
''Sono sorpreso della scelta della Commissione Europea - dice - di consentire a Sky di partecipare ad una gara non economica, concordata con la stessa Commissione per chiudere una procedura d'infrazione al fine di favorire l'ingresso di nuovi entranti e degli operatori minori già presenti sul mercato, mentre il Governo italiano ha sempre eccepito che, in realtà, Sky rappresenta un gruppo statunitense monopolista del mercato satellitare e, di fatto, del mercato della Pay Tv''.
''E' bene tenere presente - prosegue - che per riservare 5 frequenze da destinare al dividendo digitale il nostro Paese ha, infatti, sottratto risorse frequenziali a ciascuno dei principali operatori nazionali (Rai, Mediaset e Telecom Italia media) e ha rinunciato (nelle aree già digitalizzate) e dovrà rinunciare ad assegnarle (nelle aree ancora da digitalizzare) agli altri operatori e a oltre 500 Tv locali''.
Secondo Romani, ''è assurdo che di questo sacrificio imposto all'intero sistema televisivo del nostro Paese a trarne beneficio sia, gratuitamente - la gara è un beauty contest basato su parametri di solidità di impresa, capacità tecnica, programmazione e presenza sul mercato -, non un vero nuovo entrante ma un soggetto già ben radicato nel nostro Paese''.
''Un problema - conclude - che evidentemente la stessa Commissione si è posta nel momento in cui ha ritenuto di non eliminare tout court i vincoli contenuti negli impegni sottoscritti nel 2003 da News Corp, imponendo una serie di condizioni per la partecipazione alla gara e l'utilizzo free on air per cinque anni del mux eventualmente acquisito a seguito della gara stessa''.
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