Un decennio di streaming senza pubblicità sta giungendo al termine. A confermarlo anche “The Anatomy of a Streamer”, l’ultima edizione della serie di insight “Behind The Screens” di Samsung Ads, la divisione advertising di Samsung Electronics, che svela come la semplicità di scoperta di contenuti e la “navigazione” da app stiano portando allo sviluppo di nuovi comportamenti sulle Smart TV.
Il successo delle app: le abitudini d’uso - La popolarità dello streaming è indiscussa e non mostra segni di rallentamento. È sufficiente pensare che sulle Smart TV Samsung presenti nel nostro Paese nel primo semestre dello scorso anno sono state registrate 767 milioni di sessioni streaming, sia in esclusiva che in combinazione con la televisione lineare, e che nel solo mese di settembre del 2023 gli spettatori che hanno fruito unicamente di contenuti in streaming hanno totalizzato una media di 67 ore per dispositivo televisivo.
In termini di fruizione, però, dallo studio emerge un’adozione sempre più frequente dalle applicazioni: il numero di aperture di app sulle Smart TV Samsung ha raggiunto nell’EU5 quota 7,1 miliardi nel primo semestre del 2023. E nel loro utilizzo gli spettatori italiani mostrano una certa abitudinarietà: sul 18% delle televisioni del brand, infatti, viene scelta la stessa applicazione ogni giorno o ad ogni accensione.
Con il rapido sviluppo delle applicazioni per lo streaming gli spettatori hanno, inoltre, iniziato a diversificare le piattaforme per combattere la paralisi decisionale legata al vasto catalogo disponibile. In Italia, per esempio, il dispositivo medio usa regolarmente un servizio in abbonamento (SVOD), uno sostenuto dalla pubblicità (AVOD) e uno BVOD (broadcaster video-on-demand). Gli spettatori presi in analisi dimostrano, poi, una certa propensione alla scoperta di nuovi prodotti televisivi, tanto che il 27% degli italiani consulta in una sola seduta tre diverse app. L’istinto, tuttavia, sembra prevalere: il 66% ritorna sempre alla prima app individuata.
Lo SVOD resta il favorito, ma accelerano le alternative con ads Analizzando le differenti proposte disponibili sul mercato, lo SVOD resta la categoria più apprezzata: lo sceglie l’84% dei fruitori italiani. Sua anche la posizione più alta nella classifica basata sul tempo complessivo trascorso dai telespettatori sul servizio, anche se la crescita è più lenta (2%) rispetto agli altri modelli.
Si riduce, però, notevolmente il distacco dello streaming supportato dalla pubblicità (AVOD e FAST). Registrando una crescita del 19% del tempo di visione nel Q3 del 2023 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il report evidenzia come i servizi ad-supported siano apprezzati dal 79% degli streamer, un dato di appena pochi punti percentuali inferiore a quello SVOD.
Dall’analisi delle abitudini degli spettatori si delineano, infine, chiare differenze di consumo a livello anagrafico: se da un lato la Generazione Z guarda in media 1 ora e 17 minuti di contenuti streaming al giorno, i cosiddetti “Boomer” si fermano a 51 minuti quotidiani.
Ad ogni momento la sua piattaforma streaming La scelta dell’app utilizzata è strettamente legata all’orario e alla giornata in cui il telespettatore accede ai contenuti. La fascia di picco per i servizi Linear, SVOD e BVOD si conferma quella tra le 19 e le 22, mentre l’AVOD è costante durante tutta la giornata. Dal venerdì alla domenica si rileva un incremento dello SVOD del 40% rispetto ai giorni infrasettimanali.
Particolarmente popolari nei weekend sono le proposte SVOD; diversamente, i servizi AVOD sono più costanti durante tutta la settimana.
La pubblicità a supporto di piattaforme e spettatori La diffusione, sempre maggiore, degli annunci pubblicitari all’interno delle piattaforme streaming rappresenta uno dei cambiamenti più radicali che ha colpito recentemente il settore. Un’evoluzione strategica volta, però, ad attirare anche gli spettatori più attenti alle spese come dimostrano i numeri di Netflix: lo scorso novembre, il colosso americano dichiarò che il piano ad-supported, a un anno dal debutto, contava già 15 milioni di abbonati, ossia il 30% degli iscritti complessivi. E come lui, anche altri servizi hanno affermato che le opzioni con pubblicità si stavano mostrando più redditizie rispetto al classico abbonamento.
L’attrattiva di queste soluzioni continua, così, a crescere, come confermato anche da una recente indagine di The Trade Desk e YouGov secondo cui il 59% dei consumatori italiani sarebbe disposto a guardare annunci pubblicitari in cambio di contenuti gratuiti: tariffe ulteriormente ridotte ne aumenterebbero, quindi, sicuramente l’interesse.
"La TV resta sempre la TV: gli spettatori continuano ad amare i grandi prodotti televisivi, ma ciò che è cambiato drasticamente è il modo in cui li trovano," commenta Matt Bryan, Director of Analytics & Insights di Samsung Ads Europe. Ora che lo SVOD ha raggiunto la propria maturità e AVOD e FAST vivono un momento di significativa evoluzione, è l’utilizzo delle app a determinare le modalità con cui si scelgono i contenuti da guardare. La sfida per i servizi streaming via app, in questo momento, consiste nell’attrarre nuovi spettatori ed evitarne la dispersione. Fare leva su insight chiave di questo genere sarà ciò che permetterà loro di distinguersi e ne rafforzerà le capacità in un mercato così affollato e competitivo."
"In questa (ri)emergente era finanziata dalla pubblicità, è chiaro che costi e contenuti prevalgono," aggiunge Alex Hole, Vicepresidente e General Manager di Samsung Electronics Europe. Dopo un decennio di streaming senza pubblicità, è incoraggiante vedere le piattaforme spostare la propria attenzione verso le esigenze di un’audience più ampia, rispondendo a necessità e desideri di ogni tipo. L’aumento dell’utilizzo delle app nella fruizione televisiva rende ancora più complesso il comportamento degli spettatori all’interno dell’ambiente TV, ecco perché è più importante che mai tenere in considerazione questo pubblico in streaming in crescita.