Il viceministro Romani: ''Servizio su Sky a Ballar� dannoso e mistificatorio''

«Fazioso, dannoso e mistificatorio» il servizio relativo alla richiesta di Sky di ingresso anticipato nel mercato della Tv digitale terrestre andato in onda ieri sera durante la puntata di Ballarò. Lo sottolinea in una nota il viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani.

Il sottosegretario chiarisce che «per riservare 5 frequenze da destinare al dividendo digitale il nostro paese ha sottratto risorse frequenziali a ciascuno dei principali operatori nazionali (Rai, Mediaset e Telecom Italia media) e ha rinunciato (nelle aree già digitalizzate) e dovrà rinunciare ad assegnarle (nelle aree ancora da digitalizzare) agli altri operatori e a oltre 500 Tv locali».

«Sarebbe assurdo - aggiunge Romani - se di questo sacrificio imposto all’intero sistema televisivo del nostro Paese dovesse trarne beneficio gratuitamente (la gara è un beauty contest basato su parametri di solidità di impresa, capacità tecnica, programmazione e presenza sul mercato), non un vero nuovo entrante ma un soggetto forte e ricco, peraltro non europeo (il controllo di Sky è statunitense) monopolista pressoché totale nel nostro mercato satellitare e di circa il 90% in quello della TV a pagamento».

Infine Romani chierisce il ruolo del Ministero riguardo al 'Beauty Contest': «su regole di gara ineludibili fissate dall'Autorità indipendente le competenze successive del Ministero sono meramente amministrative e non lasciano spazio ad alcuna forma di discrezionalità». «A conferma della mia personale imparzialità vorrei citare solo l'esempio di Centro Europa 7. E' frutto esclusivamente del mio impegno governativo la chiusura dopo 10 anni dell'annosa vicenda di Centro Europa 7, peraltro citata nel delirante dibattito avvenuto in studio, con l'assegnazione di un canale a copertura nazionale ed un accordo procedimentale con reciproca soddisfazione delle parti che ha portato alla cancellazione della causa dal ruolo. Ancor più grave ed inconcepibile - conclude - che in una trasmissione Rai si dimentichi la posizione strategica e gli interessi dell'azienda stessa falsificando in maniera così evidente e nociva una vicenda che coinvolge tanto direttamente gli interessi, il ruolo e la presenza sul mercato della Tv di Stato».