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Caressa e Bergomi: «Emozioni dei Trionfi e magia delle telecronache Sky verso Euro 2024»

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: Digital-News (original)

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Sky Italia
lunedì, 27 maggio 2024 | Ore: 14:58

Caressa e Bergomi: «Emozioni dei Trionfi e magia delle telecronache Sky verso Euro 2024»Durante la giornata Sky Live In Milano, tenutasi a Milano presso il Palazzo Reale, Federica Masolin ha discusso con Fabio Caressa e Beppe Bergomi, le voci della Nazionale Azzurra in partenza per gli Europei di Calcio.

Gli Europei 2024 inizieranno il 14 giugno e si svolgeranno in Germania. La gara inaugurale del 14 giugno alle 21, vedrà impegnata la Germania - padrona di casa - contro la Scozia, partita che si disputerà all’Allianz Arena di Monaco di Baviera. L’Italia entrerà in gioco il giorno seguente, sabato 15 giugno, a Dortmund contro l’Albania (fischio d’inizio alle 21). La finale di Euro 2024 è in programma domenica 14 luglio alle ore 21 all’Olympiastadion di Berlino. I canali di riferimento per seguire tutte le partite di UEFA Euro 2024 saranno Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio e i canali dal 251 in avanti. La visione di tutte le partite sarà disponibile per gli abbonati al pacchetto Sky Sport e Sky Calcio.

Sono 24 le nazionali partecipanti agli Europei 2024, divise in 6 gironi da 4 squadre ciascuno. Le prime due classificate di ogni gruppo più le quattro migliori terze accederanno agli ottavi di finale. L'Italia, vincitrice dell’ultima edizione, è stata inserita nel gruppo B con Spagna, Croazia e Albania. La Germania, che giocherà la gara inaugurale venerdì 14 giugno contro la Scozia, è nel gruppo A. La fase a eliminazione diretta inizierà sabato 29 giugno, mentre domenica 14 luglio alle 21 è in programma la finale a Berlino.

Una copertura straordinaria quella che Sky dedicherà agli Europei di calcio. L’intera competizione - 51 match anche su Sky Sport 4K, di cui 20 in esclusiva - sarà trasmessa in diretta su Sky Sport e in streaming su NOW, oltre alle rubriche dedicate e le ultimissime su Sky Sport 24, skysport.it e i canali social ufficiali per rimanere sempre aggiornati, con un occhio di riguardo per la nostra Nazionale.  Studi pre e post di tutte le partite con i talent e le voci iconiche di Sky Sport. Per le partite dell'Italia saranno previsti studi on site con Federica Masolin e i suoi ospiti mentre le telecronache delle partite saranno seguite da Fabio Caressa e Beppe Bergomi. Seguiranno la squadra azzurra nel day by day: Giorgia Cenni, Gianluca Di Marzio, Marco Nosotti e Peppe di Stefano.

Massima copertura di Euro 2024 anche sul sito skysport.it con un’area interamente dedicata all’evento: news, live blogging, foto, video, probabili formazioni e pagelle dei match. Tutti gli aggiornamenti sull’evento calcistico più importante dell’estate anche sui canali social di Sky Sport.

Nell'intervista, i due commentatori sportivi esprimono il loro entusiasmo per la Nazionale italiana, ricordando l'importanza del contributo di Gianluca Vialli durante l'Europeo. Sottolineano come Vialli abbia creato un clima vincente fondamentale per il successo della squadra e discutono della visione di Roberto Mancini, che già tre anni prima aveva l'obiettivo di riportare l'Italia ai vertici del calcio mondiale. Beppe racconta come, già dalla prima partita, avesse percepito la possibilità di un percorso vincente. Caressa e Begomi riflettono sul loro rapporto professionale, paragonandolo a un matrimonio di 25 anni. Descrivono come, nonostante le loro differenze di carattere, riescano a completarsi a vicenda nelle telecronache. Fabio apprezza la chiarezza e la sintesi con cui Beppe riesce a trasmettere concetti complessi, qualità fondamentali per un telecronista. Beppe, d'altro canto, elogia la conoscenza, la preparazione e l'intelligenza di Fabio, capaci di trasmettere emozioni e coinvolgere il pubblico.

