Durante gli Sky Inclusion Days, giornata dedicata ai temi dell’inclusione e della diversità con incontri, testimonianze e performance tenutasi a Milano presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Sarah Varetto, EVP Communications, Inclusion & Bigger Picture, ha discusso con Federico Ferri, direttore di Sky Sport, durante il panel "Sky Up The Edit e i valori dello Sport" che vedeva la partecipazione del Ministro Andrea Abodi, della campionessa di tennis Flavia Pennetta e dell'amministratore delegato di Ducati Corse Claudio Domenicali.
L'intervista mette in luce la straordinaria capacità di Sky Sport non solo di offrire una cronaca precisa e dettagliata degli eventi sportivi, ma anche di raccontare le storie dei grandi campioni. Questo approccio narrativo permette di trasmettere i valori dello sport, come la trasformazione del talento attraverso l'allenamento, la passione, la determinazione e la voglia di raggiungere obiettivi. L'intervista sottolinea come Sky Sport consideri un privilegio e una responsabilità raccontare le emozioni e le esperienze dei protagonisti dello sport, andando oltre la semplice cronaca degli eventi.
Viene citata la storia di Flavia Pennetta come esempio di una carriera straordinaria e viene discusso come lo sport possa educare e ispirare, proprio come l'arte e la cultura. Federico, parlando delle prossime storie che verranno raccontate da Sky Sport, menziona un documentario su Franco Baresi e il Milan del 1994, oltre a piani per raccontare la storia di Flavia Pennetta e un futuro omaggio a Gianni Clerici, celebre scrittore e commentatore di tennis. Questi progetti mirano a celebrare non solo gli atleti, ma anche chi ha saputo raccontare lo sport in modo eccezionale
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Oltre che la cronaca, il commento che ovviamente Sky Sport è conosciuta per la qualità, per l'accuratezza del modo in cui si trattano gli eventi sportivi, non lo dico come maglietta Sky, ma come telespettatrice dello sport, c'è anche questa capacità di raccontare le storie dei grandi campioni che in fondo è quello che forse meglio riescono così a rappresentare quella caratteristica che diceva prima Flavia Pennetta, lo sport è qualcosa di puro, di unico.
«Sì, è molto bello quello che ha detto e probabilmente riassume la motivazione, perché lo sport trasmette così tanto, perché è un elemento che in purezza traduce valori come la trasformazione del talento attraverso l'allenamento, la passione, la determinazione, la voglia di arrivare, il percorso che è necessario fare per arrivare. Questo ci regala la possibilità di raccontare delle storie uniche. Poter parlare di sport da questo punto di vista è una grande fortuna. Una testata come Sky Sport, un'azienda come Sky, ha il piacere e secondo me in qualche modo anche la responsabilità di tradurre proprio questi concetti e non limitarsi alla cronaca. Abbiamo una fortuna straordinaria, quella di poter coprire una quantità enorme di eventi straordinari: la diretta, il live, tutto quello che succede ogni giorno e che conoscete. Ma, a mio parere, qualunque contenuto, anche se vogliamo aggiungere la parte tecnologica, la parte di vivere il racconto nel modo migliore possibile come qualità di visione, come qualità di commento a qualsiasi evento di questo genere, manca sempre qualcosa se non si abbina all'elemento dell'emozione. Ho spesso fatto, andando nelle scuole, quando siamo andati anche con il ministro, un riferimento diciamo all'arte, alla musica, alla cultura: quello che emoziona vale esattamente anche per lo sport.»
Come Sky Sport può contribuire ulteriormente a educare le nuove generazioni attraverso la narrazione delle vicende sportive e dei loro protagonisti?
«Anche lo sport ci traduce, ci porta nelle stesse dimensioni in cui ci portano i grandi artisti. I grandi sportivi, da questo punto di vista, trasmettono le stesse emozioni. Poterle raccontare è certamente un privilegio e, dicevo, è un elemento che non può mancare nella dimensione dello sport seguito dal punto di vista di chi lo racconta. Prima abbiamo citato la storia di Flavia. Pensate a cosa ci può offrire la stessa cosa. Flavia ha giocato la sua ultima partita, l'ultima in assoluto, nel massimo momento di splendore della sua carriera. L'ultima volta che ha toccato una racchetta era per raggiungere il risultato più alto possibile per una tennista, vincere una prova del Grande Slam. Con tutto il modo in cui ci è arrivata, con il percorso, con gli alti e bassi, probabilmente in pochi si aspettavano che avesse ancora la possibilità di raggiungere, anzi forse soltanto tu, di raggiungere un risultato del genere. E l'ha fatto in un momento pazzesco in cui c'era da battere, in questo caso con la collaborazione di chi poi aveva giocato la finale con lei, la più grande tennista del mondo di tutti i tempi, Serena Williams. Arrivare in fondo, giocare la partita più importante della carriera e poi dire basta, finisco qui. Con tutto quello che c'è stato prima, in quel momento, in quei dieci minuti tra il match point e la fine del match point, c'è un racconto di vita che è veramente difficile trovare fuori dallo sport. E quindi poter raccontare queste storie e trasmettere degli esempi attraverso lo sport è un privilegio. Solo lo studio della storia, secondo me, della storia non dello sport, in generale parlo, è educativa quanto lo sport. E lo cito perché secondo me la storia dello sport, non soltanto lo sport praticato, che è fondamentale ovviamente, deve avere un peso e un ruolo. In questo, i mezzi di informazione sono certamente determinanti.»
Federico, qual è la prossima storia che vedremo su Sky Sport così che invogliamo poi ad andarla a cercare?
«Una è in onda e mi piace ricordarla perché c'era qua seduto poco fa Franco Baresi, capitano del Milan prima di Sacchi e poi di Capello. Alla storia dello straordinario successo del Milan, quello della Champions League del 1994, nell'occasione dei trent'anni abbiamo ripercorso quella storia pazzesca di un underdog. Allora il Milan non era favorito in quella finale e batte la squadra allora più forte d'Europa, che era il Barcellona. Ne stiamo preparando anche sul tennis. Magari qualcosa dovremmo fare su Flavia, perché è una storia talmente straordinaria che prima o poi andrà raccontata da Sky.E poi stiamo lavorando, mi fa piacere dirlo, su qualcosa che non è ancora perfettamente definito nei tempi, però stiamo cominciando e credo sia anche un po' un nostro piacere oltre che una responsabilità: parlare anche di chi ha raccontato lo sport in modo straordinario, proprio in relazione al tennis. Ci piacerebbe molto dedicare un documentario, un approfondimento, un omaggio a Gianni Clerici. E su questo faccio anche un applauso, che è stato veramente lo scriva del tennis, un cantore straordinario. Un impegno che speriamo di poter portare a casa quanto prima.»
Articolo di Simone Rossi
per "Digital-News.it"
(twitter: @simone__rossi)