
Su questi temi si è dibattuto, venerdì 19 febbraio a Firenze, nel corso di un convegno organizzato dal Corecom della Toscana (Comitato regionale per le comunicazioni).
Ad aprire la discussione il saluto del vice presidente del Consiglio regionale Angelo Pollina: "Si tratta di una novità che cambierà le nostre abitudini e ritengo sia utile dibatterne, il compito di occuparsi della materia è stato affidato a Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) che già si è distinto in altri settori fondamentali. Al momento - e conclude - in Regione si è creata una situazione di stallo della procedura che permane datata al 2012, sarebbe il caso anche di anticipare i tempi poiché restiamo l'ultima realtà locale ad impiegare questa innovazione che comporta grandi prospettive. Dobbiamo prevedere un’ottima campagna di informazione per coinvolgere tutti i cittadini ad un passaggio inevitabile, garantendo e salvaguardando il legittimo diritto d’informazione. In questo senso, per le fasce più deboli, sarebbe auspicabile un coinvolgimento del mondo associazionistico anche per questioni solo per alcuni banali, come la predisposizione del decoder o l’utilizzo di un telecomando diverso dal solitoâ€.
Marino Livolsi presidente di Corecom: "Fortunatamente o purtroppo i tempi sembrano ristretti, se questo sia un bene o un male emergerà proprio dal dibattito in corso. Si tratta di un argomento che mette in campo opportunità per un verso - spiega - e necessità e problematiche se visto dalla parte delle emittenti locali e dei consumatori. Le opportunità sono dovute - continua - ad un sistema che diversifica l'offerta, evidenzia il pluralismo e comporta innovazione tecnologica, di contro, occorreranno investimenti economici di grandissima e media portata ed i consumatori finali non saranno da meno dovendosi adeguare al cambiamento in atto per continuare ad usufruire del servizio"
Leonardo Tirabassi (vice presidente Corecom con delega al piano sul Digitale Terrestre): "La competenza su questa materia dobbiamo ricercarla nell'articolo quinto della Costituzione, la Regione Toscana ha il vantaggio di poter operare dopo aver visto già quanto è accaduto altrove e può confrontarsi con le problematiche venutesi a creare nel Lazio piuttosto che in Emilia. Quel che abbiamo chiesto - ricorda - è la realizzazione di un tavolo tecnico cui partecipino tutti i soggetti interessati, così da muoverci per tempo ed arrivare al momento opportuno, anticipato o prestabilito, già con una serie di soluzioni praticabili. Si tratta di operare - spiega - sul diritto all'informazione ma anche sul diritto ad essere informati del cambiamento in atto, mi riferisco soprattutto alle cosiddette fasce più deboli, ed al tempo stesso la tutela delle emittenze locali, di un mercato che sì trova sviluppo, ma anche difficoltà notevoli dovute ai costi di attivazione e predisposizione del servizio. Nelle lacune entrano gli sciacalli - e conclude - quindi per evitare costi altissimi di apparecchiature ed installazioni e per evitare scorrettezze nell'uso delle frequenze occorre approntare un regolamento che sia chiaro e condiviso"
Un incontro voluto per “accendere i riflettori, e mantenerli accesi – ha spiegato nelle conclusioni il consigliere dell’Authority con delega alla comunicazione Vincenzo Caciulli – su quella che sarà una vera e propria rivoluzione nella tecnologia utilizzata per la telediffusione. Una rivoluzione che occorre governareâ€. Una sfida, dunque, che “tutti devono sapere e imparare a cogliere. A cominciare dalle istituzioniâ€. La Regione in primo luogo, assente al seminario cui hanno partecipato tutti gli attori e i soggetti coinvolti. Per Caciulli, “la mancanza di quei settori dell’amministrazione regionale che si occupano di comunicazione, di connettività e quindi del digitale, non è un segno positivoâ€.
I segnali di cambiamento di una “transizione che non sarà facile e sulla quale non occorre spingere troppoâ€, sono già in atto e arrivano da molte parti. Sono dati che occorre “mettere in chiaro†e sui quali la Giunta aveva provato ad intervenire con una proposta di legge di riordino del sistema degli impianti. Una proposta tuttavia rimandata alla prossima legislatura anche a seguito delle osservazioni pervenute dai singoli operatori e dalle perplessità avanzate dallo stesso Corecom: “Era – ha spiegato Caciulli – una proposta che guardava agli impianti solo da un punto di vista urbanistico e ambientale e teneva fuori tutto il pacchetto delle reti, evidentemente non considerate valore economico e opportunità d’innovazioneâ€.
Sulla sfida del digitale, che in altre realtà è stata vissuta con notevoli problemi, tutto è ancora da giocare. Il tempo che rimane alla Toscana potrebbe servire per costruire un vero e proprio “pacchetto sulla base e sulla scorta di esperienze già avviateâ€, come ha fatto notare il presidente del Corecom Marino Livolsi, “perché – ha continuato Caciulli - il processo non sia solo a vantaggio dei grandi player nazionaliâ€. Necessario, quindi, un dibattito da sviluppare nel corso del 2010 con appositi tavoli di confronto e con le realtà locali che dall’avvento del digitale potrebbero ricavare opportunità anche in termini di risorse economiche.
