La decisione è stata presa dalla UE in considerazione dei cambiamenti significativi avvenuti nel mercato televisivo italiano nel corso degli ultimi anni. La Commissione ha dunque ritenuto opportuno accogliere la richiesta di Sky Italia, pur limitando la sua offerta ad una sola frequenza e di limitarne l'operatività ai soli canali in chiaro per un periodo di cinque anni, come ha spiegato il portavoce Jonathan Todd: «Sky Italia può partecipare a questa opzione, a condizione che le frequenze siano utilizzate per trasmettere in chiaro».
La decisione della Ue è stata «collegiale e unanime», ha detto inizialmente la portavoce dell'esecutivo Ue, Pia Ahrenkilde. Per poi parlare di "consenso" e di un dibattito molto acceso e lungo quasi un'ora. Contro la proposta del commissario per la concorrenza Joaquin Almunia si sono infatti espressi, oltre al vicepresidente Antonio Tajani, anche il maltese John Dalli (politiche per i consumatori), il francese Michel Barnier (mercato unico) e la greca Maria Damanaki (pesca). In favore dell'ingresso di Sky sul Dtt sarebbero intervenute l'olandese, Neelie Kroes (agenda digitale) e la lussemburghese Viviane Reding (giustizia e diritti umani).
Alla fine del dibattito, la proposta di Almunia è stata comunque adottata per consenso - da quando è guidata da Josè Manuel Barroso la Commissione non è mai arrivata alla conta dei voti - ma alcuni commissari hanno chiesto la messa a verbale della loro posizione contraria.
Smentite anche le voci di presunte pressioni da parte del proprietario di Sky, Rupert Murdoch, e da parte di Silvio Berlusconi per arrivare alla decisione di oggi. «Non sono al corrente di alcuna azione di lobby di Murdoch, e non c'è nessuna prova al riguardo. Le insinuazioni di pressioni di alto livello all'ultimo minuto sono assolutamente non confermate», ha affermato Pia Ahrenkilde aggiungendo che «in ogni caso fa parte delle regole del gioco il fatto che ci possano essere lettere, telefonate, comunicazioni anche al massimo livello politico su singole questioni sulle quali la Commissione deve prendere decisioni. La discussione sul caso Sky Italia è stata piuttosto lunga. A quanto risulta è cominciata poco prima di mezzogiorno».
La Commissione europea, ha detto la portavoce «continuerà sempre a controllare che quanto viene fatto sia pienamente compatibile con le norme europee sulla libertà di stabilimento, sulla discriminazione e nell'ambito della concorrenza».
Per il senatore Vincenzo Vita, della commissione di vigilanza Rai il via libera di Bruxelles per l'ingresso di Sky nella tv digitale terrestre «è una piccola boccata d'ossigeno al pluralismo televisivo in Italia, compresso e soffocato dalla concentrazione Rai/Mediaset e dal conflitto d'interessi». «Certo Rupert Murdoch non è un rivoluzionario e forse neppure un riformista - spiega Vita -. Tuttavia, l'entrata in scena di un nuovo soggetto è obiettivamente un fatto progressivo e utile al sistema radio televisivo italiano. Ora, però, si dica quando si metteranno a gara le frequenze del dividendo digitale».
«Il via libera della Commissione Europea su SKY e il digitale terrestre è una buona notizia per i telespettatori italiani»: lo dichiara il responsabile comunicazioni del Partito Democratico, Paolo Gentiloni. «Arriva infatti da Bruxelles una possibile apertura del mercato della tv digitale terrestre che, nonostante le roboanti promesse, finora nessuno aveva visto», commenta Gentiloni. "I telespettatori italiani hanno finora a che fare con una semplice moltiplicazione del numero di canali, ma non certo con competizione tra editori diversi e concorrenti», sottolinea il responsabile comunicazioni del PD. «I risultati in termini di continuo decadimento dell'offerta tv gratuita e di riduzione di quel pluralismo che il digitale terrestre aveva promesso di moltiplicare sono sotto gli occhi di tutti». «Il possibile arrivo di un grande editore come SKY - conclude Gentiloni - può correggere almeno in parte questo quadro sinora deludente».
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all'attribuzione delle frequenze televisive digitali terrestri

Visti i considerevoli cambiamenti intervenuti nel mercato televisivo italiano negli ultimi anni, la Commissione ritiene appropriato accettare la richiesta di Sky Italia, limitandone tuttavia le possibilità ad una sola frequenza che, se verrà attribuita a Sky Italia dalle autorità italiane, potrà essere utilizzata solo per trasmettere in chiaro per un periodo di cinque anni.
