Dred, Tinelli e Valentina / Secchia, Mafy, Rocky, Annina / Smilzo, Nico, Dj, Spy / Se li incontri sono guai.
La rivoluzione, nella tv under 16, ha dieci faccette buffe, unâinquadratura fissa e appena sei minuti di durata.
Ma sono bastati per conquistare i ragazzini italiani e non solo, dato che Disney Channel ne sta preparando versioni per Gran Bretagna, Spagna, Germania, Francia, Cina, India e Stati Uniti. Quelli dellâIntervallo è finito sul Wall Street Journal senza effetti speciali e con attori che nemmeno si muovono, parlano guardando direttamente in camera, sullo sfondo un intervallo tipicamente italiano di una scuola media tipicamente italiana, con tanto di busto di Manzoni.
 E chissà che non sia questo uno dei motivi di tanto successo, dopo intere generazioni cresciute a cartoni animati e serie importate dagli Usa, lasciate a rimuginare su come mai nelle scuole della tv ci fossero gli armadietti che da noi non se nâè mai visto uno o perché a 16 anni nei telefilm avessero già la patente.
Disney Channel Italia ha voluto Quelli dellâIntervallo proprio come antidoto alla globalizzazione che passa per Hannah Montana e Lizzie McGuire e non ha visto male dato che fin dallâinizio il programma ha fatto ascolti impensati e in 13mila hanno partecipato al concorso per apparire nella serie.
«Siamo stati colpiti da un sondaggio sui gusti degli adolescenti in tv - spiega Cristiana Nobili, Direttore delle Produzioni Walt Disney Television Italia - segnalavano come programmi preferiti Zelig, Le Iene e Camera café, programmi non pensati per loro ma che hanno le caratteristiche di quello che vogliono vedere: ritmo serrato e divertimento. Non amano più le rubriche tradizionali, vogliono che i loro problemi vengano trattati attraverso la fiction ma in modo buffo».
E naturalmente breve, perché questa è la generazione degli sms e di you tube, e gli spezzoni di Quelli dellâintervallo sembrano fatti apposta per essere scaricati dal web o guardati sui telefonini di ultima generazione.
«Câè la telecamera fissa e una sola scena, ma non è una scelta low cost - continua la Nobili - è una scelta stilistica, il risultato è moderno, snello, si dà più importanza alle battute. Anche perché usare una sola telecamera con attori non professionisti è una gran fatica, significa girare la stessa scena più volte perché non ci si può aiutare con il montaggio».
Naturalmente diventano fondamentali i testi e lâautore Giovanni Zola ha spiato discorsi, manie, modi di dire degli adolescenti milanesi: non deve essere stato un compito ingrato perché lui stesso sembra da poco uscito dal liceo mentre si aggira negli studi di Cologno Monzese, capelli arruffati e camicia fuori dai pantaloni.
Vanno in onda i problemi quotidiani dei ragazzi, compiti in classe e amori tormentati, non ci sono invece i casi estremi di bullismo, sesso filmato o droghe di cui parlano le cronache. «La mia impressione è che i ragazzini siano migliori di quello che pensiamo - dice la Nobili - sono responsabili, svegli, curiosi. Gli adulti li demonizzano perché non li conoscono, non si fermano a parlare con loro, ne hanno persino paura».
Il volto simbolo della serie è Tinelli, Matteo Leoni, 16 anni, che ormai non può più girare senza essere sommerso da richieste di autografi e sarà il protagonista dello spin off Fiore e Tinelli: si gira in questi giorni, negli studi sono stati ricostruiti i due appartamenti della famiglia Tinelli (padre Max Pisu, madre Roberta Nanni, figlia minore Annina, vera sorella di Matteo nella realtà , nonna Laura Pestellini, la parfida nonna degli spot dei saltimbocca) e dei vicini «alternativi», i Fiore (padre Mauro Serio, madre Pia Lanciotti, figlia Roberta Calabrese, figlio Alex Polidori, la voce del pesciolino Nemo).
Sul set si fronteggiano Max Pisu e Mario Serio, impegati in uno sketch demenziale con un chewing gum. «Lavorare con i professionisti è più semplice ma anche più prevedibile - spiega la Nobili -. In Italia professionisti ragazzini non ce nâè quasi, a differenza dellâAmerica. Allâinizio è stata dura, abbiamo risolto puntando sugli archetipi, il secchione, la bella, il grasso etc. Poi ognuno ha reso il personaggio più reale».
LâEuropa declina la serie a suo modo: nella Kurze Pause tedesca si parla molto di regole, nel Cambio de Clase spagnolo di come evitarle, in Francia Trop la Classe ha sempre una pesenza adulta perché i supervisori sono una figura costante, in Inghilterra As The Bell Rings vede tutti in divisa mentre la versione indiana, in omaggio a Bollywood, è piena di stacchetti musicali. Intanto si prepara una sitcom europea: Life Bytes.
A 14 anni la vita ha più gusto, a piccoli morsi.
Raffaela Silipo
per "La Stampa"