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Tv digitale: ora nel mirino dell'Europa c'e' Gentiloni

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Fonte: Il Velino.it

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Digitale Terrestre
  mercoledì, 28 marzo 2007
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La Commissione europea ha scritto al ministero delle Comunicazioni per sollevare dubbi sugli incentivi previsti nella Finanziaria 2007 per l’acquisto di tv integrate con un ricevitore digitale. Una norma (prevede la detrazione del 20 per cento del costo dell’apparecchio fino a un massimo di 200 euro) che potrebbe danneggiare i produttori e i distributori di decoder digitali. Quella stessa commissione che il 24 gennaio scorso ha giudicato “incompatibili con le regole degli aiuti di Stato” gli incentivi erogati dal governo Berlusconi nelle Finanziarie 2004-05 (circa 220 milioni) per l’acquisto di decoder, ora scende in campo al fianco del digitale terrestre. E lo fa sempre in nome degli incentivi “tecnologicamente neutri” che non creino “un’indebita distorsione della concorrenza”. Ora il ministro Paolo Gentiloni ha 20 giorni per rispondere ai dubbi europei. E da Bruxelles suggeriscono di estendere gli incentivi anche ai decoder. Tutti, però, e non solo quelli per il Dtt. Siamo alle solite, insomma: il dibattito ruota intorno al rispetto “della neutralità tecnologica”. Un principio – e ora lo sa bene anche Gentiloni - facile da sbandierare ma difficile da mettere in pratica. Televisori digitali universali, infatti, sul mercato non ce ne sono. E il decreto ministeriale previsto nella Finanziaria 2007 - che dovrà definire le specifiche tecniche degli apparecchi che godranno del “bonus” - non è stato ancora varato per l’impossibilità di mettere d’accordo operatori tv e industria.

Nel frattempo Gentiloni dovrà stabilire – entro marzo – l’ammontare dei rimborsi che Mediaset, Telecom Italia Media e in minima parte Fastweb devono allo Stato. I broadcaster, infatti, sono “colpevoli” di aver fatto business con la tv a pagamento, sfruttando quei 220 milioni erogati da Maurizio Gasparri in “sconti” per l’acquisto di decoder. Sconti che nel 2004 ammontavano a 150 euro, e nel 2005 a 70. “Il mio ministero quantificherà i vantaggi per le imprese – aveva annunciato il ministro delle Comunicazioni - per poi dire a Bruxelles l’entità delle multe da erogare nei confronti delle società che si sono avvantaggiate dalla vendita dei decoder”. Ma come farà il ministero a quantificare i vantaggi? La Commissione europea – si legge nella delibera del 24 gennaio - ammette che quello di Gentiloni è un “compito complesso” e si limita a fornirgli “alcuni orientamenti circa il metodo da adottare: calcolare l’importo dei profitti supplementari generati, grazie alla misura in esame, dai nuovi servizi digitali e dalle offerte di televisione a pagamento o di pay per view”.

Questi profitti supplementari di Mediaset, Telecom e Fastweb “possono essere calcolati – spiega ancora la Commissione – coma la quota di profitti generata dal numero di spettatori in più che l’adozione della misura di aiuto pubblica ha attirato verso l’offerta di televisione pay per view e verso i nuovi canali digitali”. La prima cosa da fare, insomma, è stimare quanti spettatori in più hanno avuto Mediaset, La7 e Fastweb. Ma Gentiloni dovrà conteggiare (chissà come!) solo quelli che hanno acquistato un decoder in forza dello sconto, perché l’Europa ammette che molti italiani avrebbero comprato comunque un decoder. Inoltre il ministro dovrà considerare un attenuante per Fastweb, che la commissione considera “operatore triple play”. “Una volta stimati gli utenti supplementari delle offerte di televisione a pagamento terrestre e di televisione pay per view”, il secondo calcolo che il ministro dovrà fare sarà “il ricavo medio per utente (average reveneu per user)”, sempre nel periodo 2004-2005.


In attesa che i “ragionieri” di Gentiloni facciano i conti in tasca a Mediaset, il “Biscione” (che ha già annunciato che “ricorrerà in tutte le sedi” contro la decisione della Commissione a partire dal Tribunale di prima istanza delle comunità europee) è in fibrillazione. È innegabile, infatti, che la fetta più grande del business se la sono accaparrata a Cologno Monzese: ad oggi il 54 per cento dei possessori di un decoder digitale possiede una carta Mediaset Premium. E una recente indagine dello Studio Figurelli sottolinea come a dicembre 2006 su 22 milioni di famiglie italiane quasi quatto milioni sono abbonate a Sky (18,1 per cento), quattro milioni e mezzo (20,8 per cento) possiede un set top box, 2,4 milioni (11,3 per cento) ha una tesserina Mediaset Premium e 650 mila (solo il 3 per cento) ha una tessera La7. Numeri importanti che fanno il paio con “bilanci digitali” importanti e dei quali Mediaset fino a ieri – essendo una società quotata in Borsa - non ha esitato a “vantarsi”. Numeri che oggi sono improvvisamente divenuti “imbarazzanti”.

Gianluca Vacchio per Il Velino.it

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