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Tim: Vivendi vince di misura, domani la scelta del presidente

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Fonte: Ansa

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Economia

Tim: Vivendi vince di misura, domani la scelta del presidente«Il meglio deve ancora venire» dice Vivendi ai fondi e ai piccoli soci di Telecom riuniti per approvare il bilancio e aprire, con il rinnovo del board, un triennio sotto la bandiera francese. Tim potrebbe presto tornare a distribuire il dividendo, che manca da 4 anni, e tornare a crescere anche per quote di mercato.

Sono le novità dall'assemblea 2017, dove invece era scontato l'ok dei soci al bilancio e persino alle nomine dei nuovi 15 consiglieri anche se il dissenso dei fondi si è fatto sentire, e forte. Vivendi da sola pesa per il 23,94% e i 10 candidati della sua lista, tra cui Arnaud de Puyfontaine, il presidente uscente Giuseppe Recchi e l'ad Flavio Cattaneo, sono passati tutti ma solo con il 49,3% di voti a favore, un soffio sopra il risultato ottenuto dalla lista presentata dai fondi (5 nomi e tutti indipendenti) che ha raccolto il 49% dei voti a favore. Sarà il cda, nella riunione che si terrà venerdì mattina, ad assegnare le deleghe sia per l'ad (scontata la riconferma di Cattaneo) che per il presidente (anche se al termine dell'assemblea Asati ha chiesto che fosse votato dai soci). Circolano rumors, che non vengono smentiti, sulla possibilità che venga assegnata una presidenza ad interim a Recchi, aspettando che le Authority facciano luce sul 'dominò provocato dagli intrecci azionari tra le due aziende e non ultimo la partecipazione di Vivendi in Mediaset. Nove ore di assemblea in auditorium mentre fuori, fino a metà pomeriggio, si sono alzate le proteste dei lavoratori sotto le insegne della Slc Cgil, Cub e Cobas.

In sala invece una trentina di piccoli soci hanno alternato i complimenti per i risultati alle critiche per le quotazioni deludenti in Borsa, il mancato dividendo, il bonus al management, un futuro all'ombra del colosso francese. I sindacalisti hanno preso parola in assemblea parlando di dipendenti «disamorati» da condizioni di lavoro peggiorate, contratti di solidarietà che tagliano gli stipendi e trasferimenti forzati. Ma la cedola, promette Cattaneo, tornerà per tutti gli azionisti «in un tempo ragionevole» se come da piano il rapporto debito/ebitda scenderà sotto le 2,7 volte, perché, spiega Cattaneo, «significa diventare investment grade, avere un costo del debito più basso e avere soldi per pagare il dividendo». E anche in Borsa, come già sta succedendo per Inwit e per Tim Brasil il titolo ha target price in miglioramento (oggi complice un primo trimestre migliore delle attese, addirittura il miglior risultato dal 2012, il titolo ha fatto un balzo del 4,7% a 0,8650 euro).

«Abbiamo ribaltato la mentalità dell'incumbent e giocato in attacco» dice Cattaneo evidenziando uno dei capisaldi della sua strategia insieme all'aver «ristabilito il focus sul core business» tagliando i costi ma continuando a investire. «Abbiamo ristabilito numeri positivi» e «le possibili minacce (riferendosi agli attacchi dei competitor, ndr) le abbiamo ribaltate in opportunità», «tutto questo salvaguardando il perimetro occupazionale» ha risposto per rassicurare i soci, grandi e piccoli Cattaneo. «Torneremo a una crescita strutturale, conquistando quote di mercato» è l'impegno del manager che ha il pieno sostegno del suo azionista di riferimento. E «il meglio deve ancora venire» assicura Arnaud de Puyfontaine che scommettendo su Telecom lancia la sfida latina ai player anglosassoni.

«Questa assemblea è di Tim non di Vivendi». Così Arnauld De Puyfontaine, Ceo di Vivendi e vicepresidente di Telecom Italia, ha eluso tutte le domande dei piccoli azionisti sulla decisione che prenderà il gruppo francese in merito alle proprie partecipazioni in Telecom Italia e Mediaset. Di recente l'Agcom ha infatti chiesto alla società di Oltralpe di scegliere tra le due aziende, in modo da ottemperare alla cosiddetta legge Gasparri che vieta una concentrazione nel settore dei media e delle tlc. L'Authority ha imposto al gruppo francese di indicare a breve una road map (60 giorni dal giorni del pronunciamento) e di dismettere entro un anno una delle due partecipazioni. Vivendi, tuttavia, aveva subito reagito indicando che avrebbe difeso i propri interessi in tutte le sedi, anche quelle europee. De Puyfontaine oggi ha sottolineato che tutte le sue dichiarazioni sono in qualità di vicepresidente di Telecom e non come ceo di Vivendi e ha invitato i soci a rivolgersi direttamente al gruppo di Oltralpe. Il manager ha anche ripetuto che «Vivendi è un investitore di lungo termine in Telecom Italia, strategico e non finanziario»

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