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Ha rimandato in onda, a esempio, un grande classico, il ciclo completo della Principessa Sissi. Non è meraviglioso? Un punto fermo in mezzo alla burrasca dellâesistenza, lâeterno ritorno allâidentico. Anche su Don Matteo si potrebbero fare le gare pubblico-attori fra chi dice prima la battuta; Alberto Sordi e Mina, poi, per non parlare di Totò, li stiamo vedendo a tutte le ore e in tutte le antologie. Anche fatte bene, come il Supervarietà di Raiuno. Ma un conto è unâantologia, un altro è un intero palinsesto.
Se poi non sono repliche, sono i programmi delle Pro Loco, quelli realizzati in collaborazione con alcune località di villeggiatura, che ci mettono i soldi in cambio di un poâ di pubblicità indiretta. Anche Mediaset trasmette repliche dâestate, anche La7, anche le più piccole tv private: ma danno meno fastidio. Perché non sono il «servizio pubblico». Dalla Rai gli spettatori si aspettano di più: perché è la tv dello Stato, perché oltre alla pubblicità che si sorbiscono, pagano pure il canone. Clienti paganti. E vorrebbero riceverne in cambio qualcosa di utile. Serpeggia la rivolta. Manifestata con lettere, mail. Chissà quante ne riceve la Rai. Che, maestosamente, le ignora. I manifestanti (verbali) sostengono in buona sostanza di non voler più pagare il canone per intero. Il ragionamento è: voi ci date le repliche? E noi non vi diamo i soldi. Eâ vero che certe repliche sono meglio di tanti programmi invernali di prima serata, però questa considerazione non basta: bisognerebbe che ci fossero programmi buoni in tutte le stagioni.
Se il pubblico scoprisse come mettere in atto il proposito del canone dimezzato, lo farebbe, questo è sicuro. Il disagio è manifesto. Il blog «Cose di tele» sul sito de «La Stampa» è invaso di proteste consapevoli. Ecco un piccolo saggio. Paolo: «Paghiamo il canone con le fotocopie di banconote vere». Giovanni: «Inviamo in replica la fotocopia del pagamento dellâanno precedente». Ma: «Ogni volta mi trasmettono Lo squalo 1, 2, 3 proprio mentre vado al mare, e pure la saga dei disastri aerei. Dâestate mettano quelli sulle valanghe assassine, piuttosto». Ave: «In estate la Rai manda in onda il peggio: film antichi e rivisti, spettacoli dozzinali. La stagione fredda non è meravigliosa, però qualcosa câè, specialmente in seconda serata. Perché le cose interessanti non vanno mai in prima serata? Perché si insiste sui reality?». Giuseppe: «Eâ senzâaltro meglio la principessa Sissi di tutte (o quasi, se si esclude Quark e qualche film) le cavolate nepotistiche che la Rai trasmette di norma. La lottizzazione della Rai non è solo dei partiti ma soprattutto delle baronie familiari». Però Francesco: «Non me ne importa niente del canone, vorrei solo ridere, piangere, pensare. E di fronte a risate false, parole che servono a dar aria alla bocca, viva la tv estiva».
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Alessandra Comazzi
per "La Stampa"
per "La Stampa"