Quando, per rassicurarlo, gli hanno detto che avrebbe avuto un insegnante di danza, Massimo Lopez, prossimo concorrente della nuova edizione di Ballando con le stelle, ha risposto che a lui servirebbe più che altro uno psicanalista.
«La verità è che sono un tronco - spiega al telefono da Panarea dove si sta godendo gli ultimi giorni di vacanza -, se câè una cosa per cui non sono portato è ballare, quando andavo in discoteca con gli amici finiva sempre che fuggivo a nascondermi, mi prendevano tutti in giro, sono diventato quasi un caso patologico».
Questo per dire che, nella prossima edizione della gara guidata da Milly Carlucci, ne vedremo delle belle. Ma non è tutto.
Tra una confessione e lâaltra Lopez svela unâinattesa voglia di trio, una probabile rentrée con gli storici compagni Marchesini e Solenghi, forse già nella prossima stagione: «Abbiamo sentito il desiderio di tornare insieme, così abbiamo iniziato a vederci, a chiacchierare, e ci siamo dati appuntamento per dopo lâestate».
Che progetti avete?
«Stiamo discutendo sul modo con cui potremnmo ricominciare a fare qualcosa insieme, magari anche saltuariamente, vorremmo riuscire a trovare una chiave per rivolgerci alle nuove generazioni. Siamo tutti un poâ cresciuti, si vede, che stranamente, a un certo punto, si sente il desiderio di tornare sui propri passi».
Il divorzio, allâepoca, era stato indolore oppure no?
«Dopo una convivenza tanto lunga, giorni e giorni, ore e ore, abbiamo avvertito la necessità di fare passi diversi, ci siamo accorti che, nelle ultime ospitate, non câera più lo sprint di una volta, quellâalchimia, quella magia che fino a quel momento ci aveva fatto funzionare. Una volta divisi non abbiamo avuto pentimenti, ma, nel tempo, un poâ di nostalgia câè stata, adesso è diverso, vedremo».
Eâ diverso anche il panorama della comicità televisiva, lei come lo giudica?
«Diciamo che mi sembra un poâ tutto tirato via, che il gusto e la sensibilità fanno fatica ad affermarsi, che è un gran mercato, dove è difficile portare avanti idee nuove. In passato câera più tempo per realizzare progetti, per fare il verso alla realtà dopo averla osservata con la lente dâingrandimento. Oggi la lente te la danno solo per un attimo, è normale che manchi la concentrazione...».
Però il video è pieno di comici.
«Sì, câè una specie di inflazione, di comici ce nâè fin troppi, fanno tutti cabaret, unâesagerazione... Non credo in quelle serate con carrellate infinite. Non ci si può divertire sentendo cento barzellette tutte in una volta, si ride quando te ne raccontano una o due per volta. Anche le parodie sono complicate da mettere in piedi, adesso è già tutto parodistico di per sé».
Per questo è meglio ballare?
«Per me ballare è una sfida, un gesto dâincoscienza, e poi avevo voglia di fare una cosa diversa, di trovare stimoli. Aver accettato significa superare una difficoltà psicologica, anzi un vero e proprio blocco. Intendiamoci, non sto mettendo le mani avanti, mi assumo le responsabilità del mio gesto, sono pigro, ma ce la metterò tutta, credo che ballare mi farà bene, sia al fisico che allo spirito. E poi chissà , magari lâanno prossimo sarò alla Scala...».
Quale danza la terrorizza di più?
«Di sicuro tutte quelle sui ritmi latino-americani, mi fa un poâ meno paura il valzer, ma anche lì ci sono pericoli, di piede porto il 44 e tendo a pestare...».
Dopo aver superato lo scoglio del ballo, su che cosa le piacerebbe mettersi alla prova?
«Vorrei fare film per il cinema, trovare ruoli che mi aiutino a tirar fuori la mia anima più nascosta, interpretare personaggi tragici, commoventi, esprimere sensazioni profonde. Certo, lâetichetta del comico non aiuta, ma non dispero. Quando ho girato gli spot della telefonata che allungava la vita ho stabilito un buon rapporto con Alessandro DâAlatri, mi piacerebbe poter tornare a lavorare con lui, e poi sogno un regista come Tornatore».
Fulvia Caprara
per "La Stampa"