Cresce l'attesa per la sigla dell'alleanza tra Vivendi e Mediaset che sarà sancita da uno scambio azionario (attorno al 3%) tra le due capigruppo con l'ingresso di un rappresentante delle due società nei rispettivi board: sul fronte italiano sarebbe in pole Pier Silvio Berlusconi, artefice dell'operazione insieme a Vincent Bollorè, presidente di Vivendi.
Al centro dell'intesa, che dovrebbe essere comunicata prima dell'assemblea di Vivendi del 21 aprile, la produzione di contenuti e la creazione di una piattaforma europea che possa fare concorrenza a Netflix, vista come il vero pericolo per le media company tradizionali. Vista la differenza di capitalizzazione tra i due gruppi il conguaglio a favore di Vivendi dovrebbe essere rappresentato dal passaggio a Vivendi di Premium, la pay tv di Cologno valutata attorno ai 900 milioni.
Insieme a Canal plus dovrebbe contribuire alla realizzazione di una pay tv di respiro europeo in grado di fare concorrenza a Sky Europe. Per una serie di clausole strette all'epoca dell'ingresso in Premium la cessione dell'11% di Telefonica viene data per 'scontata' e non dovrebbe incontrare alcuna difficoltà nonostante il passaggio di consegne tra il presidente uscente Cesar Alierta e il nuovo numero uno José Maria Alvarez-Pallete .