Gli incentivi al digitale tornano nel mirino dell'Ue, ma questa a volta a non convincere sono quelli concessi ai televisori integrati.
I dubbi di Bruxelles sono contenuti in una lettera inviata a Roma lo scorso 22 marzo dallo staff del commissario europeo alla Concorrenza, Neelie Kroes. A finire sotto la sua lente è stata la norma inserita in Finanziaria che prevede la detraibilità dalla dichiarazione dei redditi del 20% (fino ad un massimo di 1000 euro) della spesa sostenuta per comprare un televisore con il sintonizzatore digitale integrato ed è in regola con il canone.
Nella lettera Bruxelles ha chiesto una copia del decreto attuativo del provvedimento della Finanziaria in modo da verificare che sia garantito il principio della neutralità tecnologica, ovvero il trattamento uguale tra il satellite di Sky e il digitale terrestre di Mediaset e La7.
Un altro dubbio riguarda la scelta di finanziare le tv e non i decoder. Ma la differenza tra i due casi sta tutta nella neutralità tecnologica: l'Unione aveva censurato la legge del governo Berlusconi non perché sosteneva i decoder, ma perché gli aiuti erano diretti solo al terrestre.
Il rilievo di Bruxelles potrebbe comunque sparire di fronte all'ipotesi secondo cui il televisore ha una vita media di 10 anni, mentre il decoder di uno, caratteristica che lo rende più idoneo ad aiutare il passaggio dal tradizionale analogico al digitale, priorità politica dell'Ue.
Quanto ai dettagli su come attuare la norma rispettando la neutralità tecnologica, un accordo si potrebbe trovare concedendo il finanziamento per l'acquisto dei televisori a schermo piatto con un sintonizzatore automatico per il digitale in chiaro (unica forma di tv free dal 2012) e dotati della classica presa scart per i decoder, senza favorire alcuna piattaforma di programmi a pagamento.
A.D.A.
per "La Repubblica"