Parlano della specialità di trasmettere le partite della Nazionale, sentendo una grande responsabilità nel rappresentare il popolo italiano. Beppe, con la sua esperienza diretta come ex giocatore della Nazionale, condivide l'emozione di sentire l'inno e il senso di responsabilità che ne deriva. Fabio aggiunge che, a differenza delle partite di club, nelle quali devono essere neutrali per non alienare i tifosi delle varie squadre, nelle partite della Nazionale possono sbilanciarsi e sostenere apertamente gli Azzurri. Discutono anche della fiducia riposta in Luciano Spalletti, il nuovo allenatore della Nazionale, che ha ereditato un progetto importante e vincente da Mancini. Riconoscono la difficoltà del girone, con avversarie come Albania, Spagna e Croazia, ma credono nelle capacità di Spalletti di fare le scelte giuste e guidare la squadra con successo.

Affrontano il tema del VAR, sottolineando la necessità di mantenerlo per ridurre gli errori arbitrali, nonostante le polemiche e le difficoltà di utilizzo. Fabio critica il malfunzionamento del VAR in Italia, ma ritiene che tornare indietro sarebbe un grave errore. Infine, discutono del nuovo formato della UEFA Champions League, vedendolo come un'opportunità per i club italiani di mettersi in mostra a livello europeo. Sottolineano come il calcio sia cambiato rispetto ai tempi passati, con le squadre italiane che ora capiscono l'importanza di competere seriamente in tutte le competizioni europee.


Siete pronti a partire?
C: «Siamo prontissimi. E poi si ritorna a Berlino. Cioè, si torna in Germania. Io comunque mi emoziono sempre quando vedo il mio amico Gianluca Vialli che abbraccia Mancini. Facciamo un applauso a Gianluca. È stato importantissimo, lo dicono tutti i giocatori che hanno partecipato a quell’Europeo, è stato importantissimo in quell’Europeo perché ha dato quel qualcosa in più che poi ha creato, diciamo, il clima necessario per vincerli».

B: «Sono d'accordo insieme a quello che ha avuto Roberto Mancini, parlo di visione, partita tre anni prima, perché ha detto: io devo riportare l'Italia dove merita. E poi io e Fabio già dalle prime partite avevamo intuito che si poteva fare un certo tipo di percorso».

C: «La prima partita di Euro 2020 a Roma contro la Turchia, io me la ricordo benissimo, prima partita, fine primo tempo, Beppe dice: arriviamo fino in fondo. Arriviamo fino in fondo perché la squadra c'è, si vede come giocano, sono compatti, arriviamo fino in fondo».

Cosa ti dava questa sensazione Beppe?
B: «Ma sono le cose, io ho vissuto il mondiale dell'82 e tu percepisci durante il percorso che io dico sei in flusso nel senso che qualsiasi avversario arrivi tu vinci perché c'è quel, lui parlava di Vialli, c'è quello spirito di squadra, quel senso di appartenenza forte, quell'attaccamento alla maglia che tutto il gruppo ha creato e tu puoi andare contro chiunque, vai a superare qualsiasi ostacolo. Quindi avvertivo quello. Poi si può vincere, si può perdere, ma nella mia testa intravedevo la possibilità di fare un percorso molto lungo. E questo è anche il bello dello sport, senza fare retorica spiccia, che ci dà veramente degli insegnamenti che sono riportabili nella vita di tutti i giorni.»

L'unione, la coesione, la forza, l'amicizia se vuoi anche, o comunque l'idea di avere un obiettivo comune. Un po' come nella vostra coppia lavorativa. E qui vorrei prima di andare a quelle che sono le tematiche legate all'europeo che racconteremo su Sky, Come nasce questa coppia e soprattutto se all'inizio anche voi avevate la sensazione di poter diventare un duo televisivo così forte? Perché quando c'è Beppe, non c'è Fabio, viceversa sembra sempre che ci manchi un pezzettino. Non so se avete la stessa sensazione.
C: «Faccio 25 anni di matrimonio con mia moglie e 25 anni di matrimonio con lo "zio". Lui smette di lavorare, smette di giocare nel 99. Io lo vedo in conferenza stampa. Noi ogni tanto ci eravamo incontrati negli autobus delle trasferte dell'Inter e ci eravamo messi a parlare di calcio internazionale. Quindi io sapevo che lui aveva due doti. Una è che si interessava tantissimo di tutto e che conosceva bene il calcio internazionale. e la seconda cosa è che esprimeva i concetti in maniera chiara e sintetica in un ottimo italiano, che sono le due cose fondamentali, secondo me, per fare telecronista. E quindi io e l'allora direttore eravamo ancora a Telepiu, Claudio Arrigoni lo chiamo e gli diciamo... ti veniamo a prendere. Lui era in montagna, e aveva appena smesso di giocare a calcio, quindi era leggermente infastidito da questa cosa.»

