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Era 'uno scherzo', il rene in palio al reality show olandese

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Fonte: Il Corriere della Sera

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Televisione
  sabato, 02 giugno 2007
 00:00

Tutto finto, o quasi. Una provocazione-beffa memorabile (ci siamo cascati tutti). Non c'era alcun rene in palio nel «Grotedonor-show», (Il Grande donatore show) mandato in onda ieri sera, in prima serata, dalla rete olandese «Bnn».

La malata terminale, presentata come Lisa, è in realtà un'attrice che ha recitato alla perfezione la parte di una giovane e bella donna colpita da un tumore al cervello e con ancora solo sei mesi di vita. I concorrenti, invece, erano veri.

Tre persone che si sono prestate a quello che è sicuramente riduttivo definire un gioco. «Abbiamo fatto tutto questo per attirare l'attenzione del pubblico sul problema delle donazioni di organi» ha rivelato alla fine il conduttore del programma, Patrick Lodiers. Missione compiuta? Si vedrà.

In coda passano sullo schermo le dichiarazioni indignate del premier Jan-Peter Balkenende. Finalmente il pubblico in studio scatta in un lungo applauso irridente. E lo spettatore, probabilmente, esce da quella specie di bolla surreale in cui era sprofondato accendendo la tv alle 20,30.

Su una pedana una poltrona bianca e tre seggiole rosse. Sullo sfondo una grande foto di Bart de Graaf, il fondatore di «Bnn», morto a trentacinque anni, dopo aver atteso un trapianto per sette. In piedi il presentatore introduce l'argomento, manda subito la banda verde con il numero per gli «sms», invita a più riprese «chi ascolta da casa» a iscriversi nel «registro pubblico dei donatori», perché «oltre mille persone stanno aspettando una telefonata da oltre quattro anni».

La platea dei malati è rappresentata da Esther-Claire, olandese di origini turche, 36 anni, professione giornalista radiofonica. Poi arriva Vincent, biondino di 19 anni, studente-infermiere e infine Charlotte, 35 anni, assistente sociale. 

Il montaggio ondeggia in maniera spericolata tra verità e finzione. Scorrono le immagini della vita quotidiana dei «pretendenti»: il giovane è in dialisi da quando andava all'asilo, ha subito due trapianti di rene. Senza successo. Esther-Claire racconta che ogni notte dorme attaccata ai macchinari, dopo tre operazioni andate a vuoto. E così via. Frammenti di sofferenza alternati a momenti improbabili.

Come quando il presentatore chiede: «Ma voi donereste un rene a un serial killer?». Piccoli segnali che preannunciano il colpo di scena finale. Seguito da un'affollata conferenza stampa, davanti a giornalisti accorsi da tutto il mondo (comprese «Cnn» e «Al Jazeera»). La discussione continua: resta da vedere se da oggi si parlerà più di trapianti e liste d'attesa o non, piuttosto, di televisione.

Giuseppe Sartina
per "Il Corriere della Sera"

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