E' battaglia feroce attorno a Mediaset. Dopo un fine settimana di tregua armata Vivendi ha svelato le sue carte, annunciando di puntare ad arrivare fino al 30% del gruppo televisivo di Cologno Monzese. Soglia oltre la quale scatta l'Opa obbligatoria. Una vera e propria dichiarazione di guerra in un clima già rovente. Per Fininvest quella dei francesi e' una strategia «molto aggressiva che, mossa dopo mossa, non fa che confermare tutte le irregolarità e le gravi violazioni evidenziate da Fininvest nelle denunce e negli esposti presentati alla Procura della Repubblica e alla Consob».
Altre azioni giudiziarie seguiranno, annunciano. Dopo l'esposto alla Procura, la finanziaria di Berlusconi ne ha presentato uno alla Consob in cui accusa i francesi di aver manipolato il mercato e abusato di informazioni privilegiate, e dove chiede alla Commissione di agire secondo i suoi poteri. Pur non citato, il sequestro delle azioni Mediaset che Vivendi ha rastrellato e' una delle sanzioni possibili. Nei giorni scorsi Fininvest aveva adombrato che con il forfait su Premium Vivendi avesse fatto scendere le azioni Mediaset per poi farne incetta. Una convocazione della Consob per i rappresentanti di Vivendi sarebbe già partita, e l'audizione si potrebbe tenere prima di Natale.
Nello sferrare l'offensiva i francesi hanno richiamato in causa la partnership strategica chiusa ad aprile con Mediaset su Premium, e la causa legale che ne e' scaturita. Ribadito di avere cercato una «soluzione amichevole». E spiegato di aver deciso di salire al 20% perché ritengono che l'interesse strategico della partnership industriale superi la posta in gioco nella causa. Ma dopo l'incontro tra Arnaud De Puyfontaine, presidente del consiglio di gestione, e Pier Silvio Berlusconi, a.d. di Mediaset, e il no del Biscione a qualsiasi trattativa, il Cda di Vivendi ha deciso «di aumentare i propri investimenti in Mediaset con l'acquisizione di ulteriori quote in base alle condizioni di mercato entro i limiti del 30% dei diritti di capitale sociale e di voto». Ed e' assai probabile che si sia già assicurato il modo per ottenerlo, tramite diritti e opzioni.
L'obiettivo ufficiale e' sempre quello di una media-company del sud Europa, che sappia unire media e contenuti. Ma appunto, se Vincent Bollore' muove le sue truppe, la finanziaria di Silvio Berlusconi schiera le difese e chiede alla Consob di esercitare i suoi poteri. L'esposto Fininvest si appella ai poteri della Commissione, previsti dal Testo Unico della Finanza (Art. 187 octies). Oltre ad affermare che in capo alla Commissione c'e' il compito di vigilare sull'osservanza delle disposizioni di legge, nell'articolo del Tuf citato si fa riferimento tra l'altro al fatto che l'autorità possa chiedere notizie, dati o documenti, registrazioni telefoniche, procedere ad audizione di persone, al sequestro di beni (in applicazione di sanzioni amministrative), a ispezioni o perquisizioni, dove per il sequestro e le perquisizioni e' necessaria la una previa autorizzazione del procuratore della Repubblica. Ma sono atti che hanno i tempi tecnici di una istruttoria giudiziaria. Tempi che potrebbero non essere quelli delle ore, nemmeno dei giorni. Gli occhi sono puntati su Cologno Monzese: si riunisce il cda di Mediaset, il primo dopo l'inizio del raid francese.