LINDA SANTAGUIDA 5. Showgirl dal sorriso permanente e dal talento imprecisato, come del resto il numero di fidanzati, si è rimessa in (bella) mostra a «Mondiale Rai Sera» di Raidue. Notevole, ma non superiore a più venerati opinionisti (vedi «Notti Mondiali» di Raiuno), l’incompetenza calcistica; maliziosa la postura, con le cosce opportunamente scoperte ben visibili al di sopra della scrivania; comunque ammirevole l’autoironia.
ALESSANDRO ANTINELLI 7. Globetrotter Rai di ottima (per chi ama il genere) presenza, inviato speciale al di fuori degli stadi, ha battuto spesso i denti, per il freddo, ma mai il ciglio. Servizi concisi, dove incredibilmente le notizie prevalgono sulle chiacchiere. Ogni tanto gli affidano qualche telecronaca minore, e lui, senza strafare, anzi proprio per quello, surclassa i colleghi di grido. Grido in tutti i sensi.
FABIO CARESSA 5,5. Telecronista numero uno di Sky, ama l’incipit epico, quasi sempre involontariamente comico. Bravo ma presuntuoso come pochi, entra spesso a voce tesa, salvo rimangiarsi tutto al successivo replay, che smentisce le sue granitiche certezze. Certo meglio lui di Massimo Marianella, che chiacchiera a ruota libera anche nei momenti decisivi (vedi i primi tre gol di Uruguay-Germania) e di Maurizio Compagnoni, che urla come un indemoniato a ogni rete.
PAOLA FERRARI 6,5. Garbata conduttrice di «Notti Mondiali», dirige la sua brancaleonesca armata senza mai scomporsi. Perfino davanti alle bizzarre esternazioni di Costanzo e Galeazzi. Ha perduto un paio di chili in rimmel e in rossetto, guadagnando in fascino. Eccessiva solo nei complimenti: che palle con quei «grandi ospiti» riferito ai politici, insopportabili clienti fissi della tv. Pronta per «La Domenica Sportiva»: chissà che non riesca a risollevare la trasmissione più antica. E più loffia.
SABRINA GANDOLFI E SIMONA ROLANDI 6. Gradevoli presenze femminili, rispettivamente a «Mondiale Rai Sera» e «Notti Mondiali». Una bionda, l’altra mora, un po’ come le vallette di Sanremo e, volendo, altrettanto inutili. Ma molto meno invadenti, mica poco. Reclutate soprattutto per leggere sul misterioso «touch screen» i titoli dei giornali, italiani e foresti. Sperando che non si offendano, sono due ma le consideriamo un tutt’uno.
SALVATORE BAGNI 5. Commentatore tecnico Rai per le partite dell’Italia e per le sfide più importanti. La sua parola preferita è «assolutamente», diventata ormai un fastidioso intercalare buttato lì a casaccio (in Olanda-Spagna, complici i supplementari, ha superato quota cinquanta). Se ne intende, ma sbraca spesso. Incomprensibili i risolini alle proprie battute, che hanno un difetto: non fanno ridere. Un mistero: perché si scusa con tanta piaggeria quando coglie in fallo il partner Marco Civoli?
BEPPE BERGOMI 6. Commentatore tecnico di punta di Sky. Ragazzo molto educato, si rivolge con esagerata deferenza a Caressa, come se fosse il suo unico ascoltatore (Fabio di qui, Fabio di là). Di calcio sa tutto e si sente, ma purtroppo ha un vocabolario ristretto («situazione», «uno contro uno», «dritto per dritto», «interno piede», «centralmente», «fisicità»). Anche lui, seguendo l’ultima, incomprensibile moda, dice «mancino» anziché «sinistro».
GIAN PIERO GALEAZZI 7. Ingombrante opinionista di «Notti Mondiali», forma con Costanzo, il tandem dei «ragazzi irresistibili». Metterli seduti fianco e fianco è però una perfidia nei confronti der sor Maurizio, più basso di mezzo metro e per di più insaccato cronico. Sorprendentemente spiritoso, somiglia sempre di più a Bud Spencer, e come il quasi sosia, si divora una buona metà delle parole. I detrattori ringraziano, gli altri non fanno nemmeno più finta di capire.
MARCO CIVOLI 6. Dal poetico «il cielo è azzurro sopra Berlino» è passato al triste «il cielo è rosso fuoco sopra Johannesburg». Telecronista principe Rai, fa il suo dovere senza acuti, ma, fortunatamente, anche senza strepiti. A differenza dei suoi vice, Gianni Cerqueti e Stefano Bizzotto. È l’unico in Italia a dire «destina» invece di «passa» ed è anche rimasto il solo, nell’era delle mail, a pretendere «un telegramma». Forse il suo sogno erano le Poste.
MARCO MAZZOCCHI 5. Dirige il circo di «Mondiale Rai Sera», dove il gossip, non solo grazie alla Santaguida, s’incrocia col pallone. Giusto che il calcio non sia merce esclusiva per gli addetti ai lavori, ma lui eccede in cazzeggio. Materia in cui è peraltro insuperabile. Faccia simpatica, battuta pronta, ha inventato le dieci domande a Lippi e i quiz impossibili ai cultori delle statistiche. Sarebbe perfetto per condurre il Festival di Sanremo.
FABIO RAVEZZANI 6. Temerario timoniere di un programma calcistico su una delle tante, cosiddette tv private. Su Rai e su Sky, va in onda la finale del Mondiale? Lui e i suoi ospiti, in genere tifosi travestiti da giornalisti, continuano imperterriti a inventare le più clamorose balle di calcio mercato, meglio se litigando furiosamente. E facendo felici per una notte i fan più sfegatati di Milan, Inter e Juve. E poi ci lamentiamo se la Nazionale va fuori con la Slovacchia.
MAURIZIO COSTANZO 6,5. Di calcio s’intende quanto Prodi di economia, ma è indubbiamente un intrattenitore coi fiocchi. Da applausi il ricordo di Luttazzi; coraggiosa, anche se demagogica, la campagna per Mazzola presidente della Federazione. All’incomprensibile livore antitedesco, s’accompagna la cordialità verso i tifosi stranieri assiepati in Piazza di Siena. Pazienza se non conosce le lingue, tanto quelli non hanno nessuna voglia di ascoltarlo.
Massimo Bertarelli
per "Il Giornale"