Massimo Donelli saluta la direzione di Canale 5: ''Lascio sereno e soddisfatto''
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Sorrisi
Mediaset rivoluziona la sua struttura: Canale 5 ha un nuovo direttore, Giancarlo Scheri, che lascia il suo posto di responsabile della divisione fiction ad Antonio Antonucci Ferrara, mentre Massimo Donelli, ormai ex direttore della rete ammiraglia, assumerà, a partire dal 1 gennaio 2013, l’incarico di direttore “Sviluppo Comunicazione Tv”, con il compito di “curare l’ideazione e lo sviluppo di nuove forme di comunicazione del prodotto televisivo Mediaset su tutte le piattaforme media”.
Intervistato da “Tv Sorrisi e Canzoni”, di cui è stato direttore dal 2002 al 2006, il giornalista, che ha iniziato la carriera nel ’76 alla redazione genovese della Gazzetta dello Sport, ha tracciato un bilancio della sua esperienza alla guida di Canale 5. Questi i passaggi più importanti dell’intervista di Donelli (“I miei sei anni da direttore di Canale 5”).
Come dobbiamo leggere questa uscita da Canale 5? Se l’aspettava?
“Sì, certo, me l’aspettavo. (…) Da prima dell’estate avevo manifestato all’azienda la volontà di andare in pensione appena compiuti i 60 anni, ossia fra un anno. E, contestualmente, avevo dato la disponibilità a lasciare nel momento stesso in cui l’azienda avesse trovato il mio successore. La tv, infatti, è come l’industria dell’auto: si lavora ai nuovi titoli con due-tre anni d’anticipo. Era giusto, perciò, che avvisassi per tempo e che per tempo mi facessi da parte. Mediaset ha molto apprezzato questo comportamento leale. Infatti mi ha offerto la possibilità di mettere a frutto tutte le esperienze professionali della mia vita in un ambito, quello della comunicazione, a me famigliare, e con un amico, Paolo Calvani, che conosco e apprezzo dal tempo in cui eravamo colleghi a 'Epoca' e 'Panorama'. Un bel finale, direi, dopo 45 anni di lavoro ininterrotto. E se ciò è stato possibile lo si deve primariamente all’intelligenza e alla sensibilità di due persone che intendo pubblicamente ringraziare: il presidente Fedele Confalonieri e il vicepresidente Pier Silvio Berlusconi"
Dica la verità: le dispiace lasciare la direzione della rete ammiraglia?
“Ho dedicato a Canale 5 sei anni della mia vita, andarmene non sarà come premere un interruttore e via. Se così fosse, lei starebbe conversando con un robot. Però lascio sereno e soddisfatto. Ho chiuso con un periodo di garanzia, quello dell’ultimo autunno, eccellente sul piano dei risultati e della gestione dei costi, impreziosito dal concerto di Celentano, evento memorabile per la storia di Mediaset. La 5, la mia creatura prediletta, molto apprezzata dalle giovani donne e dagli investitori pubblicitari, è quasi tutte le sere leader nel prime time tra le native digitali. Mediaset Extra, un virtuoso esempio di canale low cost, sta raggiungendo il suo obiettivo. E Mediaset Italia, il canale dedicato agli italiani all’estero, ha gli abbonamenti in crescita in tutto il mondo. Poi, per comprendere appieno il mio stato d’animo attuale, bisogna aggiungere la voglia di cambiare. Anche alla mia età: è una questione di carattere, basta leggere il mio curriculum. E c’è anche la bella soddisfazione di lasciare da vincente”.
Vincente in che senso?
“Ho letto molte imprecisioni, anche nelle ultime settimane, sull’andamento delle reti Mediaset. Quanti de profundis anticipati e puntualmente smentiti dai numeri sulla morte della tv generalista… Dicevo: lascio da vincente. Ho vinto, primariamente con me stesso, la sfida di mantenere per tutti questi anni il primato di Canale 5 sul target commerciale, rispondendo alla missione che mi era stata affidata. E ciò nonostante il numero delle reti, dal 2006 a oggi, si sia decuplicato. Mi ha fatto molto piacere leggere quanto ha scritto il consiglio d’amministrazione di Mediaset nel suo comunicato del 18 novembre scorso: ‘Pur in un panorama televisivo sempre più competitivo, Canale 5 nella stagione d’autunno si conferma prima rete italiana con un rilevante 21,2% di share in prima serata e il 17,9% nelle 24 ore sul target di riferimento, il pubblico della fascia 15-64 anni)’. Sono parole importanti, diciamo pure che formano dei bellissimi titoli di coda”.
