La caccia al latitante piuâ famoso dâItalia in una docu-fiction, ideata da Claudio Canepari e Piergiorgio Di Cara, che racconta la storia della cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano.
Materiali di indagine video e intercettazioni telefoniche completano la docu-fiction.
La voce del boss eâ dello scrittore Andrea Camilleri.
Su Raitre giovedì 15 febbraio in prima serata.
LA STORIA:
I
l figlio di Totò Riina si ferma davanti la lapide che ricorda la strage Falcone e sussurra a un amico: «Ancora ci appizzanu le corone di fiori a stu coso? Io non so come sarebbe andata a finire se a mio padre lo Stato un ci avissi fatto calare le corna».
Uno dei postini di Bernardo Provenzano telefona alla moglie mentre sta consegnando un pizzino a Corleone e le dice: « Sii orgogliosa di tuo marito, se no fa cattiva figura con le persone».
Dentro una splendida villa, il boss ergastolano Nino Rotolo, agli arresti domiciliari per presunti motivi di salute, convoca una summit per richiamare allâordine un deputato regionale:
«Dobbiamo dirgli, sono finiti i tempi che ci potevate prendere per fessi, qua non ci esce... tu mi dai e io ti do, anche perché ti ho eletto, ti vai a guadagnare venti milioni al mese».
Materiali di indagine video e intercettazioni telefoniche completano la docu-fiction.
La voce del boss eâ dello scrittore Andrea Camilleri.
Su Raitre giovedì 15 febbraio in prima serata.
LA STORIA:
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Uno dei postini di Bernardo Provenzano telefona alla moglie mentre sta consegnando un pizzino a Corleone e le dice: « Sii orgogliosa di tuo marito, se no fa cattiva figura con le persone».
Dentro una splendida villa, il boss ergastolano Nino Rotolo, agli arresti domiciliari per presunti motivi di salute, convoca una summit per richiamare allâordine un deputato regionale:
«Dobbiamo dirgli, sono finiti i tempi che ci potevate prendere per fessi, qua non ci esce... tu mi dai e io ti do, anche perché ti ho eletto, ti vai a guadagnare venti milioni al mese».
I mafiosi veri sono i protagonisti nel film documento che Rai Fiction e Magnolia hanno realizzato per Raitre mettendo insieme i video e le intercettazioni della polizia. «Scacco al re» è una docu-fiction sugli ultimi mesi in libertà del capo di Cosa nostra, Bernardo Provenzano, arrestato lâ11 aprile 2006 dopo 43 anni di latitanza.
Il film è unâora e mezza fitta di azione, rigorosamente reale: le parole carpite ai padrini, nei loro covi, si alternano ai racconti dei poliziotti che li hanno spiati e seguiti fino a Corleone e a ricostruzioni in fiction che si mescolano inestricabilmente alla realtà . La voce di Bernardo Provenzano, a cui è affidata la lettura dei pizzini, è quella di Andrea Camilleri.
Scorrono le immagini della vita quotidiana dei capimafia e dei loro complici: per la prima volta vengono mostrati i postini di Provenzano mentre si scambiano i sacchi che nascondono i pizzini, lo strumento attraverso il quale il capo di Cosa nostra disponeva i suoi ordini.
Messaggi e pacchi appaiono nei video mentre escono dallâabitazione dei familiari di Provenzano e attraversavano Corleone passando da più mani, fino al covo di Montagna dei Cavalli.
Fra tanti imprevisti che raccontano la vita della mafia come mai è stata mostrata: le intercettazioni della polizia hanno raccolto la voce preoccupata di una donna che invita il marito ad abbandonare il suo incarico di postino della mafia.
Messaggi e pacchi appaiono nei video mentre escono dallâabitazione dei familiari di Provenzano e attraversavano Corleone passando da più mani, fino al covo di Montagna dei Cavalli.
Fra tanti imprevisti che raccontano la vita della mafia come mai è stata mostrata: le intercettazioni della polizia hanno raccolto la voce preoccupata di una donna che invita il marito ad abbandonare il suo incarico di postino della mafia.
«Un giorno potresti ritrovarti da solo», gli dice, alludendo alla possibilità di essere arrestato. Ma lâuomo persiste. Seguendo lui la polizia è arrivata alla strada per il covo di Provenzano.
«Scacco al re» nasce da unâidea del produttore Claudio Canepari e del commissario scrittore Piergiorgio Di Cara: «Volevamo raccontare, attraverso un punto di vista inedito, cosa è stato per davvero il potere di un uomo rimasto latitante 43 anni», spiegano gli autori:
«Sono gli stessi mafiosi a dircelo, e la sfida è stata costruire un film appassionante e coinvolgente usando la verità ».