B: «No, secondo me avevano sbagliato persona. io parlavo pochissimo. Mi sei sempre ritenuto un po' un leader silenzioso, anche all'interno dello spogliatoio. E invece, dalla prima telecronaca, hanno preso un vecchio Juventus-Milan, hanno tolto il commento originale, siccome mi volevano bene, mi hanno fatto fare Juventus-Milan. Così subito..... E da lì hanno detto che avevo i tempi televisivi e via.»

C: «La prima telecronaca invece andò benissimo e poi devo dire anche la verità, noi, era un giorno di agosto del 1999 e noi uscimmo, perché le telecronache le facevamo in una saletta che era nel seminterrato, diciamo, siamo usciti e proprio nel momento in cui siamo usciti c'è stata l'eclissi di sole, l'eclissi di sole più importante del secolo, l'unica eclissi di sole del secolo, completa in Italia. Quindi noi siamo usciti con il sole offuscato dalla luna. Battezzati dall'ombra della luna e io ho detto, Beppe, gli antichi direbbero che questo è un segno, faremo grandi cose e devo dire che in effetti è stato un segno.»


E così è stato, con Fabio che ho letto da qualche parte che hai detto, mi sembrava di essere il professore di matematica di Einstein. Perché è un genio, Beppe. In cosa è geniale, Beppe?
C: «Ma Beppe è geniale nella facilità in cui riesce a trasmettere concetti, anche complessi, di tatti, nella maniera più semplice possibile. E quindi è assolutamente risolutivo questo in una telecronaca, perché la telecronaca è ritmo, è scansione metrica. Io ho vissuto la telecronaca sempre come scansione metrica, perché io ho pensato sempre che se gli antichi raccontavano in quel modo, un motivo evidentemente c'era. E il motivo è che con la scansione, quindi con i punti e non con le virgole, il racconto diventa molto più avvincente e molto più emotivo e quindi avevo bisogno di una seconda voce che tenesse quel ritmo e avesse quelle stesse caratteristiche e per fortuna l'ho trovata subito 25 anni fa e Beppe ha proprio esattamente queste caratteristiche.»

E in cosa è geniale invece Fabio? In cosa è unico e speciale?
B: «Allora, noi siamo due che abbiamo due caratteri completamente diversi e per questo ci vogliamo bene e ci completiamo. Siamo amici ma non è che ci frequentiamo tutti i giorni. Poi io penso che la differenza la fa la conoscenza, la preparazione e l'intelligenza. Sono tutte qualità che Fabio ha, che riesce a trasmettere e poi riesce a far arrivare a casa, a voi tutti, l'emozione. di quello che sta vedendo e quindi poi ti rimangono impresse le sue frasi, il suo modo di condurre la telecronaca, ma principalmente è una brava persona e una bella persona.»

C: «Una cosa in cui siamo diversi. Lui è abbastanza ordinato, io sono un casinista»


Ma sapete fare squadra?
«Sappiamo fare squadra soprattutto perché quando mangiamo per esempio in albergo, ogni tanto mangiamo in camera, andiamo a mangiare nella sua perché, come dice lui, la mia camera com'è?....»

Venendo invece al racconto della Nazionale, quanto è speciale raccontare la Nazionale e farsi voce del popolo italiano? Perché se uno è appassionato di calcio o no, quando c'è la Nazionale ci si ferma. La sentite un po' la responsabilità? E poi veniamo al racconto dell'europeo, Fabio?
C: «Sì, io la sento. Devo dire che tecnicamente è più facile, nel senso che tecnicamente tu puoi sbilanciarti con tranquillità, perché la Nazionale, sono tutti i tifosi della Nazionale. Mentre nelle partite di calcio italiano è impossibile, perché anzi, siamo tutti attentissimi a quello che dici, a ogni parola che dici, perché sei sempre tifoso dell'altra squadra. Se uno è dell'Inter, sei tifoso di Milan. Se uno è della Juve, sei tifoso dell'Inter e viceversa. Anche con le partite di Coppa noi abbiamo deciso comunque di sostenere sempre le squadre italiane però c'è sempre quello che gufa e che quindi ti dice che hai esagerato. Diciamo che con la Nazionale tecnicamente è più facile però si ha grande responsabilità in quello che dici perché comunque è uno strumento di trasmissione culturale quello e quindi bisogna sempre ricordare le cose secondo noi fondamentali. Noi crediamo molto nel fair play, nel coraggio, nell'attaccamento alla maglia e quindi queste cose secondo me sono cose che vanno ricordate.»

