In 15mila senza tv: in provincia di Rieti rischio black out con lo switch-off
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Il Sole 24 Ore Roma
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Digitale Terrestre
mercoledì, 14 ottobre 2009 | Ore: 00:00

Fino a oggi, i centri abitati della comunità montana, che contano all'incirca 15mila abitanti, ricevono in buona parte il segnale analogico attraverso ripetitori installati dalla Comunità montana, autorizzati dal Ministero delle Comunicazioni. Si tratta di piccoli impianti che, tuttavia, costituiscono l'unica fonte di ricezione per aree disagiate e case isolate, che in queste zone non sono l'eccezione ma la regola.
Cosa rischia di succedere? Secondo il presidente della Comunità montana Carmine Rinaldi, con l'entrata in funzione del digitale terrestre, gli impianti analogici di proprietà dei Comuni e delle Comunità montane non riceveranno più il segnale dalla Rai e sembra che tali Enti non possano essere assegnatari di diritti d'uso in quanto operatori di rete digitali.
Da metà a fine novembre, com'è noto, è previsto il passaggio di Roma e del Lazio, esclusa la provincia di Viterbo, alla trasmissione digitale con lo spegnimento degli impianti analogici. In attesa che il problema venga risolto sul piano giuridico e tecnico, si chiede, la Comunità montana, «i nostri centri abitati che sono in zone che non ricevono il segnale direttamente dalle emittenti televisive, saranno oscurati». I ripetitori televisivi, ma ve ne sono anche di radiofonici, sono stati tutti autorizzati in base alla legge 249 del 1997, la famosa legge Meccanico. A Varco Sabino, ad esempio, si ritrasmettono i segnali delle tre reti Rai, delle tre reti Mediaset e di La 7 e Mtv. A Poggiovalle le sei reti principali, così come a Concernano. A Torano e Borgo S.Pietro, invece, gli impianti degli enti locali ripetono solo i programmi delle tre reti pubbliche.
Il presidente della provincia di Rieti, Fabio Melilli, ha interessato della vicenda il vicenimistro delle Comunicazioni, Paolo Romani, mentre il consigliere regionale Mario Perini ha scritto al presidente della Regione, Piero Marrazzo, e del Consiglio regionale, Bruno Astorre, oltre che alle competenti commissioni parlamentari. Entrambi affermano che la soluzione di far dotare ogni singolo televisore (non ogni singola abitazione) di un decoder satellitare Tivù-Sat obbligherebbe le famiglie interessate, tra cui vi sono molte coppie anziane o anziani soli, ad acquistare e ad installare a proprie spese un'antenna parabolica, in aggiunta al costo dei decoder TivùSat (o Sky ma in questo caso non si vedrebbero molti programmi Rai, tra cui le partite della Nazionale di calcio).
Non solo: con la ricezione satellitare gli abitanti di questa parte del reatino non potrebbero vedere l'informazione regionale della Rai (che, in diverse zone del reatino e del viterbese, per la verità, è preclusa già con la ricezione analogica, perché, per radio, si ricevono spesso il Gr dell'Umbria o della Toscana invece che il Gr dì Roma e Lazio mentre alivello televisivo, in provincia di Viterbo si vedono le emittenti locali umbre e non quelle laziali, a tutto vantaggio delle emittenti nazionali).
Marco Mele
per "Il Sole 24 Ore - Roma"
per "Il Sole 24 Ore - Roma"