Ne è convinta Gina Nieri consigliere di amministrazione Mediaset, che proprio sul piano del locale, ha auspicato lo “sviluppo di un orgoglio territoriale, da parte delle realtà vere e più consolidate†unito alla “richiesta di una pianificazione degli spazi anche sulle frequenzeâ€. “C’è bisogno – ha continuato – di aiutare a qualificare l’offerta locale perché la trasformazione è già in atto e nonostante le date fissate, la spinta ad un’accelerazione sarà sempre maggiore e arriverà direttamente dai cittadiniâ€. Per questo, anche per scongiurare le difficoltà già vissute in altre regioni, “occorrerà una grande capacità d’informazione e di comunicazione nei confronti dell’utenzaâ€
"Nell'ultimo trimestre sono stati venduti - spiega Nieri - 130.000 Decoder o Tv integrate al giorno, se stabiliamo 100 il totale del consumo televisivo, il 33% è già del Digitale terrestre; basti pensare che Boing ed Iris sono nell'Auditel, appena dietro ai canali tradizionali. Il passaggio non è stato facile neppure per noi - continua la consigliera di Mediaset - abbiamo investito un miliardo e mezzo per sistemare gli impianti, nel passaggio dalla tv a legna a quella elettricaper capirsi".
Su una “spinta al digitale sempre crescente†e sui problemi del passaggio al digitale, ha parlato anche Giorgio Van Straten consigliere di amministrazione Rai: “Le difficoltà di approccio alla nuova tecnologia devono essere affrontate con l’intervento della regione e degli enti localiâ€.
“Il digitale – ha continuato – è un’occasione per un allargamento del mercato e quindi per la disponibilità di maggiori risorse attraverso lo sviluppo della componente a pagamento. C’è poi la questione di un allargamento a soggetti oltre il tri-polio Rai-Mediaset-Sky che offre un’opportunità di miglioramento dell’offerta in termini di qualità e quantità â€. Su queste tre direttrici, Van Straten ha insistito perché le istituzioni regionali “giochino un ruolo di governo magari potenziando le convenzioni già in essere. La vera sfida – ha concluso è il passaggio dalla televisione come strumento fisico unico, a contenitore di prodotti accessibili in tanti modi diversiâ€.
Al seminario hanno portato il contributo anche Filippo Rebecchini presidente FRT, Mauro Vergari Adiconsum e rappresentanti delle emittenti televisive locali.
Filippo Rebecchini presidente della Federazione Radio e Tv: "I problemi per le emittenti locali sono enormi, i costi insostenibili, per una innovazione sì utile, ma che non comporta un adeguato rientro economico pubblicitario, con una concorrenza spietata tra Tv, Satellite, Internet e banda larga. Le antenne dell'analogico - spiega - non reggono il digitale che deve essere perfetto, porto l'esempio della mia abitazione a Roma; su tre televisori vedo tre situazioni diverse, in una stanza prendo un canale, in una un altro e nella terza se prendo bene i primi non vedo più i vecchi canali. Il problema della numerazione dei canali è gravissimo e sintomatico - evidenzia - fortunatamente è in via di approvazione il Decreto che recepisce la normativa comunitaria e che consentirà all'Authority di stabilire l'ordine dei programmi altrimenti proseguirà quanto già accaduto ovvero la corsa alle numerazioni basse".
Lasciando libere le frequenze infatti, l'emittente predilige posizionarsi entro i primi 100 canali disponibili per poter essere facilmente rintracciata dall'utente, il sistema di decodificazione non prevedeva di dover decidere in tal senso ed è impreparato al conflitto di interesse tra programmi diversi che decidano di utilizzare la stessa frequenza di trasmissione, avviene così che la ricezione subisca il sovraccarico di dati informativi bloccando la proiezione del segnale visivo e/o sonoro.
Luigi Bardelli (Comitato esecutivo Aeranti - Corallo) difende il patrimonio delle Tv locali e ripete più volte di non accelerare i tempi perché le piccole emittenti non sono ancora pronte e soprattutto delle 44 televisioni della Toscana occorrerà contarne almeno 5 per ciascuna in più, poiché l'offerta quintuplica e necessiterà organizzarle qualitativamente.
Mauro Vergari di Adiconsum: "Il povero consumatore subisce tutto questo - esordisce così - è la classica cosa all'italiana, si è partiti senza preparare nulla ed ora si trovano rimedi in corso d'opera. Nel Lazio non è stato fatto nulla - commenta - è il caos, sparito l'analogico e qualcuno ha spento il televisore perché non vedeva più nulla. La Regione non ha agito per tempo - continua - io stesso ho svolto servizio di informazione agli utenti, raccogliendo testimonianze imbarazzanti relative ad installatori che si sono presi fino a 200 euro di intervento per poi tornare dopo il passaggio a digitale (switch off) e ripetere l'intervento".
"In Trentino si sono mossi per tempo e bene - sottolinea con forza - attuando un piano preventivo, informando i cittadini ed addirittura svolgendo un servizio di manutenzione e di controllo impianti gratuito tanto che i tecnici sono stati chiamati Angeli del Decoder; il fatto non è solo cosa comprare, come e controllando quali dei tanti bollini esposti sui nuovi televisori, ma anche cosa fare fisicamente quando avviene il passaggio dello switch off dal giorno alla notte".
"Il consiglio di Adiconsum alla Regione Toscana - e conclude - è quello di effettuare un censimento degli impianti per sapere già chi potrebbe avere problemi di ricezione, inoltre di interessare le strutture di volontariato sociale per informare quanto più possibile i cittadini, anche quelli nelle piccole frazioni, che rischiano di restare nella rete dei soggetti più forti costretti a cambiare l'antenna o il decoder o tutti e due senza magari sapere che lì prendono solo la banda stretta Vhf".