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Alla domenica mattina sulla seconda rete Mediaset si incollavano davanti alla tv ben un milione e seicentomila piccoli per seguire i loro beniamini (lâanno scorso quando lo show andò in prima serata si arrivava anche a due milioni e mezzo di spettatori). Ma, nonostante il successo del programma, il direttore di Italia Uno Luca Tiraboschi non ci ha pensato due volte a eliminare dalla programmazione Smack Down, titolo che fa riferimento alla categoria in cui gareggiava Benoit. «Lo abbiamo deciso nel rispetto del pubblico dei più piccoli - spiega Tiraboschi - non si può correre il rischio di confondere la realtà con la fantasia».
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Direttore, ma non è un poâ ipocrita mandare in onda per mesi quelle immagini e poi ritirarsi quando succede una tragedia privata?
«Guardi, il wrestling su Italia Uno lâho portato io, e quindi non ho mai dubitato della bontà della scelta. E penso che finora fosse innocuo, al pari delle commedie di Bud Spencer e Terence Hill. Finché si tratta di botte tra personaggi al confine tra i supereroi dei fumetti e i protagonisti dei cartoni animati, mi sembra che si rientri nei giusti canoni dello spettacolo e del divertimento».
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Poi è arrivata la tragedia...
«Infatti, quando la cronaca nera più efferata contamina la nostra proposta, allora Italia Uno non ci sta più. Benoit era un idolo dei bambini, e non si può continuare a mostrare uno spettacolo in cui uno dei protagonisti ha ucciso moglie e figlio».
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Però la televisione, anche la sua, è piena di cartoni animati violenti...
«Veramente, cerchiamo di starci attenti. Anche Willy Coyote, per citare un cartone animato classico, viene continuamente spiaccicato al suolo da sassi giganteschi e subisce ogni tipo di vessazioni, ma queste sono immagini quasi catartiche. La stessa funzione delle favole. Tuttâaltra cosa è la televisione che diventa cronaca, il rischio per i bambini è troppo alto».
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Fino a quando cancellerete il wrestling?
«Fino a data da destinarsi».
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Laura Rio
per "Il Giornale"
per "Il Giornale"