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Repliche d'estate sulla tv di stato, gli utenti in rivolta

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Fonte: La Stampa

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Televisione
  mercoledì, 08 agosto 2007
 00:00

La Principessa SissiLa Rai come Blade Runner: piena di replicanti. La precarietà della vita vi opprime? Mancano i riferimenti? Vi sentite sovrastati dalla casta della politica? Le valigie non vi sono arrivate? Non capite quando andare in pensione e siete disgustati da scaloni e scalini? Troppe incertezze lacerano le coscienze e degradano un paese, ma per fortuna c’è la televisione italiana che pensa per noi. Più esattamente mamma Rai, e qui l’uggioso accostamento materno è azzeccato. Che cosa sta facendo mamma Rai da un mese abbondante? Riempie i palinsesti di repliche.
 
Ha rimandato in onda, a esempio, un grande classico, il ciclo completo della Principessa Sissi. Non è meraviglioso? Un punto fermo in mezzo alla burrasca dell’esistenza, l’eterno ritorno all’identico. Anche su Don Matteo si potrebbero fare le gare pubblico-attori fra chi dice prima la battuta; Alberto Sordi e Mina, poi, per non parlare di Totò, li stiamo vedendo a tutte le ore e in tutte le antologie. Anche fatte bene, come il Supervarietà di Raiuno. Ma un conto è un’antologia, un altro è un intero palinsesto.

Se poi non sono repliche, sono i programmi delle Pro Loco, quelli realizzati in collaborazione con alcune località di villeggiatura, che ci mettono i soldi in cambio di un po’ di pubblicità indiretta. Anche Mediaset trasmette repliche d’estate, anche La7, anche le più piccole tv private: ma danno meno fastidio. Perché non sono il «servizio pubblico». Dalla Rai gli spettatori si aspettano di più: perché è la tv dello Stato, perché oltre alla pubblicità che si sorbiscono, pagano pure il canone. Clienti paganti. E vorrebbero riceverne in cambio qualcosa di utile. Serpeggia la rivolta. Manifestata con lettere, mail. Chissà quante ne riceve la Rai. Che, maestosamente, le ignora. I manifestanti (verbali) sostengono in buona sostanza di non voler più pagare il canone per intero. Il ragionamento è: voi ci date le repliche? E noi non vi diamo i soldi. E’ vero che certe repliche sono meglio di tanti programmi invernali di prima serata, però questa considerazione non basta: bisognerebbe che ci fossero programmi buoni in tutte le stagioni.

Se il pubblico scoprisse come mettere in atto il proposito del canone dimezzato, lo farebbe, questo è sicuro. Il disagio è manifesto. Il blog «Cose di tele» sul sito de «La Stampa» è invaso di proteste consapevoli. Ecco un piccolo saggio. Paolo: «Paghiamo il canone con le fotocopie di banconote vere». Giovanni: «Inviamo in replica la fotocopia del pagamento dell’anno precedente». Ma: «Ogni volta mi trasmettono Lo squalo 1, 2, 3 proprio mentre vado al mare, e pure la saga dei disastri aerei. D’estate mettano quelli sulle valanghe assassine, piuttosto». Ave: «In estate la Rai manda in onda il peggio: film antichi e rivisti, spettacoli dozzinali. La stagione fredda non è meravigliosa, però qualcosa c’è, specialmente in seconda serata. Perché le cose interessanti non vanno mai in prima serata? Perché si insiste sui reality?». Giuseppe: «E’ senz’altro meglio la principessa Sissi di tutte (o quasi, se si esclude Quark e qualche film) le cavolate nepotistiche che la Rai trasmette di norma. La lottizzazione della Rai non è solo dei partiti ma soprattutto delle baronie familiari». Però Francesco: «Non me ne importa niente del canone, vorrei solo ridere, piangere, pensare. E di fronte a risate false, parole che servono a dar aria alla bocca, viva la tv estiva».
 
Alessandra Comazzi
per "La Stampa"

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