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Onda lunga del raid Bollorè, Sky nella scuderia Fox. Ora occhi a Telecom, domani Cda

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Fonte: Digital-News (com.stampa)

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Economia

Onda lunga del raid Bollorè, Sky nella scuderia Fox. Ora occhi a Telecom, domani CdaIn attesa di capire come voglia muoversi Vincent Bolloré su Mediaset, già ora la zampata del finanziere bretone fissa nuovi paletti agli scenari del risiko. Uno scossone al comparto era arrivato solo una settimana fa con l'annuncio di Rupert Murdoch di voler stringere la presa su Sky in Europa per accelerare nella creazione di una piattaforma comune europea dei contenuti. Oggi è emerso che la 21st Century Fox (Murdoch ha il 38,4%) ha trovato effettivamente l'accordo con Sky, per rilevarne il 61% non ancora posseduto in una mossa da 14 miliardi di euro. Pochi mesi fa, invece, l'operazione da da 85,4 miliardi di dollari di At&t per comprare Time Warner.

Tutti segnali di un mondo dove da un lato i media tradizionali cercano di reagire alla concorrenza di servizi online come Netflix. Mentre su larga scala il trend è unire le attività nei contenuti ai sistemi per distribuirli. In questo scenario arriva la mossa di Bolloré. E visto che il raider già controlla tramite Vivendi (a sua volta controllata al 20%) il nostro ex monopolista delle tlc Telecom Italia (al 24,19%) e che ora Vivendi è con il 20% secondo socio di peso del primo gruppo media privato italiano si moltiplicano le speculazioni, benché allo stato senza riscontri. In realtà non è neppure chiaro se il finanziere bretone andrà alla scalata di Mediaset, al momento anzi non parrebbe (il gruppo ha solo detto che è una mossa non «ostile»). L'Agcom ha già dato l'altolà.

E il presidente di Telecom Giuseppe Recchi ha escluso un ruolo: «Siamo totalmente estranei alla vicenda, non abbiamo un coinvolgimento né diretto né indiretto», ha detto. Gli interrogativi restano, mentre ci si chiede anche quali potranno essere le contromosse della Fininvest di Silvio Berlusconi. L'incursione di Bolloré, è la domanda, gli ha ridotto lo spazio d'azione? Solo venerdì scorso avevano ripreso spinta le voci ricorrenti sulle possibili manovre della francese Orange, dopo che l'A.d della società ha ipotizzato un interesse su Canal Plus, tivù che fa capo a Bolloré. Lo schema, si vorrebbe, dovrebbe essere una convergenza tra Vivendi e Orange, con un incrocio azionario, grazie all'apporto da parte di Vivendi di Telecom Italia. Le nuove tessere del puzzle hanno poi una loro complessa lettura politica, con la mossa di Murdoch che si può leggere anche come un giocare d'anticipo sulle future politiche economiche dell'amministrazione Trump. Al pari di Bolloré che, volendo, a sua volta gioca d'anticipo sulle presidenziali francesi. Altri interrogativi riguardano poi gli intrecci di persone e nazionalità, dove un ruolo predominante sembra averlo la Francia: Bolloré è secondo azionista di Mediobanca (8%), a sua volta primo azionista (13%) di Generali (Bolloré ne è stato vice presidente e ha tutt'ora quote). Se non fosse bastato il ricorrente tormentone, poi, sulle nozze Axa-Generali, nell'ultimo riassetto della governance della compagnia di Trieste al vertice è finito proprio un ex uomo Axa, Philippe Donnet.

Un altro francese, Jean Pierre Mustier ha approntato il nuovo piano industriale di Unicredit annunciando per il prossimo anno un aumento di capitale da ben 13 miliardi. Il tam tam delle indiscrezioni di stampa poi chiama in causa una francese, SocGen, per una presunta aggregazione con Unicredit. Mustier, ex SocGen, è amico di Donnet (Affari e Finanza di Repubblica ha rivelato di un loro investimento congiunto in una foresta) e un paio di mesi fa la francese SocGen era spuntata con una quota robusta di Generali (4,1%) montata con opzioni e partecipazioni potenziali. In tutto questo si riunirà domani un consiglio di amministrazione di Telecom, che pure registra a sua volta uno scenario mutato all'indomani del cambio di Governo, con nuovi interrogativi ora sulle sorti dell'iniziativa concorrente nella banda larga, Enel Open Fiber.

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