Una delle più grandi e importanti organizzazioni mondiali di videonews non ha alle sue dipendenze giornalisti o conduttori, non possiede costose attrezzature satellitari e non produce nemmeno le notizie che diffonde. In appena sette anni di vita, YouTube e' diventato un'importante fonte di notizie, attirando un audience che compete con quella dei tradizionali network tv e creando una nuova forma di 'giornalismo visivo'. E' quanto si legge nel nuovo studio del Project for Excellence in Journalism del Pew Research Center che sancisce il ruolo di YouTube quale fornitore di notizie.
Lo studio rivela che il sito ha permesso a decine di milioni di persone in tutto il mondo di seguire eventi quali lo tsunami giapponese, la Primavere Araba o l'uccisione di Osama Bin Laden, consentendo agli utenti di creare la propria agenda televisiva 'on demand'. Alcuni dei video, sottolinea lo studio, sono rimasti nella classifica dei piu' visti su YouTube per settimane, anche dopo che i canali televisivi tradizionali avevano rivolto la loro attenzione ad altri argomenti.
I video relativi allo tsunami del 2011 e alle sue conseguenze sono stati i piu' cliccati nella categoria "notizie e politica" di YouTube durante il periodo di 15 mesi di osservazione del sito da parte dei ricercatori del Pew Research Center, iniziato nel gennaio 2011. I 20 video piu' visti dello tsumani sono stati visti complessivamente 96 milioni di volte. Lo scorso ottobre, invece, il video piu' visto nella categoria news e' stato quello relativo all'incidente mortale del pilota italiano Marco Simoncelli durante il Gran Premio della Malesia.
A differenza dei media tradizionali, che producono la maggior parte del loro materiale o la ottengono da altre fonti professionali, YouTube mostra video che provengono dalle fonti più svariate. I video provenienti dai canali tv (e spesso postati, senza permesso, dagli utenti) appaiono essere la fonte principale del materiale più cliccato sul sito. Si tratta di poco più della metà dei 260 video risultati più popolari durante i 15 mesi di osservazione dello studio. I video «auto-prodotti», girati dai testimoni oculari di eventi, con videocamere o smartphone, rappresentano invece circa il 40 per cento del totale. Russia Today, un'emittente tv sostenuta dal governo russo, ha prodotto 22 dei 260 video più popolari.
La maggior parte di questi riguardavano fatti e eventi relativi alle elezioni presidenziali in Russia. A seguire, tra le fonti professionali più viste su YouTube, c'è Fox News. Per certi versi, la popolarità delle news presenti su YouTube non deve sorprendere. Il sito è il terzo più visitato sulla Rete dopo Google e Facebook e vanta oltre 4 miliardi di video visti ogni giorno, di cui circa un terzo negli Stati Uniti.
A conferma del 'poterW' raggiunto, sottolinea lo studio, i tentativi dei governi di Paesi quali la Cina, la Libia, il Pakistan, il Bangladesh e l'Iran di impedire ai propri cittadini l'accesso al sito. Lo studio mette anche in guardia dai rischi che si annidano dietro a tanta popolarità. Non essendoci standard etici chiari riguardo l'identificazione delle fonti del materiale video presente su YouTube, in particolare le news, gli utenti vengono lasciati all'oscuro circa l'identità di chi ha postato il video e il modo in cui ha ottenuto il materiale. «Tutto questo -si legge nello studio- crea le condizioni potenziali per una manipolazione o addirittura una falsificazione delle notizie».