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Sembrava uno del GF. Speriamo fosse 'solo' arrabbiato

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Fonte: Tuttosport

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Sport
  martedì, 17 aprile 2007

Sul consueto capannello di mi­crofoni e telecamere che s’inquadrano e si registrano l’un l’altro svetta il fac­cione di Cristiano Lucarelli, il calcia­tore barricadero, il protagonista di biografie in forma di film e libri, l’uo­mo che è stato tutt’uno con la sua tifo­seria.

E dalla bocca che alberga den­tro quel faccione escono parole duris­sime, comprensibili, pronunciate in un italiano perfetto che nulla a che vedere con l’odiato calcistese.

Se non si conoscesse Lucarelli e non si sapes­se che si sta parlando di calcio si po­trebbe pensare di essere impegnati nella visione di un uomo politico che annuncia la crisi di Governo oppure di un capitano d’industria inviperito perché silurato dal suo stesso Consi­glio.

Invece è Lucarelli, gli girano per­ché i tifosi di cui è stato simbolo e compagno hanno fischiato lui e la squadra durante e dopo il pareggio con la Reggina; pareggio ritenuto dai più come frutto di un accordo, se non proprio esplicito, almeno « tacito » co­me si è detto e scritto per anni per giu­stificare ( chissà perché si sia dovuto, poi) partite di fine stagione del tutto insignificanti.

Ma quelle parole pro­nunciate in tv mentre microfoni e te­lecamere si percuotono a vicenda su­scitano più dubbi che certezze. Lo sen­ti essere così esplicito in tv, manco stesse parlando male di un socio di sventura nel confessionale del Gran­de Fratello, e ti chiedi: sarà infuriato davvero?

Oppure sta cogliendo la pal­la al balzo per coltivare il futuro del proprio personaggio? Non è tanto col­pa di Lucarelli quanto del media cui si affida. Visto cosa succede ad appa­rire in tv? Se pure sei sincero c’è il fon­dato rischio che nessuno ti creda.

E’ stufo del Livorno o sta facendo me­taforicamente cassa? E poi ancora: quanto barricadero è prendersela con spettatori paganti che hanno espresso il loro disappunto per uno spettacolo non all’’ altezza?

Nella Roma papali­na dal loggione piovevano sul palco­scenico gatti morti se lo spettacolo era scadente.

A Livorno sono piovuti solo fischi, manco motorini come nella ci­vilissima Milano. Chissà: se si è trat­to anche di un’operazione d’immagine forse tale operazione, per Lucarelli è stata fallimentare. Sarebbe stato me­glio per lui se fosse stato solo incaz­zato nero

E le carote?

Nel weekend televisivo non si sono viste le casse di carote de­positate dai tifosi romanisti davanti ai cancelli di Trigoria. A parte il con­genito vizio della tv di voltarsi dal­l’altra parte quando ci sarebbe qual­cosa ( che però non abbia tette e ab­bondante posteriore) da far vedere ca­pace di suscitare un po’ di dibattito, urge una domanda: che fine hanno fatto le carote?

A dispetto dei sermoni proposti da numerosi soloni sulla pre­sunta indegnità di una simile forma di contestazione, l’unica indegnità ri­levabile è stata quella di utilizzare casse di alimenti per contestare cal­ciatori miliardari. Alimenti che avrebbero potuto sfamare una città del Burkina Faso. Anzi, speriamo che­ qualcuno le abbia destinate a questo scopo.

Urlatori, basta.

Tutto sommato di­spiace dirlo: ma ci sono alcuni urla­tori di Sky che hanno passato il se­gno. Non si può urlare a squarciago­la «Cigariniiiii!» ( il nome è citato a caso) perchè ha segnato in una parti­ta con duemila spettatori alla fine di un campionato contrassegnato dal più basso livello d’interesse che la sto­ria ricordi.

Sarebbe come urlare « Piz­zaioloooooo! » perchè il pony express della pizzeria «da Ciro» ha suonato al citofono per consegnare la pizza ordi­nata mezz’ora prima. Ci vorrebbe mi­sura e senso del reale anche nell’an­nunciare l’avvenuta segnatura: di Ro­naldo come di Cigarini.

E poi la si­tuazione è pure degenerata nel corso del tempo: non solo certi telecronisti urlatori urlano « Cigariniiii » ma pure « Palooooo! » : « Traverssaaaaaa! » « Fi­schio finaleeeee! » « Un uccellino ha espletato i suoi bisogni sulla giacca del guardalineeeeeee » ; ma pure il re­sto delle considerazioni seguenti vie­ne sbraitato con lo stesso intollerabi­le tono monocorde. Basta, vi prego. D’ora in poi nessun urlo inutile re­sterà impunito.

Pietro Valesio
per "Tuttosport"

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