E? davvero «lo specchio dellla società italiana» il Festival di Sanremo, come si ripete di continuo?
O c'è forse un'altra Italia, più sommessa ma meno conformista, che delle canzoni e dei comici del festival di Raiuno si disinteressa e sceglie, fra le altre reti, quanto più gli aggrada e può interessarla?
È ovvio che la maggior parte del pubblico televisivo si sia rivolta, per la prima serata, al certame sanremese: in effetti un risultato non entusiasmante ma corretto, entro le previsioni, con una media di 12 milioni 452.000 spettatori, share del 43,80%, allineato alla trasmissione di Giorgio Panariello dell'anno scorso.
Ma hanno avuto risultati non deludenti l'immarcescibile Dr.House, che su Italia 1 ha raccolto una media di 4.547.000 affezionati, share del 15,18%, a dimostrazione che più delle canzoni non pochi hanno preferito le inopinate bizzarrie e le fulminee cattiverie del medico più stralunato e più amato d'Italia. Anche Ballarò ha tenuto alta la bandiera di Raitre, certamente non in controprogrammazione, con un pubblico contato in 3.143.000, share dell' 11,45%.
E, dopo il superdottore, su Italia 1, Il bivio di Enrico Ruggeri, con l'arrivo di un tale che si dichiarava rapito dagli extraterrestri, ha avuto 2.482.000 spettatori (share del 10.48%), con un picco di 4 milioni e share del 16%.
Non tutti guardano il festival, dunque, malgrado la rimbombante valanga di promozioni che invitano a farlo: e sarà interessante l'analisi delle caratteristiche di età e di preparazione del pubblico più fedele, per conoscere meglio quella I-talia di cui il festival dovrebbe essere l'immagine.
O c'è forse un'altra Italia, più sommessa ma meno conformista, che delle canzoni e dei comici del festival di Raiuno si disinteressa e sceglie, fra le altre reti, quanto più gli aggrada e può interessarla?
È ovvio che la maggior parte del pubblico televisivo si sia rivolta, per la prima serata, al certame sanremese: in effetti un risultato non entusiasmante ma corretto, entro le previsioni, con una media di 12 milioni 452.000 spettatori, share del 43,80%, allineato alla trasmissione di Giorgio Panariello dell'anno scorso.
Ma hanno avuto risultati non deludenti l'immarcescibile Dr.House, che su Italia 1 ha raccolto una media di 4.547.000 affezionati, share del 15,18%, a dimostrazione che più delle canzoni non pochi hanno preferito le inopinate bizzarrie e le fulminee cattiverie del medico più stralunato e più amato d'Italia. Anche Ballarò ha tenuto alta la bandiera di Raitre, certamente non in controprogrammazione, con un pubblico contato in 3.143.000, share dell' 11,45%.
E, dopo il superdottore, su Italia 1, Il bivio di Enrico Ruggeri, con l'arrivo di un tale che si dichiarava rapito dagli extraterrestri, ha avuto 2.482.000 spettatori (share del 10.48%), con un picco di 4 milioni e share del 16%.
Non tutti guardano il festival, dunque, malgrado la rimbombante valanga di promozioni che invitano a farlo: e sarà interessante l'analisi delle caratteristiche di età e di preparazione del pubblico più fedele, per conoscere meglio quella I-talia di cui il festival dovrebbe essere l'immagine.
Perché si ha il dubbio che l'evento, al di là della celebrazione di un rito ormai consolidato e collocato nel calendario come una festa comandata, sia ormai un reperto, un varietà fra i tanti che ottimamente la Rai propone, inadatto tuttavia a suscitare emozioni reali e tumultuosi palpiti di partecipazione.
Dopo più di mezzo secolo, l'evento diventa commemorazione: dignitosa e gradevole, forse, ma stereotipata e ibernata nell'imitazione di se stessa.
Dopo più di mezzo secolo, l'evento diventa commemorazione: dignitosa e gradevole, forse, ma stereotipata e ibernata nell'imitazione di se stessa.
Mirella Poggalini
per "L'Avvenire"