasera sarà anche in tv, nel suo piccolo, un evento straordinario: RaiSat Extra trasmette alle 21 "l'incontro d'autore" registrato dallo showman all'Auditorium-Parco della musica di Roma con Ernesto Assante e Gino Castaldo.

«Freccero ha ragione quando dice che RaiSat è un posto poco importante», commenta il direttore del canale Marco Giudici «ma sbaglia a snobbarlo perché è un posto, come dimostra l'evento di Fiorello, dove se ne riescono a combinare di tutti i colori». Già, perché avere due ore e mezza un Fiorello scatenato (complice il maestro Enrico Cremonesi) che imita Morandi, canta Paoli, De Gregori, Baglioni, Venditti, Battisti, Alan Sorrenti, Cocciante (anche in versione straziante gobbo di Notre-Dame) non è cosa di poco conto. Cintura nera di karaoke, così si definisce, Fiorello fa cantare tutta la sala. Un trionfo, senza dimenticare la canzone portata a Sanremo "Finalmente tu", un flop. «Sei entrato Papa e uscito cardinale» sentenziò Baudo. Sarà, ma il pubblico adesso la canta in coro con lui.

Fiorello, a proposito di Sanremo...
«Ah no, non cominciamo. Non posso dire niente, sto preparando una sorpresa che è meravigliosa, bellissima secondo me, che più sorpresa di questa non si può».
 
Tipo?
«Ma se la svelo che sorpresa è?».
 
Come vede Pippo Baudo?
«Lo vedo benissimo, fino a quando fa Sanremo è l'uomo più felice del mondo, realizzato, soddisfatto. Ha i suoi cantanti, le sue polemiche, le sue poetesse mandate a casa, i suoi scienziati bocciati».
 
Perché, nonostante le richieste, si limita a fare "incursioni"?
«Perché mi diverto cosi, mi piace sperimentare. Come la cosa che ho fatto per RaiSat. Mi è stato proposto: "Ti va di parlare della musica italiana in una maniera diversa?". Mi sono buttato, in una cornice non da lustrini e paillette, ma seria, all'Auditorium. Proprio con RaiSat abbiamo fatto il primo esperimento di Viva Radio2 in tv: da quella serata poi sono nate le incursioni su RaiUno».
 
Ammetterà, fare televisione così è un lusso.
«Potrebbe sembrare di sì, ma ci sono cose che vengono talmente bene al naturale, così carine che potrebbero avere un seguito. Per esempio abbiamo parlato di musica italiana, magari potremmo parlare di Elvis Presely, o di reggae. Per me anche andare a ricevere un premio ai Telegatti, e fare tre battute, è televisione».
 
Tv da incursione, appunto.
«Perché uno si deve fossilizzare con promo, foto sui giornali, conferenze stampa? Le cose che arrivano a sorpresa sono più belle, poi chi le becca le becca. Questa serata all'Auditorium non era nata per la tv, poi RaiSat ci ha proposto di mandarla in onda. Per carità per preparare le incursioni ci mettiamo quattro giorni, per Stasera pago io ci vediamo sei mesi prima. La verità è che sono un pigro impenitente, tento di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo».
 
Però è pigro a metà, col teatro gira tutta l'Italia.
«Non faccio fatica, la fatica non è il viaggio, prendere l'aereo. E neanche fare lo spettacolo, quello mi piace. Non devo fare niente, arrivo su un palco, il palazzetto è pieno. Bellissimo. Non vedo l'ora che arrivi il momento e non vedo l'ora di tornare a casa».
 
Poi c'è la radio.
«Il mio amore dal 2000. È partito tutto da lì. Adesso mi fermano per strada e non mi chiedono più: "Quando torna in tv?", o vabbè, qualcuno lo chiede, ma dicono tutti: "Quando riprende la radio?". Ci siamo inventati tanti personaggi... Poi c'è stata una puntata che abbiamo voluto fare apposta senza personaggi e nessuno se n'è accorto, bastava il clima e, mi si passi il termine, il cazzeggio».
 
Cosa salva di questa stagione?
«Ho guardato poco la tv quest'anno per via della tournée, ma ho seguito cose strane, mi piacciono molto lo stile con cui Nicola Savino e Alessia Ventura presentano il cinema su Sky. Un pezzettino di televisione d'autore che potrebbe innovare anche la tv generalista se avessero il coraggio: fanno promo meravigliosi».
 
Secondo lei manca il coraggio?
«Non posso permettermi di fare critiche. Una volta criticai La vita in diretta, e si sono così arrabbiati. Diciamo che la tv è uguale da un po' di anni. Le prime serate sono uguali, ciclicamente. Se uno manca dall'Italia per quindici anni e torna, ritrova gli stessi programmi, pari pari. Non è cambiato niente. E non mi scaglio neanche contro i reality: non sono più eventi, sono diventati programmi normali. Fino a quando la gente li guarda ce li becchiamo, è sempre il pubblico che decide chi va in tv».
 
Ha avuto una stagione d'oro, per cosa si dice bravo?
«Perché ho smesso di fumare. Lo posso dire perché è passato quasi un anno, lo auguro a tutti i fumatori d'Italia perché quando ci riesci ti senti soddisfatto. Veramente fumo durante lo show, per la gag di Camilleri tengo la sigaretta accesa. Ma non aspiro.».

Silvia Fumarola
per "La Repubblica"

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