Il suo rapporto con i personaggi della rete?
"Questi anni sono stati ricchi di incontri belli e importanti. Per esempio, ho dialogato ogni giorno con Antonio Ricci. E continuerò a farlo: Antonio è un maestro di televisione e non solo. Mi ha insegnato tantissimo. Soprattutto, abbiamo costruito un rapporto franco, leale, costruttivo. E Maria De Filippi, poi: con lei ho lavorato gomito a gomito, scoprendone i talenti umani e professionali. È una fuoriclasse: le sono molto grato e le voglio molto bene. E lo zio Gerry? L’affidabilità in persona. Il talento di Paolo Bonolis? Stupefacente. E poi mi piace ricordare le belle serate con Claudio Bisio e tutto il gruppo di Zelig, le cene interminabili con Greggio, Iacchetti, Michelle Hunziker, Ficarra e Picone, l’incontro con Adriano Celentano, un mito della mia infanzia; la tranquillità di lavorare con Rita Dalla Chiesa, Barbara d’Urso, Federica Panicucci, quelle che tutti i giorni sono lì a tirar di lima; i miei dispettosi-estrosi amici e Luca e Paolo; l’adorabile follia di Teo Mammuccari; l’entusiasmo di Giorgio Panariello; la serietà di Silvia Toffanin; la simpatia di Claudio Amendola; la scapigliatura di Alfonso Signorini; l’imprevedibilità di Piero Chiambretti; e, infine, Alessia Marcuzzi, una sorella acquisita. Che squadrone! Uno squadrone con cui ho lavorato bene e mi sono anche divertito. Molto divertito".
Il ricordo più forte?
“L’emozione provata all’Arena con il concerto di Adriano Celentano. Lo stupore davanti a migliaia di video alla Triennale di Milano con tutte le puntate di “Striscia”. La prima volta nello studio immenso e caldissimo di Amici. L’ansia che ho provato la sera in cui è partita La 5. Il bis con Mediaset Extra. E, ancora, l’orgoglio di guidare Mediaset Italia, la tv per gli italiani all’estero. Vede, ho avuto il grande privilegio di traghettare Canale 5 dall’analogico al digitale, di far nascere due reti nel nuovo habitat, di dirigere un canale internazionale: fortunato, no? Talmente fortunato che ora potrò chiudere la mia esperienza a Mediaset collaborando con un amico di lunga data…”.
Che cosa lascia in eredità al suo successore?
"Una rete ricca di titoli, alcuni ormai grandi classici della tv. E una squadra giovane e fortissima. A cominciare dal vicedirettore Marco Costa, professionista di prim’ordine, gentiluomo, persona leale: senza di lui al mio fianco non sarei riuscito a fare metà delle cose che ho fatto. Abbiamo completamente ristrutturato la rete e gestito con successo quotidianamente ben quattro palinsesti grazie al fatto che con noi hanno lavorato ragazze e ragazzi di grande livello, scelti uno per uno e certamente destinati a entrare nei quadri dirigenti di Mediaset in un futuro non lontanissimo. Amo fare il talent scout, come sanno tutti coloro che hanno lavorato con me: a Canale 5 ho 'pescato', assieme a Costa, particolarmente bene. Questo, lo dico con emozione, è il motivo d’orgoglio più grande. E sono felice, davvero felice, di passare il testimone a Giancarlo Scheri. È un galantuomo, ha grande passione, conosce perfettamente la macchina televisiva e le dinamiche di palinsesto: per la mia squadra amatissima non poteva esserci scelta migliore. Sono certo, infatti, che Giancarlo darà un’ulteriore spinta alla crescita professionale di tutti e rafforzerà ancor più la leadership di Canale 5".