Teo Mammuccari, domani inizia su Canale 5 il nuovo ciclo di «Cultura Moderna». La new entry è Lydie Pages che affiancherà Juliana Moreira
Due donne non sono un po' troppe anche per uno come lei?
«Ma ci hai già parlato? Non ci si capisce niente, non sa neanche l'italiano... Ma no, il gioco è divertente, lo sfottò anche. Lei è l'opposto esatto di Juliana, ci sarà da ridere...».
«Cultura Moderna» è stato il programma rivelazione dell'anno scorso. A cosa è dovuto un successo così vasto e immediato?
«Abbiamo avuto e avremo ancora tanti personaggi di talento, gente che magari ha fatto per anni il fantasista, il cabarettista, l'artista di strada ma che non ha mai avuto spazio. Spesso ho visto artisti più bravi di me».
Forse un poco di merito è anche suo, no?
«Grazie, ma sarebbe come dire che il Milan ha vinto la Champions grazie a Kakà o Gattuso. Il mio segreto è che sono riuscito a non inflazionarmi, non è che devo lavorare in tv per forza. Vedo molti colleghi che fanno delle cose tanto per lavorare».
Il suo stile ironico e aggressivo è abbastanza raro nel panorama televisivo italiano.
«Se faccio un programma dove c'è gente che non ha nessun merito allora cerco di fargli capire la differenza che c'è tra visibilità e talento artistico. Ma qui a "Cultura Moderna", ripeto, viene gente molto brava».
Il suo vecchio sogno di «Striscia» è definitivamente abbandonato?
«Se me lo chiedessero ora ci penserei. Lasciare l'estate per fare "Striscia" significherebbe rinunciare a provare qualcosa di nuovo. Non lo so... "Striscia" non ha certo bisogno di me, va avanti da sola. E poi ci sarei io con Thais, come di là c'è Amadeus con Giovanna».
Visto che l'ha nominata: dai giornali non sì capisce se lei e Thais Wiggers state insieme Oppure no.
«Quando la gente parla della tua vita privata significa che le cose non vanno bene. Noi cerchiamo di difenderla. Ci riusciamo? No. Basta che vado a Miami per un mese e subito dicono che ci siamo lasciati. La nostra è una storia bella. Ho 42 anni, mi sono sempre dedicato al lavoro, adesso voglio pensare anche all'amore. Ma non mi va di parlarne con gente che non ha i miei valori. Quando esco con gli amici sono sempre critici, mi chiedono ma sta con te per amore? La ami? Molti non ci credono per la differenza di età, io ho 20 anni più di lei, ma per me l'amore non ha età».
Ha visto l'ultima edizione di «Libero»? Che effetto le fa la sua creatura in altre mani?
«Certo che l'ho visto. E lo seguo sempre con amore. Come se tuo figlio fosse cresciuto e avesse scelto la sua strada, magari si sposa e va a vivere da un'altra parte. Per me è stato importante, ma non è che posso fare per tutta la vita "Libero"».
Cosa non le piace in tv? E cosa le piace?
«Non voglio parlare male degli altri. L'unica cosa che mi dispiace è che certi programmi te li fanno vedere e rivedere e rivedere ancora. Non puoi fare 9 edizioni del "Grande Fratello", la gente si stufa! Mi dispiace che non vadano in onda Fiorello e la Carrà, guardo i programmi comici, anche "Colorado" sta crescendo».
Non prova mai un briciolo d'invidia?
«Per cinque anni ho avuto un locale a Roma in cui si esibivano i comici, con cui condividevo il prima e il dopo. Da loro ho imparato moltissimo. L'invidia non ti porta da nessuna parte, è un virus che attacca te stesso».
Da tifoso romanista accanito: è giusto che Totti si rifiuti di andare in Nazionale?
«Ma secondo voi? Ha dieci viti in una gamba! Ha 30 anni! Mi spiegate perchè in campionato gioca da centravanti, aspetta la palla per buttarla dentro come faceva Gigi Riva? Se giocasse nel ruolo che vuole Donadoni dovrebbe affrontare molti più rischi».
Senta, Mammucari: lei non ha mai detto come la pensa politicamente. E' un qualunquista?
«Manifestare la mia opinione politica sarebbe una mancanza di rispetto verso chi non ha.la stessa opportunità. Ma perché, chi lavora a millecinquecento euro al mese, non potrebbe voler dire la sua? Io magari parlo di politica senza capirci nulla e qualche fan mi dà retta. Potrei influenzare negativamente il mio pubblico. Quando vedo qualche collega che parla di politica o addirittura si candida, lo odio. Io la politica la lascio fare a chi è pagato per farla. O almeno dovrebbe».
Piero Degli Antoni
per "La Nazione"