E per te, Beppe, che hai vestito la maglia della Nazionale cosa vuol dire oggi?
B: «Avendo giocato quattro mondiali un europeo e quando sentivo l'inno per me era importante perché il mio pensiero andava a mio papà perché l'ho perso giovane ma poi dicevo io qui rappresento il mio popolo che va tra virgolette in battaglia perché poi non c'è un'età giusta o sbagliata per prendersi le responsabilità avevo 18 anni ma facevo parte di un gruppo incredibile di grandi giocatori e grandi campioni che mi hanno aiutato E quindi adesso succede la stessa cosa, in maniera diversa, però quando senti l'inno, noi ci abbracciamo, cioè comincia a salire quell'adrenalina, che già sale durante la preparazione e tutto quanto, perché poi quando fai la Nazionale sei lì tre, quattro giorni prima, vivi tutto, vivi gli allenamenti, vivi la rifinitura, quindi senti veramente questo senso forte, questa responsabilità. Però, come diceva Fabio, risulta più facile a me risulta più facile io sono caratterizzato Inter ho giocato solo faccio la bandiera dell’Inter l'ho fatta per tanti anni quindi la telecronaca sul campionato italiano diventa non semplice però con la Nazionale veramente è uno spettacolo.»

Giudicare invece non è mai semplice, vi chiedo in questo momento come giudicate l'operato di Spalletti, almeno fino a qui, che è eredita comunque un progetto importante, soprattutto vincente come quello di Mancini, almeno guardando all'europeo.
B: «Io ho grande fiducia in Luciano. Luciano è un genio del calcio, un genio vero. Ogni tanto bisogna stare sempre un po' attenti nelle scelte che fa. Adesso anche questa scelta che ha fatto dei 30... Possiamo anche discuterne, sicuramente, perché ha portato ragazzi con zero presenze. Poi vedremo chi lascerà a casa facendo delle scelte dure e difficili, ma io penso che è lì apposta. Perché lui è la nostra guida e deve scegliere. Quindi poi le responsabilità se le prende lui. Perché in passato li ho vissuti così con altri ct che magari non ne portavano di più per poi lasciarli a casa dopo, ma convocavano i 22, i 23 e poi c'era qualcuno in riserva che rimaneva direttamente a casa. Però mi fido tanto di Luciano Spalletti perché è entrato in un momento difficile dopo che Mancini ha lasciato improvvisamente, doveva qualificarsi, ce l'ha fatta e adesso siamo qua a questa fase finale. Io, europeo allargato, passano le prime due, più le quattro migliori terze, insomma, anche in un girone difficile, insomma, ce la facciamo. Poi dopo vediamo il percorso, ma una volta passata la prima fase, una frase scontata e banale, però dopo affrontare l'Italia è sempre difficile.»

C: «Non ama nessuno affrontare l'Italia nella partita secca, perché siamo tosti. Poi sono sicuro che Luciano metterà del suo, delle sue idee, perché l'ha sempre fatto. Magari sorprendendoci anche in alcuni casi, perché è sempre stato così. Però è uno dei pochi allenatori che veramente ho visto prima nella preparazione della partita e poi sul campo ho visto cambiare proprio le cose, proprio con dei colpi, con delle pensate proprio particolari che hanno sempre messo in difficoltà gli avversari e quindi sono convinto che sarà così anche in questo Europeo.»

Albania, Spagna, Croazia. Girone complicato, diceva Beppe. Che obiettivo si può dare questa Nazionale in considerazione anche dei 30 preconvocati? Ci sono ragazzi giovani che hanno fatto bene in campionato, ma comunque sono un bel punto di domanda se guardiamo all'esperienza azzurra, Fabio.

C: «È un po' difficile stabilire l'obiettivo perché diciamo che il primo obiettivo è superare il Girone, comunque, perché è già un Girone difficile. Secondo me come obiettivo concreto si può pensare non ci poniamo limiti, però concretamente si può pensare a un quarto, una semifinale. Ci sono delle squadre che obiettivamente sono un po' più forti di noi, almeno sulla carta. Inghilterra, Francia. Io ho rivisto bene la Germania nelle ultime ore che ho fatto. La Spagna è sempre pericolosa. Diciamo che noi, se arriviamo nelle prime quattro, facciamo una grande cosa, secondo me.»

