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L'anti-tg satirico mostra dunque una tenuta straordinaria. Certo, a Striscia ha fatto gioco l'immediato ridimensionamento temporale del finto «2 minuti» fiorellesco, che dopo una prima puntata tirata per le lunghe si è assestato sul format da un quarto d'ora circa, evitando la sovrapposizione con Greggio&Co. Chi si affrettasse a giudicare con sufficienza la banda Fiorello, dovrebbe tenere conto che non si è trattato di una vera e propria sfida, anche per volontà dei vertici Rai. E che poi i dati non sono così univoci: Fiorello può vantare punte di permanenza del pubblico da record (oltre il 70 %), anche per la brevità , oltre che per l'assenza di spot. Soprattutto, è riuscito a non farsi ingabbiare da «nonna Rai», riconquistando a Raiuno posizioni di tutto rispetto sia nelle fasce d'età meno anziane sia nella parte alta dei telespettatori (più del 40 % tra i laureati, più del 30 tra i diplomati). E, allora bisogna sì riconoscere all'invincibile Ricci l'ennesimo trofeo, ma si deve poi anche prendere atto che forse Fiorello nel varietà oggi è l'unico che può far sopravvivere la prima rete oltre la Terza Età .
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Paolo Martini
per "La Stampa"
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