Non c'è pace per il telegiornale di Gianni Riotta. Seppure riesca bene a tenere il passo con la concorrenza, lasciando i «nemici» del Tg5 a qualche punto di distanza, continua a collezionare gaffe su gaffe.
Eccone un'altra, addirittura poche ore dopo quella che ha visto il telegiornale della rete ammiraglia del servizio pubblico censurare le proteste indirizzate a Prodi in quel di Trento.
Che cosa è successo? Nell'edizione del Tg1 della notte tra venerdì e sabato, la conduttrice Laura Mambelli, poco prima della chiusura, ha annunciato l'esplosione dello Shuttle (complice un lancio altrettanto errato dell'Apcom...). Una catastrofe.
Il tempo di mandare in onda la sigla, di vedere un po' di pubblicità, e riecco apparire di nuovo in video la Mambelli che smentisce la notizia, senza che sia riandata in onda la sigla del tg. In pratica ha fatto le veci della signorina buonanotte. E che buonanotte!
Ma il buongiorno è stato peggiore: le urla di Riotta le ha sentite, a chilometri di distanza, pure il cavallo di viale Mazzini. Ovvio, la conduttrice non ha colpe, non toccava certo a lei verificare la notizia prima di darla. Ma qualcuno in redazione di sicuro ha sbagliato. Errore umano o sabotaggio? Mah. Sta di fatto che la gaffe è enorme.
Laura Mambelli appartiene alla schiera delle nuove nomine, quelle volute esplicitamente dal hrettore Riotta dopo un casting di più di 30 provini, con redattori equamente suddivisi tra i vicini al centro-destra e i vicini al centrosinistra.
Un'illusione di meritocrazia, secondo coloro che non sono riusciti a strappare la conduzione; un nobile gesto di par condicio, secondo Riotta. Morale della favola: hanno superato il turno, oltre alla Mambelli, Barbara Carfagna, l'inaffondabile Monica Maggioni e Piero Damosso, l'unica nomina maschile, se si eccettua quella del membro del cdr Filippo Gaudenzi al Tg1 delle 13,30.
Estratto di un articolo
di Marco Castoro
per "Italia Oggi"