Un rapporto di amore-odio quello di Silvio Berlusconi con la Francia: il Cavaliere, oggi impegnato contro il tentativo di Vivendi di scalare Mediaset, fondò a Parigi la prima tv privata d'Oltralpe trent'anni fa, La Cinq. Che però ebbe vita breve. Nata il 20 febbraio 1986 utilizzando una delle due licenze televisive concesse dal governo Fabius (presidente era Mitterand) chiuse le trasmissioni il 12 aprile 1992. Nonostante potesse contare su un modello di canale commerciale che in Italia era risultato vincente, quello di Canale 5, l'esperimento non ebbe infatti successo.
Il problema fu anche legato alle frequenze che il Consiglio Superiore dell'Audiovisivo francese concedeva senza tenere conto dell'effettiva copertura del territorio: molte star televisive francesi tentarono la strada del canale privato ma poi abbandonarono per la crisi degli ascolti. Tra alti e bassi la programmazione continuò ma il passivo di bilancio non diede tregua agli azionisti e nonostante i tentativi di aumento di capitale la tv chiuse i battenti: nel '92 il canale aveva finalmente raggiunto l'80% della copertura del territorio ma era troppo tardi. L'avventura francese di Silvio Berlusconi era terminata.
«Quando Mitterand volle fare la tv commerciale in Francia Berlusconi venne 'chiamato' e anche se non aveva la maggioranza diventò l'operatore televisivo, quello che realizzava sul campo la tv. Ma aveva vari nemici».
È il ricordo che dello sbarco a Parigi del fondatore di Mediaset ha Carlo Freccero che racconta all'Adnkronos l'esperienza francese che lo vide in prima persona protagonista come responsabile dei programmi di La Cinq fino al 1990.
«La mia esperienza francese personalmente fu molto bella, mi fece conoscere, tanto che poi andai a dirigere i programmi del secondo canale della tv pubblica francese», ricorda Freccero.
Ma lo sbarco dell'imprenditore italiano non fu facile.
«Aveva due tipi di nemici: i politici di destra, visto che lui era visto come amico del socialista Mitterand, e soprattutto gli intellettuali che lo accusavano di voler importare in Francia il modello di tv commerciale americana».
Inoltre
«Berlusconi aveva in mente un modello di tv generalista, non complementare a quella pubblica, e questo fu uno sbaglio» perché «un imprenditore straniero in genere percorre il filone della tv complementare come fanno gli americani con la tv a pagamento da noi», spiega Freccero, oggi componente del cda Rai.
Cosa pensa dell'operazione di Vivendi?
«Berlusconi - replica senza entrare nel merito- è stato l'inventore della tv commerciale in Europa ma oggi siamo in uno scenario diverso, di tv convergente con le tlc. Vivendi produce contenuti ed è proprietaria di una tv a pagamento e di una grande impresa di tlc».