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Ancora Cesaroni per Elena Sofia Ricci: 'Ma ho un'idea per un mio film'

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Fonte: Il Secolo XIX

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Televisione
  lunedì, 06 agosto 2007
 00:00

Elena Sofia RicciPer Elena Sofia Ricci si prepara un autunno di grande visibilità. L'attrice toscana sarà protagonista di due produzioni di Rai fiction: il tv movie "Il mondo delle cose senza nome", tratto dall' omonimo romanzo di Daniela Rossi, con la regia di Tiziana Aristarco, e il kolossal "Caravaggio" con Alessio Boni, entrambe in onda su Raiuno. Fino a dicembre girerà i nuovi episodi de "I Cesaroni", e le repliche, in onda il giovedì alle 21.20 su Canale 5, stanno ottenendo ascolti altissimi.
 
A chi va il merito del successo di questa serie?
«A tutto il gruppo. Al regista Stefano Vicario che, come un direttore d'orchestra, ha tirato bene tutti i fili. A chi ha scritto una sceneggiatura credibile. Con Claudio Amendola c'è un'amicizia profonda, c'è molto sintonia tra di noi. Ci conosciamo da 24 anni, è un fratello. Anzi è lui che tratta me come un fratello».
 
Come sarà la seconda serie de "I Cesaroni"?
«Non posso anticipare molto. E' stata scritta sulla nostra pelle, quindi sarà ancora più efficace. Questa fiction ha avuto così tanto successo che molti personaggi famosi saranno ospiti dei nuovi episodi. Tra questi: Raul Bova e Francesco Totti che interpretano se stessi. Mentre Alessandro Gassman, é un uomo che, in seguito ad un incidente, ha perduto la memoria e si convince di essere Giulio Cesaroni».
 
Tra una fiction e l'altra ha girato anche una serie di spot pubblicitari con Diego Abatatantuono che piacciono molto.
«Stanno diventando una piccola soap opera. Incisiva, breve divertente. E poi, avete presente la povera moglie di Diego che interpreto negli spot televisivi? Se dovessi descrivermi io sono proprio quella donna lì».
 
Che tipo di telespettatrice si considera?
«Divido il telecomando con mio marito che preferisce i programmi scientifici, mentre io mi soffermo su film del passato».
 
Oggi quali sogni professionali le rimangono da realizzare?
«Ho scritto un soggetto che parla della malattia mentale, e senza presunzione ritengo che potrebbe diventare un buon film»
 
Emanuela Castellini
per "Il Secolo XIX"

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