B: «Sì, penso che, abbiamo visto nelle qualificazioni, l'Inghilterra è una squadra molto forte. Poi, La fine non vince quasi mai, però prima o poi succederà. Ha una rosa molto profonda in determinati ruoli e quindi se devo evitare una squadra evito l'Inghilterra. Prima parlavo sempre di Francia, ma i francesi hanno grande qualità anche loro. Ogni tanto si disuniscono sotto l'aspetto comportamentale di gruppo e quindi lasciano per strada delle manifestazioni che potevano vincere. La Germania gioca in casa, ha riportato dentro un giocatore come Kroos che finirà con l'Europeo, ma è un giocatore incredibile e quindi sono queste le nazioni. Poi la sorpresa ci sarà sempre, ma al solito la Spagna, una squadra che gioca bene, a noi dà sempre fastidio. Però adesso noi abbiamo una mentalità diversa, ormai La tradizione la conserviamo nelle partite di difficoltà per saper resistere in fase difensiva, ma adesso siamo propositivi e creiamo gioco e quindi questo mix ci può portare lontano.»

C: «Tra l'altro giochiamo la prima, la foto che c'era prima quando siamo abbracciati, quella foto è la foto di Dortmund 2006 e abbiamo appena detto andiamo a Berlino, con quella foto lì. Quindi speriamo di ricominciare da Dortmund, un po' dove avevamo lasciato... In uno stadio un po' speciale per voi. Dai, insomma, questo è anche un bel segno. Eccola là. Se ci piacciono i segnali, eccola qua, magari che sia un segnale. Avevamo appena detto andiamo a Berlino e ti racconto questo aneddoto. Avevamo finito la partita così, in piedi, in una tribuna stampa molto stretta, e io sotto avevo la televisione portoghese e avevamo urlato talmente tanto che alla fine avevamo fatto un po' di show, si sono girati tutti a farci un applauso e il portoghese che era sotto di me ha fatto, "Cumprimenti, si è andato in onda in Tudo Portugal".... Gli ero entrato nel microfono.»

Le volevo chiedere, penso che avrà visto che le squadre inglesi vogliono rimuovere il VAR dal proprio campionato. Dopo anni che ormai il VAR è stato inserito nel mondo del calcio e parecchie polemiche per i continui errori, dovremmo seguire anche a livello europeo, proprio in vista degli europei, di rimuovere il VAR? Oppure dovremmo ancora dare fiducia aspettare?
C: «Allora in Inghilterra c'è una situazione particolare perché gli inglesi non erano abituati alle polemiche arbitrali perché accettavano la decisione dell'arbitro e invece con il VAR è cambiato tutto, sono arrivate le polemiche anche in Inghilterra molto molto forti fondamentalmente perché non lo sanno usare il VAR tendenzialmente. Siccome neanche noi quest'anno abbiamo saputo usarlo io chiamavo la trasmissione closing VAR che mi sembrava ci fosse una certa tendenza e resistenza degli arbitri ad usarlo, in realtà non è così Io credo, per te che non so come andrà il referendum, poi non è detto che vincano i non varisti, io però credo che sarebbe una scelta veramente antistorica. Il VAR c'è, può essere aggiustato il protocollo, sicuramente, di applicazione. Credo che in Inghilterra anche comunque rimarrebbe per il fuorigioco e per i limiti dell'area di rigore, quindi diciamo quello che chiamano VAR geografico. però credo che assolutamente in Italia non si possa tornare indietro perché comunque se guardate i numeri è vero che c'è stato qualche errore io poi ogni tanto scherzo a proposito di come è andata quest'anno però è anche vero che il numero di errori che si è limitato è molto più ampio quindi credo che non si possa più sarebbe un gravissimo errore tornare indietro non credo si possa tornare indietro»

Il nuovo formato della UEFA Champions League sancisce la fine del vecchio calcio di cui lei è stato protagonista oppure un inizio di una nuova era per più opportunità per i club?
B: «Il mio calcio è già finito da un bel po' perché il calcio di oggi non è quello di due anni fa, quello di cinque anni fa. La cosa importante è che i nostri club hanno intercettato il cambiamento. L'Atalanta vince l'Europa League, non vincevamo la Coppa UEFA dal '99. Negli ultimi anni è una manifestazione che nessuno snobba più perché capiscono l'importanza di giocare in Europa e quindi con una Super Champions allargata, l'Europa League con più partite però ti dà una visibilità enorme e quindi questo l'hanno capito le nostre squadre e quest'anno speriamo che mercoledì la Fiorentina ci regali la Conference per portare none squadre in Europa. E noi non vediamo l'ora di raccontarvi anche questa nuova Champions League.»

Grazie a Beppe Bergomi e a Fabio Caressa. È stato un grande piacere essere qui con voi. Ci vediamo per gli Europei.

Articolo di Simone Rossi
per "Digital-News.it"
(twitter: @simone__rossi)

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