
Così Andrea Ambrogetti, Presidente di DGTVi (l'Associazione che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Dfree e le associazioni di tv locali Frt e Aeranti-Corallo) ha commentato in una nota la decisione assunta oggi su Sky dalla Commissione europea.
''Occorre ricordare infatti - spiega Ambrogetti - che, ormai più di un anno fa, fu la stessa Commissione Europea a chiedere allo Stato italiano di mettere a gara cinque frequenze nazionali per garantire che il passaggio al digitale potesse consentire ancora maggiore apertura per nuovi soggetti e nuovi editori. Tale misura, su richiesta di Sky, si è incredibilmente trasformata in questi mesi in un'apertura anzichè a nuovi soggetti e nuovi protagonisti a colui che è il monopolista della televisione a pagamento, prevedendo per esso una misura asimmetrica che gli consentirà l'accesso totalmente gratuito ad una frequenza nazionale digitale, a differenza di tutti gli altri operatori che hanno invece dovuto sostenere in questi anni ingenti investimenti economici, peraltro sottraendo risorse frequenziali preziose sia alle emittenti nazionali sia a quelle locali''.
''Sia ben chiaro - prosegue il presidente di DGTVi -, non si tratta di pluralismo: nessuno infatti chiedeva che fosse impedito a Sky di trasmettere sul digitale terrestre, che infatti già lo fa con Cielo, ma tutti invece volevano che non fosse consumata questa evidente ingiustizia e disparità di trattamento tra imprese. D'altra parte, e qui vi è la contraddizione, che la situazione di Sky non fosse 'normale' è bene evidente esaminando le limitazioni imposte a Sky dell'Unione europea (obbligo di trasmettere in chiaro per cinque anni e possibilità di concorrere per una sola frequenza) che testimoniano come fossero fondate le preoccupazioni per la distorsione della concorrenza manifestate in modo pressochè unanime da tutti gli operatori e le istituzioni italiane a Bruxelles''.
''Le imprese televisive nazionali e locali italiane - conclude Ambrogetti -, continuando a dissentire profondamente con la decisione odierna, esprimono dunque forte preoccupazione per un ingresso che potrebbe falsificare profondamente il delicato passaggio al digitale terrestre e continueranno tutte le azioni necessarie in ogni sede perchè sia affermato concretamente il principio della reciprocità fra tutte le piattaforme televisive''.
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