La Commissione europea ha accettato di sollevare Sky Italia da un impegno sottoscritto nel 2003 che le impediva di partecipare alla gara di aggiudicazione delle frequenze (o multiplex) per la televisione digitale terrestre (DTT). La decisione consentirà all'impresa di partecipare alla gara per un multiplex e di utilizzarlo per trasmettere programmi televisivi in chiaro (non pay tv) per un periodo di cinque anni. L'impegno avrebbe dovuto concludersi il 31 dicembre 2011. Il passaggio dall'analogico al digitale terrestre in Italia verrà completato nel 2012. La procedura di aggiudicazione delle frequenze non ha ancora avuto luogo.
Con la costituzione di una nuova emittente televisiva digitale via satellite denominata Sky Italia, il 2 aprile 2003 la Commissione ha autorizzato News Corporation Limited (Newscorp) ad acquisire il controllo di Telepiù Spa e di Stream Spa. Poiché l'operazione ha creato una posizione molto forte sul mercato delle pay TV (rispetto al mercato delle TV in chiaro che non era interessato dall'operazione), la Commissione ha subordinato l'autorizzazione ad una serie di condizioni rigorose, in base alle quali l'impresa poteva offrire la pay TV soltanto su satellite e non poteva mantenere o acquisire frequenze DTT (vedi IP/03/478).
Gli impegni complessivi, validi fino al 31 dicembre 2011, erano volti a limitare il potere di mercato di Sky Italia nel settore della pay-TV. La Commissione ha inoltre agevolato l'ingresso sul mercato di nuove imprese garantendo loro l'accesso alle infrastrutture e al contenuto necessari per offrire efficacemente servizi di pay-TV in Italia, a prescindere dalla piattaforma.
Nel novembre 2009 Sky Italia ha chiesto alla Commissione di essere sollevata dall'impegno relativo alla piattaforma DTT in modo da poter partecipare alla futura gara per l'aggiudicazione di cinque nuovi multiplex DTT che organizzeranno le autorità italiane.
La Commissione può modificare gli impegni se le circostanze di mercato sono cambiate in maniera significativa e ritiene che questo sia avvenuto nel caso del mercato televisivo italiano.
Innanzi tutto, la situazione di mercato è cambiata in modo significativo e su base permanente a partire dal 2003. Grazie agli impegni connessi alla decisione del 2003, attraverso la DTT hanno fatto il loro ingresso sul mercato italiano della pay TV operatori alternativi (Mediaset, Telecom Italia/Dahlia), anche se Sky Italia ha mantenuto la propria posizione forte sul satellite. Questi nuovi operatori utilizzano sia le proprie frequenze e infrastrutture di rete che quelle dei loro partner per fornire contenuti (sia in chiaro che a pagamento) sulla piattaforma DTT che copre già una serie di regioni.
Inoltre, ove disponibile, la piattaforma DTT sta diventando rapidamente la piattaforma principale per il consumo di televisione digitale in Italia ed è probabile che mantenga tale posizione per parecchi anni dopo il cosiddetto switch-off delle trasmissioni analogiche (entro il 2012). Infine, a partire dal settembre 2008, è stata creata una nuova piattaforma digitale satellitare (TIVU Sat), realizzata da RAI, RTI di Mediaset e Telecom Italia, ora disponibile per i consumatori italiani.
In secondo luogo, per operatori come Sky Italia la prossima gara è un'opportunità unica – e anche l'ultima per parecchi anni a venire – per entrare nella piattaforma DTT in concorrenza con le emittenti già esistenti. Attualmente lo spettro delle frequenze è sostanzialmente detenuto da operatori già presenti sul mercato. Su 21 multiplex riservati per la trasmissione televisiva digitale, 16 sono infatti già attribuiti o ne è prevista l'attribuzione; Mediaset, RAI e Telecom Italia hanno nel complesso 11 multiplex.
L'indagine di mercato ha tuttavia sollevato riserve sul fatto che il significativo potere di mercato di Sky Italia nel settore della pay TV, in particolare su satellite, verrebbe rafforzato dal suo ingresso nella DTT. Per eliminare tali riserve, Newscorp ha assunto l'impegno in base al quale Sky Italia parteciperà solo all'attribuzione di uno dei cinque multiplex che verranno assegnati.
Un altro dubbio riguardava il possibile passaggio di Sky Italia alla pay TV su tale multiplex non appena scaduto l'impegno assunto nel 2003, ossia dopo il 31 dicembre 2011. Newscorp si è tuttavia impegna a far sì che Sky Italia utilizzi il multiplex acquisito nella prossima gara per diffondere trasmissioni in chiaro per un periodo di cinque anni.
Nota 1 : Un multiplex o frequenza consente la radiodiffusione di uno o due canali in alta definizione e dai quattro agli otto canali in definizione standard.