Rai, l'autunno caldo di Masi tra Sanremo, Murdoch, Santoro e la Dandini
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Ansa

E Masi non si sottrae: “Il Tg1 non è di parte. Minzolini è un giornalista di punta, un innovatore, con pregi e difetti degli innovatori”. E Santoro? “La sentenza dice che Santoro deve fare un programma, non che programma. Ci vedremo nei prossimi giorni. Ho firmato le carte che servono per avere un incontro costruttivo. Non sarà un’operazione semplice “. Serena Dandini, invece, Masi l’ha già vista “Ci siamo incontrati. Ero molto perplesso sul suo programma, mi ha convinto che ne farà uno con caratteristiche un po’ diverse”.
Quanto a Fabio Fazio, “può essere un punto importante nel nostro palinsesto d’autunno”, ha detto Masi, mentre Maria Luisa Busi - storico volto del Tg1 delle 20 che ha lasciato il telegiornale della rete ammiraglia in polemica con Minzolini - farà un programma in prima serata su Rai3: “Vedremo che tipo di programma”, puntualizza Masi, per il quale “tutti i programmi devono avere una coerenza con la linea editoriale del direttore generale che si forma nel Cda”.
Dal palco di ‘Cortina InConTra’, il direttore generale della Rai fa una panoramica a volo d’angelo delle sfide che attendono per i palinsesti d’autunno l’azienda, compreso il ‘buco’ rappresentato dalla conduzione del Festival di Sanremo dopo il rifiuto di Bruno Vespa. “Il toto-Sanremo è il secondo ‘toto’ d’Italia dopo il Totocalcio - ha detto Masi - ma stiamo valutando molte ipotesi”.
Il direttore generale non ha fatto mistero delle difficoltà affrontate nel suo primo anno di presidenza: “La televisione è una materia molto complicata e ho avuto un approccio di grande rispetto ed approfondimento. Ma anche i miei nemici, che sono tanti, sul mio operato oggi la pensano diversamente da prima”. Cortina è stata l’occasione per toccare anche i temi del bilancio Rai: “Abbiamo fatto un piano industriale che prevede un pareggio di bilancio con le sole forze Rai al 31 dicembre 2012″. Tutt’altro che una passeggiata, visto anche che secondo Masi “la Rai è il regno del conservatorismo italiano”.
Un accenno anche al caso del reintegro di Paolo Ruffini, da parte del giudice del lavoro, alla scrivania di direttore di Rai Tre: “Non è normale - ha detto Masi - che una Spa non possa avvicendare un direttore che sta lì da otto anni”.
Infine il capitolo Sky: “Ho semplicemente rinunciato a svendere la Rai”, ha sottolineato Masi, spiegando le ragioni che lo hanno indotto a non concludere la trattativa per la cessione del bouquet dei programmi Rai alla piattaforma satellitare. “Una valutazione fatta da una commissione ha stimato, prudentemente, che il bouquet Rai vale almeno 200 milioni di euro l’anno, non i 50 offerti dall'azienda di Murdoch per sette anni”.
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